• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cultura > Identità svelate: Portotorres trova il suo abito tradizionale

Identità svelate: Portotorres trova il suo abito tradizionale

Un affascinante seminario promosso da Intragnas ha illustrato un lungo percorso di studi e ricerche antropologiche. Risultati premianti per il territorio: al via il primo gruppo folk che porterà in itinere origini e culture dimenticate.

"...A Portotorres non si ballava, oggi si balla: per noi è una grande soddisfazione..." La prima ovazione di applausi è per l'incipit di Michele Rando, giovane presidente di Intragnas. L'Associazione culturale turritana, nata a Portotorres nel 2006, vera fucina d' intellighentia e amore per la valorizzazione delle aggregazioni sociali, ha realizzato una manifestazione. presentata alla città, lo scorso venerdì 17 settembre. "Visthimenta Turritana" è il titolo di una manifestazione volta a diffondere i primi responsi di una lunga indagine scientifica, avviata da Intragnas sulle origini dell'abito tradizionale turritano. Ricostruito per la prima volta anche nella versione maschile e destinato a rappresentare in forma ufficiale, la città con il suo patrimonio storico culturale nelle varie e numerose iniziative di settore che si susseguono nell'isola ma soprattutto al di fuori di essa. Una prospettiva che oltre le positive premialità d'immagine per la comunità, apre scenari di opportunità di sviluppo con fattibili ritorni economici e turistici. Una possibilità non trascurata dalla neo amministrazione comunale, intervenuta con gran sostegno per un probabile investimento reale e non meramente propagandistico. In tal senso il primo cittadino Beniamino Scarpa (insediatosi da meno dei canonici cento giorni) ha avvalorato il personale riconoscimento per questa iniziativa, partecipando lui stesso in abito tradizionale. Nel saluto istituzionale ha rimarcato la riconoscenza nei confronti di colleghi e precedenti amministrazioni (a prescindere dai colori politici) che avevano avviato e incoraggiato questo percorso di studi e impegni. Portato alla luce e illustrato all'affollata platea dell'auditorium comunale Filippo Canu dal dott. Gianmario Demartis. La ricca relazione dell'esperto, in organico presso la Soprintendenza per i Beni Culturali è stata anticipata dall'intervento di Francesca Puggioni, presidente territoriale a Sassari di Arci, primo ente culturale nazionale. La dirigente cittadina ha ricordato i valori dell'animazione sociale praticata da Intragnas. Espressi radicalmente nella comunità turritana attivando una serie di attività culturali aggreganti. Fra gli obiettivi perseguiti, proprio il ballo sardo (con oltre 300 turritani coinvolti nei vari corsi annuali che hanno portato anche i ragazzi sardi ad esibirsi recentemente in Francia) e la realizzazione dell'abito tradizionale, con ben otto versioni diverse ricostruite, hanno dato risultati di eccellenza. Anche Maria Gabriela Ruggiu, portavoce dell'associazione e responsabile della manifattura dei vari costumi esposti, ha ricordato gli ultimi cinque anni di lavoro dedicati a questa sezione. Consumati in una vasta ricerca delle fonti: filologiche, testuali (lasciti e derivati dell'archivio di Stato), orali con l'ausilio di preziose testimonianze di anziani concittadini: un lavoro in fieri. Con una lunga serie di reperti (anche alcuni frammenti di stoffe originali), costituiti in buona parte da disegni e acquarelli risalenti al diciannovesimo secolo. Senza dimenticare preziosi e unici capi, appartenenti alla collezione privata di Pasqualino Billi, indispensabile collaboratore turritano nell'attività di ricerca che ha reso disponibile i personali e originali campioni per la speciale mostra inaugurata presso le cumbessias adiacenti la Cattedrale di San Gavino che resterà aperta sino al prossimo due ottobre. Il cuore della intensa serata è stata la trattazione di Giamario Demartis. Forte di una esperienza decennale nel campo dello studio e rielaborazione di abiti tradizionali, l'argomento esposto deve erodere agli inizi di ogni esperienza intrapresa, un tenace muro d'indifferenza e poca fiducia delle popolazioni coinvolte. Sicuramente quelle (la maggior parte nei comuni dell'isola) dove, sprovviste di testimonianze dirette, ignorano l'esistenza di un costume tipico. Era questo il caso di Portotorres ma anche di tanti altri luoghi, compresi Oristano e Cagliari. Anche in questi capoluoghi, l'abito è stato ricostruito da studi e simulazioni. Basti pensare - ricorda Demartis – alla prima edizione della Cavalcata Sarda nel 1951. I comuni rappresentati erano circa sessanta, le altre comunità si auto escludevano non disponendo dell'abito di appartenenza. Le ultime edizioni sassaresi superano le duecento partecipazioni, proprio grazie alle ricostruzioni operate e ufficialmente riconosciute. Il resoconto di Demartis è apparso avvincente con i contributi multimediali proiettati sul grande schermo che documentavano i reperti utilizzati nello studio. Disegni di fine ottocento eseguiti da don Simone Manca di Mores o dall'architetto Caminotti. Documenti straordinari che con tecniche raffinate trasmettono dettagli irripetibili: cenci, cappotti seremiccu o broccati rossi, destinati a classi sociali abbienti. Camice ancorate a modelli di sartoria arcaica piuttosto che bustini e corpetti femminili, sviluppatisi dopo le particolari confezioni indossate da Caterina de Medici.

Una notte fantastica di cultura, quasi fiabesca se non fosse storicamente documentata. Visioni che oltre entusiasmare le curiosità dei più piccoli, fieri e orgogliosi nel vestire i bellissimi costumi, hanno affascinato gli adulti rinfrancati nell'orgoglio turritano. Di questi tempi non è una cosa da poco.

JPEG - 658.8 Kb
La platea.
La sala comunale Filippo Canu.

JPEG - 714.5 Kb
Beniamino Scarpa.
Il sindaco in abito tradizionale.

JPEG - 686.5 Kb
Con i bambini.
Il sindaco ha riunito sul palco i piccoli in costume.

JPEG - 691.1 Kb
Il tavolo dei relatori.
M.Rando, G.Demartis e G.Ruggiu.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares