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I nutrizionisti lanciano l’allarme: troppe calorie nei nostri spuntini!

Può l’obesità diventare epidemica? A quanto pare sì. I nutrizionisti cominciano a puntare il dito sul bombardamento calorico normalizzato che viene quotidianamente instillato nelle giovani menti. Un allarme tutto italiano viene dalle pagine di Repubblica, dove il dottor Eugenio Del Toma punta il dito contro il nuovo e tanto decantato panino dalle italiche virtù proposto da Mc Donald’s e patrocinato dal ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia. Si tratta del Mc Italy: “carne proveniente dai migliori allevamenti italiani, olio extravergine, formaggio asiago, carciofi, bresaola!”. Visto così è davvero invitante: i genitori potrebbero essere ispirati a consigliarlo ai figli e in soldoni i ricavi per le aziende italiane per la vendita sulla penisola e all’estero dei prodotti per realizzare il panino porteranno introiti mostruosi (almeno così afferma il Ministro).
 
Ma dietro la parvenza di un prodotto di qualità, buono e salutare si nasconde una bomba ad olorogeria, il McItaly – spiega Del Toma – fornisce 715 Kcal e 3 grammi di sale, cioè più calorie di un panino classico da fast food (il Big Mac ne ha 495, quasi alla pari di un piatto di pasta al pomodoro che ne ha però appena 400). Così l’Italia acquista in girovita e cerca di competere proprio con quei cugini americani che il fast food lo hanno scoperto per primi. Negli Stati Uniti l’allarme obesità è stato però lanciato da tempo: l’America, infatti, da anni fa i conti con un’inarrestabile e incontrollabile epidemia di obesità, soprattutto tra bambini e adolescenti che, per poi riuscire a dimagrire, si sottopongono sempre più spesso a pratiche chirurgiche di liposuzione, pillole dimagranti di dubbia provenienza e la nuova dannosissima moda del salto del pasto. Alan Lake (pediatra americano) riferisce: “il 17% dei nostri ragazzi è obeso e un altro 17% è molto sovrappeso. Cresce il numero dei diabetici che svilupperanno gravi malattie cardiache […] poi è allarmante sapere che più di cinquemila adolescenti americani in solo un anno si sono sottoposti alla liposuzione”.
 
Così l’America (patria delle catene di McDonald’s, Burgher King, Kentucky Fried Chicken ecc..dove il cittadino si reca quotidianamente per consumare oltre un terzo dei suoi pasti) è chiamata a muovere guerra al bombardamento calorico. Perché l’obesità fa male e costa anche parecchio: ben 117 miliardi di dollari in cure mediche, ci dice il Corriere. Così negli U.S.A. è guerra alle calorie: dalla tassa sugli obesi, alle porzioni più piccole nei ristoranti, i biglietti aerei fatti pagare il doppio alle tagli forti e adesso anche lo stop ai pop corn nei cinema. L’idea stavolta arriva da Michael Lynton patron della Sony Pictures che vuole cambiare le abitudini del classico fruitore di cinema sostituendo quei pop corn grondanti di burro con qualcosa di gustoso ma più salutare come le patate al forno. Ogni bicchierone di pop corn da cinema, infatti, contiene 76 grammi di grassi: pari a 1.100 calorie. Ma nonostante ciò l’Italia va in controtendenza e lo Stato si fa promoter per McDonald’s, offrendo il volto del Ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia, che ha praticamente fatto da testimonial al prodotto e che dichiara dalle righe dell’Ansa: “Sono grato a McDonald’s che si è prestata a questa grande operazione culturale!”.

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