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Il Libro Imbiancato del Ministro Sacconi

Presentato dal ministro per il Welfare, Maurizio Sacconi, il “Libro Bianco sul futuro del modello sociale“, elaborazione dal titolo impegnativo e dalla rimarchevole astrattezza, privo di indicazioni operative traducibili in policies. Voluto o meno che fosse il risultato, vale la pena scorrere alcune parti qualificanti dell’opera. Cardine del welfare (come potrebbe essere diversamente?) è la fiscalità. E la fiscalità deve premiare la famiglia. Il sostegno alle famiglie dovrà tener conto della composizione del nucleo familiare. Dato che l’opera è una raccolta di principi, questo potrebbe apparire come un lip service a buon mercato al concetto di quoziente familiare, ma non vorremmo presumere troppo. Per ora, basti segnalare che il governo parla di promozione di un “patto intergenerazionale”. Che suona bene, qualunque cosa significhi.

Nelle famiglie dove vivono anziani e minori - si afferma - “vanno garantite opportune agevolazioni fiscali o anche trasferimenti monetari e in natura, sia pure con un attento controllo delle condizioni di accesso”. Possibile anche ”il cumulo di crediti per prestazioni sociali” e contratti e orari di lavoro flessibili per donne e uomini con a carico anziani non autosufficienti o familiari malati. Prevista anche la promozione e la diversificazione dell’offerta di (indovinate?) “nidi e micro-nidi presso i luoghi di lavoro o le famiglie”. Potevano mancare i nidi, evergreen del libro dei sogni di una classe politica parolaia in un paese in crisi fiscale conclamata? No, che non potevano.

Riguardo la famiglia, sappiate che è quella riconosciuta dalla Costituzione, quella fondata sul matrimonio. La famiglia “genera un valore sociale aggiunto” ed è un “attore sociale”. Poi, il giorno che anche in questo paese si capirà che il concetto di famiglia può e deve ricomprendere anche le coppie gay, avremo un Libro un po’ più colorato. Sulla maternità, abbiamo lo scoop:

“Si pone un problema inedito di libertà femminile che riguarda la possibilità di procreare e non essere pesantemente penalizzate”.

Si, decisamente un problema inedito. Riguardo disabili e anziani, altra grande categoria di soggetti sistematicamente presi per i fondelli in tutti i libri, bianchi e policromi, editati in questo paese negli ultimi lustri, obiettivo è l’inclusione e non solo integrazione del reddito che pure resta una ”necessità imprescindibile”. Beh si, se non si riesce a mangiare, l’inclusione è un obiettivo un filino troppo ambizioso. Ma serve (ça va sans dire) anche una rete di servizi adeguati e servizi domiciliari. Dei 2,5 milioni di disabili in Italia, ben 900 mila sono di fatto confinati a casa per via delle barriere architettoniche. Il libro bianco ipotizza la costituzione di un apposito strumento finanziario dedicato alle persone non autosufficienti che si combini con risorse pubbliche e private, prevedendo forme specifiche di assicurazioni private. Un po’ criptico, ma meglio che nulla.

Per l’anziano va privilegiato il suo ruolo attivo. “La permanenza nel mercato del lavoro rappresenta la strategia centrale per combattere il disagio sociale ed economico”; si può ricorrere a contratti a tempo parziale, lavoro ripartito, buoni lavoro per prestazioni accessorie. Si certo, ma basterebbe anche aumentare i coefficienti di trasformazione del montante contributivo in rendita pensionistica per quanti decidano di continuare a lavorare dopo il raggiungimento dell’età pensionabile. O eliminare le pensioni di anzianità. Ma discutere coi sindacati è molto più faticoso che scrivere libri bianchi. Prevista anche, per gli anziani, la diffusione dell’assegno di cura a sostegno del lavoro delle famiglie e ‘buoni lavoro’ attraverso cui erogare servizi personalizzati e di qualità. Again, dove sono i soldi?

Si ha nel complesso l’impressione che questo libro bianco assomigli molto agli studi Nomisma sull’alta velocità ferroviaria, quella che doveva servire “ad arrivare a destinazione più rapidamente”, esimio De Lapalisse. Ma è evidente che, quando non ci sono risorse, è meglio concentrarsi sui grandi principi e intonare “L’anno che verrà” di Lucio Dalla. Anche perché Sacconi ha ribadito che, anche dopo che la ripresa economica si sarà manifestata (e quindi il nostro paese tornerà alla sua abituale crescita zero), non si dovrà parlare di riforma delle pensioni, malgrado l’anelito ad “attivare” i nostri gioiosi anziani, né discutere di articolo 18, ma occorrerà “rafforzare le tutele” prima ancora che parlare di riforme. Reperendo le risorse necessarie attraverso l’attribuzione di corso legale alle banconote del Monopoli, immaginiamo.

Per quelli tra voi che sono più interessati alla miserrima quotidianità, vi omaggiamo dell’interpretazione autentica dell’Agenzia delle Entrate sui criteri di erogazione del famigerato “bonus famiglia” ai soggetti disabili:

  • non spetta l’erogazione del bonus ai nuclei familiari composti da sole persone titolari di sole prestazioni assistenziali esenti da IRPEF; questo significa, ad esempio, che l’anziano o il disabile che vive da solo ed è titolare solo di pensione di invalidità e indennità di accompagnamento o di assegno sociale non ha diritto al bonus;
  • nel caso un disabile viva da solo, ha diritto al bonus nel caso il suo reddito non superi i 15.000 euro annui. In questo caso ha diritto ad un bonus di 200 euro. Il Ministero precisa che il bonus di 1000 euro (con redditi fino a 35000 euro) spetta solo nel caso un componente del nucleo familiare, ad esclusione del richiedente, sia una persona con disabilità.

Che tradotto vuol dire: se siete un disabile non autosufficiente (così come definito dalla legge 104 del 1990), e spendete (o meglio, lo fanno i vostri familiari) cifre esorbitanti per dotarvi di un’assistenza di badanti nell’arco delle 24 ore per continuare a vivere a casa vostra, ma siete soli nel vostro nucleo familiare, magari perché il vostro coniuge ha avuto la pessima idea di morire, ed avete un reddito che supera (anche di un euro) la soglia dei 15.000 euro annui appartenete, anche per evidenza empirica, all’upper class italiana, e siete quindi del tutto ineleggibili per l’accesso al generoso welfare italiano.

Ora possiamo tornare a parlare di macrosistemi e di micronidi. Fino al prossimo Libro Bianco. Vado pazzo per il riformismo forte.

Commenti all'articolo

  • Di Domenico Tosello (---.---.---.46) 13 maggio 2009 18:36

     Aggiungo che per essere un documento sul futuro modello sociale dedicato ai giovani la vista sembra un po’ corta: riduce internet al fenomeno di Facebook più che cogliere le implicazioni economiche, sociali e politiche del web 2.0. che a livello internazionale stanno davvero disegnando il futuro.
    Per concretizzare le belle intenzioni, oltre alle risorse economiche - come fa notare il Presidente della Conferenza delle Regioni sul patto per la salute ( vedi intervista al sole24ore) -, serve un cambiamento culturale che solo una vasta partecipazione da parte dei cittadini ai processi di cambiamento può dare.
    Sul tema della salute 2.0che tanta attenzione e risorse sta attivando negli USA, il Libro Bianco ha un approccio molto "Politica 1.0": tecnologia sì, empowerment dei cittadini no.

    Oggi il web consente alle persone - cittadini, pazienti, medici, operatori sanitari - di aumenta sempre più le possibilità di informazione ed educazione, partecipazione e controllo sulla propria salute e sul Sistema Sanitario. Questo spostamento di potere porterà grandi cambiamenti:

     le imprese e le aziende sanitarie devono riconsiderare le modalità e gli strumenti per fornire le prestazioni sanitarie;

     gli operatori sanitari devono riconsiderare la ricerca, la formazione e l’umanizzazione della medicina;

     i cittadini devono imparare la cura di sè e ad essere protagonisti del processo diagnostico e terapeutico.

    Vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che l’Italia più che un paese favoloso stia diventando il paese delle favole. Dopo la favola della Consulta dei medici ammalati, quella de "La vita buona nella società attiva".

    Forse è il momento di una maggiore partecipazione da parte dei cittadini-pazienti che si facciano sentire in modo forte e autorevole, come avviene ad esempio nella community di www.e-patient.net

    Per approfondire e discutere di salute partecipata: www.tecnologiaesalute.it

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