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 Home page > Attualità > Società > Il 90% di loro è disoccupato ma non ne parla nessuno

Il 90% di loro è disoccupato ma non ne parla nessuno

Le "fasce morte".

Stiamo tutti seguendo con apprensione l’evoluzione delle strategie del gruppo Fiat che coinvolgono il presente ed il futuro di poco meno di 100.000 lavoratori in Italia (e rispettive famiglie). Il governo è allertato, le organizzazioni che rappresentano gli interessi in gioco sono impegnate, gli specialisti in materia abbondano di valutazioni e previsioni, i media contribuiscono a tenere desta l’attenzione sul problema. C’è il rischio che una parte di questi lavoratori veda compromessa la propria stabilità occupazionale. Con tutto ciò che ne consegue. In ogni caso stiamo vedendo una società che, a fronte di problemi di una parte di essa, si attiva, si preoccupa e cerca soluzioni convenienti.
 
Moltiplichiamo il problema per 50.
 
In Italia ci sono circa 5 milioni di persone socialmente svantaggiate (disabili fisici, psichici e sensoriali, persone in trattamento psichiatrico, tossicodipendenti, etilisti, detenuti, borderline) in età da lavoro che, per il 90% sono stabilmente disoccupate. Sono persone che, indipendentemente da situazioni di crisi o ripresa economica, rimangono escluse dal lavoro. Non parliamo delle "fasce deboli" che hanno perso o sono a rischio di perdere il lavoro; quanto meno per costoro esiste un sistema di protezione, precario e limitato quanto si vuole, che dovrebbe alleviare la crisi. Parliamo di "fasce morte" cioè di persone che non sono mai entrate nel mercato del lavoro. Paradossalmente sono le meno toccate dalla crisi attuale; escluse erano, escluse restano.
 
L’imponente sistema pubblico di sostegno al lavoro per le persone socialmente svantaggiate fornisce risultati fallimentari in termini occupazionali.
 
Eppure nessuno ne parla: non ne parlano i politici, non ne parlano i media, né ci sono organizzazioni che ne difendano gli interessi.
 
Conosciamo esattamente quante automobili si vendono per modello, per colore, per fasce di prezzo, per zona, per periodo. Conosciamo esattamente, addirittura con cadenza giornaliera, la propensione al voto deli italiani. Conosciamo poco e male la realtà dello svantaggio sociale. I dati ufficiali esistenti sono parziali, imprecisi e disomogenei. Manca una conoscenza sistematica del fenomeno. Perché non interessa? Queste persone sono pessimi consumatori, per lo più non votano, non rappresentano un’area di interesse da nessun punto di vista.
 
Come possiamo definire la dignità di ciascuna di queste persone rispetto alla dignità di un operaio Fiat? Possiamo ancora pensare che si collochino in ordini di grandezza paragonabili?

Commenti all'articolo

  • Di illupodeicieli (---.---.---.231) 3 settembre 2010 14:57

    In Italia, e forse anche altrove, si fanno "figli e figliastri": per esempio, nel mio caso, in parte descritto nel mio blog, si parla di "falliti e fallimenti di persone fisiche e di aziende". Nel secondo caso ,per alcuni, ci sono dei "paracadute" ma nel primo caso non c’è niente e nulla se non ufficiali giudiziari e giudici fallimentari e curatori che ti pressano e assillano. Non abbiano, noi falliti o anche i protestati, nessuna seconda possibilità o aiuto. Quanto alle associazioni "Dio ce ne scampi e liberi" perchè pensano solo ...ad altro. Ritengo comunque che i 5 milioni di esseri umani di cui hai parlato nell’articolo hanno la stessa dignità degli altri che sono messi, dai media, in maggiore evidenza. Ma finchè si parlerà solo delle industrie e non del piccolo negozio, fino a quando si sfotterà chi vuole difendere anche le piccole attività commerciali ,quelle che danno solo tre o quattro buste paga, finchè si penserà che un artigiano o un fruttivendolo è un evasore e lo si tratterà come tale indicandolo come causa dei mali della nazione, non so dove si arriverà. Per il resto e per i disoccupati o inoccupati, non so che tipo di cinesizzazione "ci aspetta" ma non resterò con le mani in mano, preferisco fare come ora, ossia lavorare in nero.. finchè posso e mi viene concesso.

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.248) 3 settembre 2010 20:44
    Damiano Mazzotti


    Sono d’accordo con lupo...

    Per le grandi aziende si fanno leggi apposite per eludere le tasse...

    E si tartassano i piccoli...

    E i disabili possono fare molto nelle moderne società della conoscenza grazie alle tecnologie in evoluzione...

  • Di Renzo Riva (---.---.---.44) 6 settembre 2010 23:23
    Renzo Riva

    Perché non interessa? Queste persone sono pessimi consumatori, per lo più non votano, non rappresentano un’area di interesse da nessun punto di vista.


    Mentre 3’500’000 statali votano con la logica del manuale Cencelli applicato alla data della loro assunzione.
    Mandarne a casa 1’000’000 di esuberanti non è possibile; perché dopo chi vota chi?

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