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I siciliani insorgono dopo la morte di un 23enne per dissanguamento

Malasanità per negligenza, imperizia, uso non appropriato delle risorse mediche: NO!
 
La drammatica morte del giovane è avvenuta per dissanguamento, per chiusura della sala operatoria dell’ospedale di Mazzarino (12.000 abitanti), come raccontato da tutte le cronache informative, e, dopo il tribolato trasporto nell’ospedale attrezzato più vicino: Caltanissetta.
 
La tragedia era forse già nell’aria.
Infatti i cittadini di Mazzarino già da diverse settimane erano sul piede di guerra. Continue manifestazioni e forti proteste - anche con l’occupazione dei tetti dell’ospedale e scioperi della fame - erano state organizzate contro la decisione assunta dal governo regionale -, presidente Lombardo - presa il 15 giugno. La scelta, che nominalmente sarà operativa dal 1° settembre, definita nel Piano di rivisitazione della struttura ospedaliera e sanitaria in Sicilia, determina di riconvertire il presidio ospedaliero in Pta – Punto territoriale di assistenza -, cioè in uso ambulatoriale.
 
Alla protesta avevano aderito e partecipato i cittadini e i consigli comunali degli altri paesi dell’area, utenza di fatto del Santo Stefano di Mazzarino: Riesi, Sommatine, Barrafranca, Bufera. In particolare non vogliono perdere le strutture sanitarie adibite ai casi di emergenza: chirurgia, rianimazione e terapia intensiva.
 
L’Azienda ospedaliera di Caltanissetta (capoluogo provinciale) dista 50 Chilometri da Mazzarino. La struttura viaria di tutta l’area interessata al collegamento con il capoluogo è caratterizzata da una situazione alquanto disastrata. Da Mazzarino serve almeno un’ora, ad andare bene.
 
Giovedì scorso si è consumato il tragico evento. Filippo Li Gambi, con la moto sbatte contro un’auto e, ironia della sorte, proprio a pochissima distanza dall’ospedale. Riporta una lacerazione ad una gamba. Sono le ore 23.00.
Viene trasportato con un’autoambulanza al pronto soccorso. La sala operatoria è chiusa! Dicono, alcune fonti….per ferie; altre note aggiungono che non erano più stati rinnovati i contratti ai medici dell’unità in oggetto; è più facile e conseguente supporre che la fase del cambio d’uso ospedaliero era stata già avviata, con tutta la “confusione” conseguente.
 
Alle ore 24.00 circa viene trasportato all’ospedale di Caltanissetta.
Il giovane è lucido, il dissanguamento continua, muore poco dopo (alle 2,45) per choc emorragico.
 
Drammatica la testimonianza del padre, 57 anni, ex brigadiere dei carabinieri andato in pensione una settimana addietro: “ ….lungo il tragitto che lo ha portato all’ospedale S.Elia di Caltanissetta, Filippo mi incoraggiava, mi diceva di non preoccuparmi, che stava bene e poi me lo hanno consegnato morto. Al S.Elia Filippo è arrivato vivo e vegeto e poi alle 2.45 di venerdì è spirato. Si può morire per un’emorragia ad una gamba?”.
 
Mercoledì, immediatamente dopo il funerale, il papà del giovane morto, pur straziato dal grande dolore, “armato” di grande coraggio civile e democratico, vestitosi di nero in rispetto al lutto, si incatena davanti all’ospedale.
 
Parte la rivolta popolare. Pur senza il suono delle campane che chiamavano il popolo a raccolta, chiudono i negozi, si fermano tutte le attività, migliaia di persone scendono in lotta.

 
La rabbia è grande. Protestano forte per l’assurda morte di Filippo, richiedono giustizia e certezze per il Loro ospedale.
 
In tanti, in centinaia, migliaia, bloccano le strade di accesso, la statale Caltanissetta-Gela. La ferma protesta dura due giorni, compreso la notte. Infine, vanno a bloccare anche la vicina autostrada Catania-Palermo. Alcune persone si incatenano assieme al padre del giovane, iniziando lo sciopero della fame.
 
Nella serata di giovedì, oltre 4000 persone sfilano in corteo davanti all’ospedale.
Il sindaco manda un accorato messaggio al Presidente della Repubblica. I cittadini si fermano solo nella tarda mattinata di venerdì, a seguito dell’incontro fatto presso la Prefettura di Palermo. Centinaia di persone si spostano nel capoluogo.
 
Poi, di fronte alle dichiarazioni del Prefetto, le manifestazioni vengono momentaneamente fermate.
 
Nel frattempo sono iniziate le “pirandelliati”, in onore di Pirandello, il famoso scrittore siciliano – premio Nobel -, grande esperto a descrivere le doppi e triple coscienze, facce e verità che dimorano negli uomini, specie in coloro che per censo, amministrano e spargono scienza e conoscenza.
 
Già giovedì il Presidente della Regione Lombardo così, tra l’altro, dichiarava: “Un sistema sanitario i cui reparti chiudono per ferie, deve essere smontato e rimontato ……”. Oltre alla tragedia di Mazzarinosi riferiva anche agli episodi che stavano accadendo a Niscemi – 29.000 abitanti - (un grosso paese della provincia di Caltanissetta) dove 30 donne in gravidanza avevano iniziato l’occupazione dell’ospedale dove dal 1° settembre è prevista la chiusura del Reparto di ostetricia e ginecologia del nuovo ospedale inaugurato il 23 marzo scorso dopo 28 anni di “tribolazioni costruttive”).
 
Oggi, venerdì, nella mezza serata, è stato emesso un comunicato dall’Assessorato regionale alla sanità, in premessa si legge: “La chirurgia e la sala operatoria dell’ospedale Santo Stefano di Mazzarino non erano chiuse, il personale non era in ferie e garantiva i normali turni di reperibilità notturna sufficienti per intervenire in caso di urgenza…..”.
 
***************
 
Intanto il papà del povero giovane insiste: “Me lo hanno ammazzato, chiediamo giustizia, nostro figlio non doveva morire per una lacerazione alla gamba”.
 
Il Sindaco, Vincenzo D’Asero, ha replicato nel corso della serata: “Il problema è che il protocollo prevede che vi siano tre chirurghi e due anestesisti e quella sera, come nei giorni precedenti, non vi era il personale perché non hanno provveduto a colmare l’organico”.
 
Verità e giustizia richiede il popolo di Mazzarino e siciliano tutto.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.119) 29 agosto 2009 11:22
    Damiano Mazzotti

    Se le cose sono andate così, la Sicilia e L’Italia stanno veramente diventanto l’Africa del Nord..

  • Di Kocis (---.---.---.137) 29 agosto 2009 13:47

    Riguardo la "ristrutturazione" della funzionalità dell’ ospedale le lotte dei cittadini hanno raggiunto un primo risltato.

    E’ scaturito dall’incontro fatto in Prefettura venerdì.
    Dal primo settembre il Reparto di chirurgia dell’ospedale di Mazzarino tornerà in funzione. Alcuni medici dell’Asl 2 di Caltanissetta saranno distaccati.

     

    • Di Kocis (---.---.---.137) 29 agosto 2009 15:14
      Il Reparto resterà in funzione….per quattro mesi.
      Fino al 31 dicembre.
       
      Nel frattempo così ha dichiaratoli primario di chirurgia dell’ospedale di Mazzarino al quotidiano La Repubblica:
       
      La sala operatoria non è chiusa come luogo fisico, ma dal 16 aprile sono in servizio solo due medici, poiché quattro contratti sono scaduti e non sono stati rinnovati. E già il maggio scorso la direzione aziendale, a causa della carenza di organico, ha sospeso il ricovero e il trattamento delle emergenze. Dobbiamo attenerci alle disposizioni”.
  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.79) 29 agosto 2009 19:03
    Damiano Mazzotti

    Potrebbe anche essere che il collasso del sistema finanziario sanitario inizi dalla Sicilia...

    E poi si passerà alla giustizia...

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