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 Home page > Attualità > Politica > Gli incastrati da Renzi

Gli incastrati da Renzi

 
Diceva Goethe che spesso la Verità è la più sottile forma di astuzia. Questo devono aver pensato e consigliato a Renzi i collaboratori strateghi della sua azione politica, quando lo hanno spinto a parlare direttamente al Paese, con una certa decisione ed insistenza, della necessità di fare quelle riforme veramente urgenti e necessarie al Paese. Riforme ormai indifferibili, per le quali Renzi ha vinto le primarie, ha conquistato la segreteria del PD e non può non tentare di realizzarle nel minor tempo possibile, pena il declino della sua parabola politica.
 
E la realtà e l'urgenza della realtà incastrano chiunque. Renzi ha dialogato con tutti i partiti che acconsentivano a discutere delle riforme e con tutti, tranne Lega e Movimento 5 stelle, ha raggiunto un accordo di massima da portare alla discussione del Parlamento.
 
Come sempre succede nel nostro mondo politico, appena concluso l'accordo sono iniziate le manovre dilatorie, le astuzie ed i cavilli per annacquare il bel colpo riuscito a Renzi di convincere i più ad aderire al proposito unitario di riforma, meditando probabilmente propositi di rivincita.
 
I suoi compagni di partito sono stati i più acidi, perché non hanno saputo obiettare se non di aver trattato con Berlusconi, anzi di averlo invitato nella sede del PD, come se il Nazareno fosse il paradiso terrestre, immune da fasti e nefasti della lotta politica. Sono incastrati a tal punto da aver come unica via d'uscita quella di sfasciare il partito con una scissione, suicidandosi per l'ennesima volta.
 
Berlusconi è incastrato a sua volta, perché non potrà fare a Renzi lo stesso scherzo fatto a D'Alema e Veltroni, cioè venire meno alla parola data, perché i tempi son cambiati, il suo consenso più che dimezzato, il suo carisma appannato ed i suoi guai accresciuti. Se dovesse ritirare la disponibilità alle riforme si suiciderebbe definitivamente.
 
Scelta Civica, Casini, Viva l'Italia, Sel e tutti gli altri cespugli politici, poi, si batteranno per cambiar qualcosa dell'accordo raggiunto con Renzi, come la necessità di introdurre le preferenze o cambiare le varie soglie di sbarramento, che potrebbero sicuramente danneggiarli, ma neppure loro potrebbero sognare di far saltare il banco delle riforme, con agguati, complotti nel segreto di un eventuale voto parlamentare o in commissione. Perché le conseguenze per il Paese potrebbero essere drammatiche.
 
La caduta del governo, l'incognita di una campagna elettorale durissima, l'esito di una maggiore ingovernabilità, potrebbero risvegliare la speculazione e l'avversione dei mercati, innescando la corsa verso il disastro.
 
È vero che anche le comunità talvolta sono afflitte dal cupio dissolvi, accecate dal rancore e dalla faziosità. Ma mi auguro sinceramente per il futuro dei nostri figli che la Provvidenza faccia rinsavire questa che è la peggiore classe dirigente per il nostro sventurato Paese.
 
 
Foto: Wikimedia

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.133) 24 gennaio 2014 13:29

    Incontro storico >
    L’incontro di Renzi con Berlusconi ha fatto grande scalpore. Se avrà anche portata storica è da vedere. Stiamo ai fatti.

    Tutto inizia con il premier Berlusconi che trova lo spazio in agenda per ricevere ad Arcore il Sindaco di Firenze (dicembre 2010). Renzi è fresco reduce dal successo ottenuto alla Leopolda con il lancio della sua teoria sulla “rottamazione”.
    Passano tre anni.

    Renzi è diventato il Segretario del PD e Berlusconi, seppur decaduto, è ancora il leader di riferimento del centrodestra.
    Renzi, per “cambiare verso” al paese, deve mettere mano alle riforme ferme da troppi anni, cominciando da una nuova legge elettorale. Mosso da spirito “innovatore” decide di stringere un “asse” con Berlusconi.
    Ecco l’occasione per ricambiare l’invito.
    Purtroppo la sede PD di Arcore non ha il prestigio ed il confort di villa San Martino.

    Per non “sentirsi” da meno non gli resta che la Sede nazionale del PD.
    Quello che conta è conseguire il risultato. Vero, ma …
    Belusconi, solo varcando la soglia del Nazareno, si è preso una grossa rivincita su larga parte del PD. Per contro, è colui che ospita a non avere interesse a “troncare” l’incontro cercato.
    Risultato.
    Berlusconi non ha ceduto su alcuno dei suoi canoni politici (abolizione Senato, revisione Titolo V°, ecc). Perfino il ballottaggio, inserito come la carta di riserva, non corrisponde al doppio turno (alla francese) da tempo auspicato dal PD.
    Notazione.
    Forse esiste un denominatore comune. La storia insegna che la Febbre del Tribuno non conosce remore e limiti fino a …

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