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 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Hatsune Miku, l’ultima follia nipponica

Hatsune Miku, l’ultima follia nipponica

E’ il fenomeno giapponese del momento. Lunghi capelli acquamarina, codini vistosi, sguardo da biricchina, fisico mozzafiato, divisa da scolaretta, è la nuova rockstar dei ragazzi del Sol Levante. Troneggia nelle classifiche musicali, riempie gli stadi, i teenager vanno letteralmente in visibilio per lei. Scontato il suo successo… ma non è ‘vera’!

Parliamo, infatti, di un avatar, in pratica di un’immagine, creata al computer.

Nata nel 2007, non raffigura alcun artista ‘reale’. E’ un disegno, animato, un manga, che si presenta sul palcoscenico nientemeno che come ologramma, cioè immagine 3D.

Nemmeno la voce è umana, anzi, il “prodotto” è nato proprio come prima release di sintesi vocale, dalla Yamaha, a cui solo successivamente sono state assegnate sembianze umanoidi, diventando protagonista di un videogame giapponese, creato da SEGA e Crypton Future Media per la PlayStation Portable.

Così, grazie alla complicità della teoria sull’evoluzione della specie, le case discografiche devono aver pensato fosse preferibile passare dal successo virtuale di molti artisti, al successo degli artisti virtuali, confermando che, a volte, basta cambiare l’ordine sintattico per stravolgere il fatturato!

E da personaggio per consolle, Hatsune Miku, è diventata la prima popstar in computer grafica, con voce campionata, presa (ma non copiata) dalla cantante umana, Saki Fujita, ottenendo un successo tale da andare addirittura in tour, eseguendo concerti dal “vivo” con tanto di pubblico e band (questa, in carne ed ossa), facendo davvero un gran figurone sul palco, decretando letteralmente il tutto esaurito nei concerti e sbancando il mercato di dvd e blueray.

Un prodotto perfetto per i ragazzini, anche se c’è da scommettere che il pubblico minorenne non sia l’unico fruitore. E a questo proposito, sarà interessante osservare la posizione dell’opinione pubblica, appena il fenomeno dovesse diffondersi anche in Occidente.

Evidente, infatti, l’obiettivo del mix giovane-spensierata-erotica (basti vedere l’evoluzione in rete della sua immagine) stabilendo quel sottile legame con la pedofilia, seppur surrogata con un cartoon; in fondo, non c’è peccato ad avere fantasie con un cartone animato, pur rappresentando una minorenne (così di moda).

Difficilmente potrebbe transitare tra i media nostrani senza provocare clamori moralistici, specie dopo le nuove (dis)posizioni di Chiesa e Cassazione nei confronti delle “intenzioni”, visto il recente caso del matrimonio “annullato” ancora prima di essere concluso, perché la futura consorte non avrebbe garantito, ex ante, la propria fedeltà post matrimoniale.

Per il momento, comunque, il caso, ancorché ampio in Giappone, rimane limitato entro i suoi confini e non è detto debba espatriare e diventare tendenza anche in Occidente, tanto meno con carattere allarmante.

Certo, fa riflettere, e con un pizzico d'inquietudine, la comparsa di una generazione capace di adulare una figura in 3D. Anche se è meno singolare, se si pensa che migliaia di anni, or sono, si è cominciato a venerare semplicemente un’Idea, altrettanto misteriosa.

L’ennesima conferma che desiderare l’inconsistente è una prerogativa della razza umana.

Chissà quando l’Uomo riuscirà a scoprire ed amare, senza cercarla altrove, la potenza che ha in sé?

 

(Hatsune Miku's performance: http://www.youtube.com/watch?v=dgjfpoIA054)

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