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 Home page > Attualità > Cronaca > Ieri sera ho visto Roberto Saviano

Ieri sera ho visto Roberto Saviano

Ieri sera ho visto Roberto Saviano a "Matrix".

Ho visto un ragazzo di 28 anni che è un uomo coraggioso, un intellettuale di primo piano, un esempio di impegno civile.

Sentirlo parlare con estrema lucidità della sua condizione di "dead man walking", di condannato a morte per la "fatwa" emessa su di lui dai clan casalesi mi ha colpito profondamente.
Roberto Saviano rivendica il suo ruolo di scrittore e di intellettuale che non si gira dall’altra parte, ma che - anzi - partendo dalla descrizione di una realtà a lui vicina racconta le contraddizioni del Paese e del tempo in cui viviamo.

Esattamente come faceva Pasolini 40 anni fa.

"Il miracolo della letteratura", lo chiama Roberto Saviano.
Ma anche del cinema e del teatro, forme d’arte che hanno amplificato il messaggio di "Gomorra" portando noi tutti a conoscere cosa accade in una parte d’Italia. E a prendere coscienza che il degrado della Campania è l’altro lato della medaglia del benessere aziendale del centro-nord.

Saviano aveva e ha la magnifica ossessione di raccontare, di scrivere e interpretare la realtà come forma di resistenza e come contributo per cambiare il reale.
Il suo libro, ma anche il film, la piéce teatrale e i reportage giornalistici hanno rotto il velo di Maya sui traffici dei casalesi. Li hanno portati alla luce del sole. In una dimensione in cui neppure lo Stato può far finta di non vedere, di tollerare l’intreccio perverso tra imprese del Nord e camorra, tra politica e criminalità organizzata.
Tutto questo ha dato fastidio ai casalesi, ha rotto il silenzio su cui la camorra appoggia il proprio potere. Per questo motivo Roberto Saviano è diventato scomodo.
Adesso vorrebbe emigrare. Perchè si sente solo, perchè rivendica la sua vita, quella di un ragazzo di 28 anni che, suo malgrado, è diventato un simbolo. Ma che vorrebbe vivere serenamente, uscire, stare con gli amici, bere una birra in un pub, andare al cinema, innamorarsi.
Come i suoi coetanei.

Dalle parole di Saviano si legge la sofferenza per essere rimasto solo.
E il travaglio interiore di un ragazzo che da un lato ha ottenuto un enorme successo internazionale e dall’altro non riesce a farsi capire dai suoi concittadini, che lo guardano con fastidio per avere rotto il muro dell’omertà.
Quando raccontava della protesta dei neri di Castel Volturno, che hanno sfilato a testa alta contro "o Sistema", era chiaro il suo rammarico.
Avrebbe voluto che a sfilare coraggiosamente fossero i suoi concittadini, i suoi amici, i suoi familiari.

Roberto Saviano si trova a un bivio: andare o restare.
La scelta spetta esclusivamente a lui.
A noi il compito di fargli sentire che non è solo.

Commenti all'articolo

  • Di giovanni (---.---.---.32) 16 ottobre 2008 18:39

    10 100 1000 SAVIANO

  • Di andrea (---.---.---.92) 16 ottobre 2008 19:07

    come mai si parla solo di saviano e non di, per esempio, rosaria capacchione? forse perchè ieri sera, di fronte a mentana in brodo di giuggiole e alle due sdilinquite ministre, L’Eletto ha pubblicamente dichiarato che la camorra lo teme in quanto celebrità internazionale mentre poco gli importa di qualche giornalista locale od aninimo magistrato che si fa il culo e rischia la vita per due lire di stipendio?
    purtroppo ad un pubblico incolto di lettori da tram e socialmente impegnati da vagone ferroviario libri come "gomorra" servono per sentirsi intelligenti. d’altronde meglio che simili personaggi non leggano proust...

    • Di Francesco Raiola (---.---.---.169) 16 ottobre 2008 19:33
      Francesco Raiola

      Dai, Andrea, spero che il tuo sia uno sfogo così... Cosa c’entra parlare di Saviano e non parlare della Capacchione? Sappiamo bene chi è e cosa scrive la Capacchione, ma non scrivere un pezzo oggi, non vuol dire non scriverlo mai.
      Prendere l’esperienza di Rosaria Capacchione come esempio per denigrare Saviano, poi, mi sembra un atteggiamento infame. Sei libero di criticare chi vuoi, ma argomentalo. Non ti è piaciuto Gomorra? Non ti piace l’atteggiamento di Saviano (a me piacciono entrambi!) scrivilo, ma ti prego non fare come l’ultimo dei suoi detrattori che si trincerano dietro il "se l’è cercata" o cose del genere. Dire L’Eletto, mi sembra, uno sfregio verso chi ha scritto e pubblicato un libro che grazie a milioni di lettori (ovviamente tutti stupidi, come dici tu) ha riproposto una piaga così grande per il Sud; e verso chi ogni volta che parla in pubblico non dimentica di ricordare forze dell’ordine, magistrati, giornalisti che vivono quotidianamente il peggio della Campania. E, credimi, queste milioni di persone che leggono Gomorra, sono le più varie e a cercare troverai tanti che Proust non l’hanno letto; questo renderebbe Gomorra un libro per intellettualoidi? Paragonare Gomorra a Proust a me sembra cadere nell’errore che attribuisci agli altri.
      In più AgoraVox è fatto, non da una redazione chiusa, con giornalisti che decidono tutti assieme, in una riunione mattutina, cosa pubblicare, ma da chiunque abbia voglia di scrivere un articolo e sottoporlo ad altre centinaia di persone che lo votano. Scrivi un pezzo sulla Capacchione, proponilo e, credimi, sarà più che benvenuto.

  • Di reza (---.---.---.88) 16 ottobre 2008 20:36

    La verità è che la criminalità organizzata è abile e veloce a cogliere le opportunità date dal paesaggio politico attuale.
    La Camorra di oggi ha già consolidato i legami con la rete mafiosa internazionale e si acinge ad assicurarsi la propria fetta di malaffare in europa attraverso la joint-venture con le triadi cinesi che operano in Italia.
    Saviano, con il suo libro, ha denunciato questa Camorra, mentre la Camorra si era già lanciato ad occupare posizioni chiave nell’infrastruttura dell’economia italiana, la denuncia di Saviano ha creato problemi di immagine e di scandalo a questa organizzazione criminale che procedeva coi propri progetti, quasi in silenzio rispetto a ciò che è stato nel passato per Cosa nostra e per ’ndrangheta.
    Saviano ha fatto tanto chiasso con il suo libro, il momento favorevole alla Camorra, in assenza di un regolamento comunitario che imponga il monitoraggio dei movimenti di denaro in contanti in entrata e in uscità dall’Unione Europea, potrebbe svanire se la società civile italiana si sveglia a fa svegliare anche l’Europa, per ostacolare questo ritmo agevolato alla Cammora che sta crescendo vertiginosamente in Europa e nel mondo.
    Ciò che ha fatto Saviano era accendere solo un cerino per fare luce sui giganteschi malaffari della Camorra, ma il fuoco di quel piccolo cerino potrebbe diventare un incendio inarrestabile e bruciare le opportunità alla Camorra, se l’Italia e gli italiani si alzano davvero e non solo perché fa comodo a qualcuno per i voti. 

  • Di andrea (---.---.---.66) 17 ottobre 2008 03:54

    ciao francesco, posso darti del tu? il mio non voleva essere assolutamente un rimprovero verso agoravox, che non conosco: sono approdato qui solo grazie a questo adorante articolo su saviano.

    l’ho confrontato a proust perché sono entrambi scrittori (evito l’ingiusto e retorico paragone che i suoi denigratori fanno con falcone per rispetto alla memoria di un martire che aveva un altro ruolo), certo ammetto che è un paragone affrettato in quanto non ho ultimato la lettura di "gomorra", che pure mi sono sforzato di aprire per superare il mio pregiudizio, ma che ho definitivamente chiuso quando ho letto che, secondo l’autore, la sentenza spartacus è stata letta al tribunale di santa maria c.v: la sentenza è stata letta in un’aula bunker del carcere di santa maria c.v. e conosco gente che c’era perchè come cittadino voleva essere presente...
    ho solo espresso un parere su uno scrittore che si chiama roberto saviano! perché se c’è qualcuno che osa parlarne non in termini veneranti tu speri che sia "uno sfogo così"? no, non è uno sfogo così, non è un divertissement da provocatore è esattamente quello che penso... se la mia è sembrata una provocazione cercherò di essere allora più chiaro: io penso che saviano sia un mediocre scrittore, che "gomorra" sia pieno di cose trite e ritrite con cui "gli anonimi cronisti locali e piccoli magistrati" (come li chiama lui) combattono quotidianamente in un posto dimenticato da dio e dagli uomini come lui, penso che egli dica di essere testimone delle cose, ma invece il più delle volte abbia raccontato cose per come gliele hanno riferite e che, spesso, gliele abbiano riferite davvero male! penso che in mondadori la sappiano lunga i geni del marketing che portano lo strega a giordano o ammaniti, penso che il suo piagnisteo sul voler vivere normalmente, bere una birra, innamorarsi, sia insopportabile tanto quanto il conforto al suo grido di di dolore mostrato dalle maddalene penitenti ai suoi piedi, penso che proprio perché saviano tocca temi fondamentali e molto più importanti della sua fama, è troppo infastidente e il modo in cui lo fa e gli viene fatto fare, cioè con la capricciosa ostentazione di una pop star, (anche britney spears vive sotto scorta, ha difficoltà a godersi milioni e giovinezza e molti la vorrebbero vedere morta)...

    nessuno ha mai detto che i milioni che hanno letto "gomorra" siano stupidi, penso che molti siano ingenui, questo sì... eppoi, francamente, obiettare con l’argomento dei milioni di persone mi pare la stessa obiezione di un emilio fede verso le minoranze che non votano berlusconi... come fede anche la fede (con la f minuscola stavolta) è cieca ed ecco, io non voglio la fede dai giornalisti (pur comprendendo i mezzi di informazione per quanto fa "tirare" un pezzo sullo scrittore più in voga del momento tra chiunque voglia sentirsi parte del sistema culturale impegnato del nostro paese), vorrei che si facesse notare come, forse, stando solo tutto il tempo il ragazzo abbia un po’ battuto la testa per sfornare il delirio di onnipotenza con cui ci ha deliziati ieri sera a matrix, in cui ha sottilmente mancato di rispetto verso le figure "anonime" che citavo prima, come la sua minaccia di espatrio ai fini di vivere una vita "normale" sia infondata perché lascerebbe solo folle di vedove ma non cambierebbe di una virgola il suo presunto essere bersaglio di attentato (infatti poi il caso si è subito sgonfiato, è già, in mondadori avranno venduto quello che c’era da vendere), che qualcuno sottolinei come abbia sbagliato a criticare la bocciatura a scuola di alcuni ragazzi reclutati per il film tratto dal suo libro, in primo luogo perché smentita dagli insegnati e in secondo luogo perché se uno è un somarello a scuola deve studiare anche se riceve i complimenti di napolitano o di scorsese!

    io sono un ragazzo che fa un altro lavoro non sono un giornalista e non mi cimenterei mai in una cosa dove avrei risultati dilettanteschi, quindi ti ringrazio per l’invito a considerare un eventuale articolo sulla capacchione, ma mi aspetterei che fosse la stampa (e non mi rivolgo al metodo di lavoro di agoravox, che non conosco) a dare voce a chi non ha copertine ogni venerdì su l’espresso con la stessa frequenza (e la stessa posa) con cui brad pitt appare su quelle di people.

    nel regime in cui viviano, non mi aspetto certo che qualcuno riconosca il valore del dissenso mentre una moltitudine sospetta applaude nella stessa direzione, ma mi aspetterei che almeno il mio dissenso non venga insultato come hai fatto tu dandomi dell’"infame", guarda caso la stessa espressione usata ieri a matrix da un’agguerrita inviata che incalzava gli astiosi guaglioni casalesi, il che mi fa precisare che non sono uno di loro, perché, sì, esiste anche qualche lettore ed onesto cittadino che non venera roberto saviano.

    (chiedo scusa per la voluta assenza di lettere maiuscole)

    un saluto e buon lavoro.

    • Di Francesco Raiola (---.---.---.232) 17 ottobre 2008 10:41
      Francesco Raiola

      Caro Andrea certo che puo darmi del tu. E figurati se l’ho preso per un rimprovero ad AgoraVox.
      Ripeto il concetto, credo che si possa criticare chiunque, e anche con ironia, ma portando i fatti.
      Ho definito il tuo "uno sfogo così" perché c’erano critiche alla persona Saviano, che onestamente credo ingiuste.
      Cosa ha fatto Saviano? Ha scritto un libro sulla camorra, ha reso possibile la conoscenza di un fenomeno che era noto solo in campania.
      Ti prego, smettiamola con "queste cose le sapevano tutti". Queste cose non le sapevano tutti, non le sapeva la gente di Roma, quella di Firenze e quella di Milano e credimi non la sapeva quella di napoli. Sapere che esiste la camorra, vuol dire conoscere cosa fa, quali sono i responsabili?
      Credi che a Napoli tutti sapessero quali affari facesse la camorra?
      Chi conosceva i numeri? Ma dai non prendiamoci in giro...
      E poi scusa Andrea, ma che male c’è a lavorare sulle carte? Lo fanno tutti i giornalisti e l’ha fatto anche lui, e in più credimi e non parlo per sentito dire, Saviano si è fatto anche il mazzo sul campo.
      E poi sta storia della mondadori...
      Storie assurde dicono che l’ufficio marketing mondadori abbia creato un caso...Ma su, ma tu credi veramente che sia così? Saviano scriveva di camorra da ben prima di scrivere Gomorra, non era famoso e scriveva dalle colonne del Corriere del Mezzogiorno, Nazione Indiana, il Manifesto, e già all’epoca riceveva minacce e non solo e, credimi, non andava in giro a vantarsene.
      Per quanto riguarda le figure anonime...ma chi parlava di Federico del Prete, Don Peppino Diana, quando la maggior parte della gente non sapeva manco chi fossero? Non ho visto Matrix ma ho visto Saviano in altre trasmissioni e l’ho sempre visto ringraziare chi rischia la vita per lui, i cronisti locali, i magistrati e tutti quelli che "quotidianamente lottano".
      è vero si sfoga, è che vogliamo fare. Lo farei anche io. Questo non vuol dire non prendersi la responsabilità di quello che ha scritto (e ricordiamo che Saviano è uno scrittore), ma è anche un ragazzo di 29 anni che non vive più; se non si vuole sentirlo sfogare si può cambiare canale e non leggere gli articoli.
      Abbiamo idee diametralmente opposte e va bene, ma alcuni luoghi comuni su Saviano vanno definitivamente sfatati.
      Credo che oggi la gente, grazie a Gomorra, sia più informata, e alcuni, anche più consapevoli. e anche se soltanto una persona lo fosse, il libro avrebbe raggiunto il suo scopo
      Ps però il paragone con la spears è veramente fuori luogo

  • Di Roberto (---.---.---.130) 17 ottobre 2008 09:34

    Caro Andrea,
    sono Roberto Calabrò, l’autore del pezzo incriminato.
    Riconosco la legittimità del tuo dissenso nel non voler attribuire a Roberto Saviano doti di scrittore, di intellettuale e di cittadino coraggioso impegnato contro la camorra.
    Tuttavia ti assicuro di non essere un giornalista adorante nei confronti del più famoso scrittore italiano del momento.
    Mi sono avvicinato a "Gomorra" con tutti i pregiudizi del caso, diffidando naturalmente dai best-seller e dai casi che nascono in Rete.
    Ho scoperto invece un libro scritto benissimo, con uno stile intrigante e assolutamente personale.
    Da non campano (che quindi non legge quotidianamente i pezzi di inchiesta di Rosaria Capacchione), ho scoperto una realtà di cui avevo solo qualche informazione frammentata relativa allo smaltimento illegale dei rifiuti tossici e del ruolo della camorra nell’eterna emergenza-spazzatura in Campania.

    Saviano, con un’opera di letteratura che affonda nel reale (il suo non è un reportage, o un saggio tout court: e quindi ci possono stare delle piccole imprecisioni), ha avuto il merito di fare conoscere a tutti gli italiani una realtà che pochi conoscevano a fondo.
    Ci ha catapultati in un universo di degrado sociale, economico e morale da cui "o Sistema" trae linfa vitale e che usa per rigenerarsi in continuazione.
    Ci ha permesso di vedere, attraverso la sua penna, un mondo con il suo sistema di "valori" in cui ai giovani è negato ogni futuro, ogni chance di riscatto.
    Ha inquadrato la camorra nel suo ruolo di holding internazionale del crimine, con fatturati da capogiro.
    Ci ha resi consapevoli che non si tratta di un problema circoscrivibile all’hinterland napoletano o casertano.
    Ci ha scossi dal torpore, ci ha aperto gli occhi: a me calabrese che può intuire cosa accade da quelle parti, ma anche al tranquillo padano che, fino a ieri, non aveva strumenti per riconoscere come suo il problema.
    E questo, qualunque sia il tuo giudizio su di lui come scrittore, è un merito che non può non essergli ascritto.
    Che poi "Gomorra" abbia avuto il successo che ha avuto (sfruttando anche il lavoro di marketing della Mondadori, come è ovvio che sia), che sia diventato un film - secondo me bellissimo e scioccante - e una piéce teatrale, non toglie valore al suo contenuto e al suo autore.
    Di Saviano ho scritto che è diventato un simbolo, suo malgrado.
    Forse perchè negli ultimi 30 anni nessuno scrittore o regista (o uomo politico di rilievo) ha portato all’attenzione del paese quello che succedeva in Campania e, partendo da lì, nel resto d’Italia (per il traffico di rifiuti) e nel mondo (per quello della droga e delle armi).

    Che Roberto Saviano non ti piaccia come autore, che non ti stia simpatico per certi atteggiamenti che tu ritieni essere sintomo di un delirio di onnipotenza, ci può stare.
    Quello che francamente non mi spiego è l’astio che mostri nei suoi confronti.
    Attaccarlo paragonandolo a una qualunque Britney Spears per il successo che ha avuto e che oggi lo porta a vivere in una condizione da recluso, con una condanna a morte pendente sulla sua testa, non dimostra però grande serenità di giudizio e lucidità di analisi.
    E’ un tuo diritto non venerare Saviano e voler andare controcorrente.
    Però perchè non riconoscergli coraggio, onestà intellettuale e il naturale desiderio - per un ragazzo di 28 anni - di voler vivere una vita "normale"?

    Un cordiale saluto

  • Di Francesco Raiola (---.---.---.232) 17 ottobre 2008 10:43
    Francesco Raiola

    Ovviamente non avevo letto il commento di Roberto, ma vedo che siamo d’accordo.

  • Di pietro a (---.---.---.165) 20 ottobre 2008 01:02

     Ora Saviano si trova tra l’incudine e il martello: tra i delinquenti svelati che lo vogliono silente per sempre e i coetanei mediocri che non riusciranno mai ad emergere dall’anonimato, e questo li brucia. Anche io come tanti mi sono avvicinato con fastidio a un libro troppo venerato, poi invece l’ho letto fino in fondo, fino all’ultimo respiro, notte dopo notte. Ho scoperto che Gomorra è un libro magico: onnipresente e attivo. Raramente mi era accaduto di leggere un libro vivo, attuale, contemporaneo, che non finisce mai di dialogare con la realtà. Questo accade con Gomorra, dopo la sua integrale lettura. Aiuta a capire in che mondo stiamo vivendo; aiuta a decodificare il linguaggio cifrato dei telegiornali; aiuta a capire dove finiscono i rifiuti industriali e umani; fa capire il miracolo economico del nord industriale; svela il perchè hanno ucciso i nigeriani; aiuta a capire che tutto quello che vediamo è controllato e sotto sotto c’è un clan che ci sta facendo affari assieme ai politici e i potentati economici. Insomma fa aprire gli occhi. Ora che ho finito di leggere Gomorra, sento il bisogno di un Saviano in Puglia, in Calabria, a Bergamo, in Sicilia, a Milano, a Roma, a New York e ovunque c’è bisogno di denudare il re. A me la troppa luce non acceca, anzi, mi fa vedere meglio il futuro.

  • Di Anna Morosoff (---.---.---.116) 13 gennaio 2009 03:21

    Ho letto Gomorra in inglese, nella traduzione poco brillante della Jewiss, non posso quindi dare un giudizio sulle qualita’ letterarie di Roberto Saviano, che comunque non mi sembrano scarse.

    Posso dire di sicuro che, per quanto mi riguarda, ho imparato moltissimo dal libro. Vivo all’estero da oltre 40 anni, ed ignoravo quanto fosse dilagato il potere della camorra napoletana. Che Gomorra sia stato scritto da un giovane autore "locale" mi sembra un miracolo. Che contenga delle "imprecisioni" tipo dove si sia letto qualcosa ha ben poca importanza.

    La stampa statunitense ed inglese che ho letto trova il libro illuminante e coraggioso.

    Leggo ora che in Patria questo giovane autore ha dei detrattori. E’ giusto che riceva delle critiche, queste ogni vero autore se le aspetta ed anzi le invita. Ma chiamare Saviano "eletto," paragonarlo a Britney Spears, mi pare sia offensivo verso lo scrittore che ha lavorato duramente, e anche che riveli rancore verso il suo successo. 

    Che ci siano poi altri giornalisti che lavorino altrettanto bene o addirittura meglio, non puo’ togliere merito all’opera di Saviano. Come minimo, egli ha fatto conoscere il problema/la piaga della camorra a tutto il mondo e non solo a coloro che gia’ lo conoscono perche’ leggono quotidianamente altri giornalisti.

    Grazie, signor Saviano, da una sua lettrice napoletana all’estero.
































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