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Guerriglia nel rione Salicelle di Afragola: perché la stampa ignora le responsabilità della politica?

L'esplosione di violenza che c'è stata al rione Salicelle di Afragola, a seguito segli sgomberi previsti, è grave e va condannata: ma è il frutto anche del fallimento delle diverse amministrazioni politiche che, ignorando i disagi del quartiere, ne hanno approfittato per ottenere consenso politico, favorendo in questo modo la “camorra spa”: quella che negli scorsi anni ha cementificato intere zone, speculando sulle costruzioni abusive. La stessa “camorra spa” che ancora oggi è interessata alle speculazioni edilizie di primo piano.

Chi legge i giornali avrà saputo che mercoledì 28 settembre c'è stata una “guerriglia urbana nel rione Salicelle di Afragola”, un vero e proprio scontro che vede da una parte le forze dell'ordine, che avevano ricevuto l'ordine di effettuare lo sgombero di tre edifici occupati abusivamente (in accordo con la graduatoria del luglio 2010 stilata dal prefetto Pansa); e dall'altra parte i manifestanti residenti in quel quartiere, i quali si sono opposti violentemente a tale operazione prima lanciando sassi, bottiglie e molotov e poi - verso le ore 17.30 - occupando l'Asse mediano in modo da bloccare il passaggio. 

Solo in serata il prefetto comunica di sospendere gli sgomberi previsti. Adesso la situazione è tranquilla rassicura il sindaco Nespoli. Due dei fomentatori della protesta sono stati arrestati con l'accusa di devastazione, blocco stradale, resistenza al pubblico ufficiale e incendio doloso; mentre dodici è il numero delle persone contuse, tra cui ci sono tre poliziotti feriti ad una mano.

“Dobbiamo applicare la legge e la prefettura ci obbliga a rispettare la graduatoria degli assegnatari di alloggi pubblici che fu varata ai tempi del prefetto Pansa” afferma il sindaco Nespoli.

Ecco, chi ha sfogliato le pagine del giornale avrà forse letto qualcosa di simile; chi invece vive da queste parti sa benissimo che la situazione è più complessa: e sicuramente si rende conto di quanto siano retorici, ipocriti i commenti dei nostri politici! “Che cos'è la rapina di una banca in confronto alla fondazione di una banca?” si chiedeva Bertold Brecht, nell'Opera da tre soldi. Questo è il punto su cui riflettere: cos'è un atto di ingiustizia e di violenza commessa fuori dalla legge, rispetto a chi commette un'ingiustizia e una violenza ben più grave “servendosi” della stessa legge?

Non certo si vuole giustificare o relativizzare quell'esplosione di violenza “visibile” che c'è stata l'altro giorno (grave e va condannata); ma bisogna invece contestualizzare e spiegare come quella manifestazione di violenza è il prodotto e la reazione di un'altra violenza “invisibile” perpetuata da trent'anni ai danni degli abitanti di quel quartiere, a causa di una fallimentare gestione politica e della totale assenza dello Stato. Della prima forma di violenza si occupano i giornalisti, le rockstar della tv e quelli che cercano scoop, della seconda invece ci dobbiamo occupare noi cittadini che viviamo qui.

Il rione Salicelle fu costruito negli anni '80 con la legge sul terremoto per rispondere all'esigenza di assegnare una casa ai senza tetto.

Come la gran parte dei quartieri-ghetto della provincia di Napoli (e.g. Parco verde di Caivano, 167 di Secondigliano) sono zone di marginalità, luoghi che non sono più controllati dello Stato e quindi divengono anti-stato, zone extra-legali, sconnessi totalmente dal tessuto sociale della città. Luoghi spettrali. Proprio pochi giorni fa la preside Carfora, della scuola media Vivaldi di Caivano, lamentava l'assenza di organico di insegnati: nessuno vuole insegnare nel Parco verde. Altro che esercito, qui abbiamo prima bisogno di insegnati.
Una decina d'anni fa ci fu una bella inchiesta pubblicata su Panorama, dal titolo “Salicelle, dove la legge è fuori legge”, in cui non solo si denunciava la dimensione surreale di degrado di questo quartiere (considerato addirittura peggiore di Scampia), ma si argomentava spiegando come anche i preti e gli insegnati volessero fuggire. Non c'è un negozio o un attività commerciale. Non c'è un posto per ricreazione. Non c'è la fermata degli autobus. Non c'è una panchina. Non c'è nulla. Si vive peggio delle bestie. In dieci anni è cambiato poco, nonostante i mille annunci (ultimo quella dell'ex Ministro degli Interni Mantovano venuto in occasione dell'inaugurazione del nuovo commissariato). Basta passeggiare per questo quartiere per rendersi conto di quante ragazze madre ci sono. Dell'altissimo livello di evasione scolastica. Una vera e propria forma di apartheid. Reale e raccapricciante. Allora quello che dovrebbe far notizia - e quello che è davvero scandaloso – è la condizione di emarginazione a cui questi abitanti sono sottoposti. Non hanno più diritti.

Io ricordo le promesse che si sono fatto nel corso degli anni: nel 2007 venne finanche l'allora ministro della giustizia Clemente Mastella nella chiesa di San Michele. Per decenni ci sono state solo vuote promesse. Non c'è mai stata la volontà politica di rivalutare davvero quel quartiere. E anzi i politici si sono servite delle promesse solo per ottenere consenso elettorale.

Allora è ingiusto soffermarsi solo “sulle violenze” dei rivoltosi, senza sottolineare le cause e le responsabilità politiche che hanno determinato e generato quest'ultima esplosione. Si vuole parlare della camorra, descrivendola quasi come una banda di quattro delinquenti. Bisognerebbe parlare dell'altra camorra, del vero potere affaristico imprenditoria che ha generato quest'ultima. Dobbiamo partire dalle responsabilità di una classe politica che ha fallito. Ed è stato proprio in virtù di questo fallimento che la “vera” camorra si è arricchita.



Negli ultimi anni nessuna amministrazione ad Afragola ha davvero risolto il problema dell'assegnazione delle case, al punto che ancora oggi non si riesce a soddisfare la richiesta di più di mille abitazioni. Non regolarizzare la richiesta di abitazione da una parte, e tollerare l'abusivismo dall'altra. Questo è stato il grosso favore fatto alla “camorra spa”, quella che si infiltra nelle solite aziende improvvisate distruggendo realmente e concretamente il nostro territorio. Cementificando tutto.

L'intero quartiere Saggese è nato in questo modo. Un quartiere abusivo. E le vittime non sono certo quelle aziende che hanno speculato sulle costruzioni abusive; ma il vero danno è di chi tra poco vedrà la propria abitazione abbattuta perché abusiva. Lo Stato fa bene ad abbattere, ma bisognava prima regolarizzare. Perché non è stato fatto? A chi è davvero convenuto?

La stessa classe politica, negli anni passati, mentre da una parte dimenticava di assegnare case e aggiornare il piano regolatore, dall'altra puntava i propri programmi elettorali sulle “grandi opere”, proclamavano i nuovi paradisi in terra: lavoro e sviluppo grazie ai nuovi centri commerciali, era lo slogan. Ma quei terreni sono finiti nelle mani dei soliti “padrini” che hanno speculato guadagnando centinaia di volta su quei terreni. Questa è la vera camorra. Perché non si parla di ciò?

Da destra a sinistra, tutti hanno fallito. All'epoca si era in disaccordo su tutto, tranne che su un punto: la lista delle assunzione nei vari centri commerciali non doveva essere stilata per sorteggio; perché no? Sarebbe stato sicuramente un indice di trasparenza!

I politici che oggi parlano di legalità sono gli stessi che hanno vinto proprio in virtù delle promesse fatte agli abitanti del rione Salicelle. Hanno vinto grazie a quel bacino elettorale. E, come emerso anche da una puntata di Report, hanno perfino “dispensato” viveri, pasta e altri alimenti per campagna elettorale. Hanno comprato la libertà dei cittadini con la pasta e in questo modo hanno vinto.

Allora possiamo parlare anche dei singoli politici, possiamo enumerare i guai giudiziari dei nostri politici; partendo dal sindaco e dai consiglieri; ma finché non partiamo dalla semplice costatazione che l'intera classe politica in tutte le scorse amministrazione è completamente marcia; non comprenderemo la situazione reale: non hanno servito la politica ma si sono servito della politica per arricchimento personale. Le responsabilità sono gravi . E grazie al fallimento della politica che quella grossa multinazionale chiamata camorra si è arricchita!

Svegliamoci: la camorra non è la banda di scugnizzi che protesta perché occupa una casa abusiva, ma la vera camorra è un'altra, è una multinazionale che dialoga con i politici e si serve di quei ghetti per assoldare manovalanza criminale. Ecco allora per una volta va detto ad alta voce: il degrado, una certa ghettizzazione, e quello stato di marginalità non è dovuto al caso o ad un fattore antropologico, ma è voluto e tollerato da una classe politica che si serve dell'ignoranza delle persone per vincere e affermare il proprio potere; ma ciò è funzionale anche al potere delle organizzazioni criminali, che utilizza questi quartieri come serbatoi, come manovalanza criminale. L'illegalità, insomma, è l'altra faccia del potere politico imprenditoriale che si serve di quest'ultimo per il proprio business. Questo è il turbo capitalismo criminale. Più degrado e meno democrazia: così si possono vincere più facilmente le elezioni. Si riduce il cittadino ad animale. Per potere.

Ma c'è anche una parte che resiste a questa deriva.
I veri eroi non sono quelli che appaiono nelle prime pagine dei quotidiani. I veri eroi che combattono in queste zone di illegalità permanente sono quelli che in silenzio e sul territorio cercano di affermare un briciolo di legalità. Come Don Ciro Nazzaro, parroco di S. Michele, che lavora in silenzio e lo fa proprio nel rione Salicelle per educare le persone alla legalità e al rispetto civico. C'è stato proprio recentemente un incontro con insegnati ed altri operatori sociali: dal basso e alle persone del quartiere. Così si educa. A queste persone andrebbe data una medaglia. Non certo a quei politici. Ed è questo che abbiamo bisogno: insegnati ed educatori per affermare diritti e legalità. L'esercito da solo non può risolvere tutti i problemi.

Se però tutto questo succede è perché noi cittadini non abbiamo inchiodato i politici alle promesse fatte; è successo perché si è accettato il voto di scambio.
Ecco, non limitiamoci a raccontare quello che succede; ma chiediamoci – da cittadini- anche il perché è avvenuto. E così capiremo come quei politici che parlano di legalità hanno invece una pesante responsabilità in tutto ciò.

 

Credits Foto: Lunaset

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