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Grecia. O mangi questa minestra…

di Massimo RIBAUDO

Come ha scritto Yanis Varoufakis, la Grecia, come fu per l’Italia con il Governo Monti, si trova di fronte ad una di quelle scelte per le quali non c’è il più responsabile di altri, o il più rivoluzionario. Non c’è una risposta giusta. Una sola cosa si può dire oggettivamente: nell’accettare le condizioni del memorandum per il nuovo bail-out, Alexis Tsipras fa una scelta di governo dell’emergenza che è in completa contraddizione con il programma per il quale è stato prima eletto dal popolo e ha poi vinto il referendum del 5 luglio scorso.

Era inevitabile? Forse, sì. Ed allora tutta la vicenda greca ci dimostra, al di là delle parole di economisti, politologi, intellettuali, che l’Euro non permette più scelte politiche democratiche, basate quindi su programmi in alternativa fra loro, all’interno dei suoi paesi membri.

Le regole le impongono i Paesi creditori. Questa è la realtà.
Le elezioni permettono solo di scegliere CHI si trovi a applicare queste regole.

Alexis Tsipras ha conquistato un’altra volta la maggioranza parlamentare per andare avanti sulla strada della gestione del Memorandum. Ha quindi invitato il suo partito a essere unito, a costituire, “la fortezza per dare la battaglia”.

“Alcuni dichiarano che non ha importanza se il governo è di Syriza e dei Greci Indipendenti o di altri partiti che hanno governato gli anni scorsi. Mi dispiace per queste osservazioni. Però non posso non rispondere. Per quando riguarda il mio codice di valori la presenza della Sinistra nel governo è una fortezza per la battaglia per gli interessi del nostro popolo. Fortezza per la battaglia per la protezione dei cittadini. E questo fortezza non la abbandonerò. Non diventeremo dei vigliacchi. Noi non diventeremo tra quelli che gettano via il loro scudo di fronte ai loro avversari. Le lotte che abbiamo di fronte a noi la daremo con la stessa determinazione e saranno vinte”.

Il perimetro della lotta è chiaro per Tsipras:

“E’ una lotta continua in Europa tra il cambiamento e le forze conservatrici. Non posso dire che cosa accadrà domani, ma sono certo che la nostra testa insanguinata abbia fatto breccia in quel muro. Noi abbiamo accettato questo compromesso per sconfiggerlo. E non c’erano altre scelte. Penso che nessun governo di questo Paese avrebbe accettato di perdere in una notte tutti i beni”.

Il primo ministro greco ha ammesso che l’esito dei negoziati non è stato positivo per il governo e il popolo greco, ha sostenuto che certi circoli dell’Europa non hanno abbandonato l’idea di un Grexit, ma si è mostrato altrettanto certo che la vittoria dei neoliberisti tedeschi ed europei sia una vittoria di Pirro, perché sul tavolo c’è la necessità della ristrutturazione del debito greco, mentre si prepara l’avvio del piano dei 35 miliardi di investimenti che prevede l’accordo per far ripartire l’economia greca e creare posti di lavoro.

Il primo ministro greco ha smentito le voci relative a normative capestro relative al pignoramento delle case dei cittadini insolventi. “Non ci sarà nessun pignoramento della prima casa”.

“Perdute sono le lotte che non si combattono, le lotte che arrivano fino ai limiti danno i loro frutti. Non mi pento nemmeno per un attimo per le lotta che abbiamo fatto, sono orgoglioso per questo”.

E ora Alexis Tsipras punta su quattro obiettivi: la lotta contro la corruzione e l’evasione fiscale, l’introduzione di riforme importanti nel sistema politico per eliminare l’intromissione delle oligarchie private nella politica economica e nei media, azioni per il sostegno delle persone colpite dalla crisi, l’applicazione di un piano di investimenti per far ripartire l’economia greca con la creazione di posti di lavoro per controbilanciare le misure recessive previste dall’accordo.

Misure che un governo di centrodestra non avrebbe mai preso. Che il nostro governo italiano si guarda bene dal prendere, spingendo invece verso la più totale privatizzazione dei rapporti giuridici e sociali.

E qui siamo al punto: il sistema neoliberista è questo. La macchina del capitalismo finanziario funziona così. Puoi solo decidere COME arredare la tua prigione. La prigione del debito. Oppure, saltare dalla finestra. Ma, per farlo, devi spiegare al tuo popolo cosa c’è fuori.

(Immagine dal web. Grazie a Argyrios Argiris Panagopoulosper la traduzione di alcuni passaggi del discorso di Alexis Tsipras nel Parlamento greco del 22 Luglio 2015)

Questo articolo è stato pubblicato qui

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