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Giorgia Meloni fallisce sul fronte dell’immigrazione: raddoppiati gli sbarchi in un anno

L'immigrazione è uno dei fallimenti politici di Giorgia Meloni che due anni fa aveva definito l'allora ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, incapace di frenare i flussi migratori, chiedendo le sue dimissioni. ‘Il ministro non è in grado di far rispettare le regole su immigrazione e irregolari”, sbraitò Meloni con piglio deciso.

La premier italiana adesso che è al governo si è resa conto di quanto sia difficile gestire il fenomeno migratorio. La sovranista che voleva difendere i confini nazionali da una fantomatica invasione dei nuovi barbari provenienti dal Deserto dei Tartari; colei che prometteva blocchi navali e cannonate sulle ong deve fare i conti con una realtà che non si risolve con le parole che ha dispensato con tanta nonchalance in campagna elettorale.

La verità, come sempre, non sta nella chiacchiere, ma nei fatti. E i fatti dicono che in Italia, da gennaio a luglio di quest'anno, sono giunti nel nostro Paese già ottantamila migranti contro i centomila dell'intero anno 2022. Se si va più indietro nel tempo, il divario peggiora. Nel 2021, nel periodo compreso tra gennaio e luglio, erano approdati nelle nostre coste venticinquemila migranti; quest'anno siamo giunti già a ottantatremila profughi.

Per farla breve, sbarcano più migranti con il governo Meloni che con i governi degli anni precedenti. Ma questi dati non vengono menzionati dalla premier. Quello che rimane alla capa del governo per coprire l'imbarazzo è solo tanta retorica. Come quella sugli accordi europei sui migranti rimasti mera illusione e le trattative con le nazioni africane che stentano a decollare. La premier non parla più di migranti da fermare, perché ha capito che c'è poco da fermare.

Nessuno però sta chiedendo le dimissioni del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi per come sta gestendo l'esodo africano che affolla le coste italiane un giorno si e l'altro pure. Decine di sbarchi senza soluzione di continuità. E questo malgrado la latitanza delle ong che evidentemente non erano la causa delle partenze, perché quando sei con la spalle al muro, decidi di partire, con o senza navi umanitarie, ti metti sui gommoni e sfidi pure la morte. 

Da sempre la miseria e le guerre muovono milioni di persone in tutto il mondo. Un fenomeno che non si può fermare con la demagogia elettorale, ma con una migliore distribuzione delle risorse mondiali. Perché sono le diseguaglianze economiche ad alimentare viaggi di massa e non saranno certo i muri, le leggi, i porti chiusi e i pattugliamenti a bloccare questo esodo che sta assumendo proporzioni epocali. Se ne faccia una ragione Meloni. 

Commenti all'articolo

  • Di Gregorio Scribano (---.---.---.172) 18 agosto 2023 14:06
    Gregorio Scribano

    ...e sta fallendo pure sul fronte pensioni: aveva promesso in campagna elettorale il superamento della legge fornero, ma di pensioni nessuno ne parla più nè la destra, nè la sinistra, ma neppure il sindacato!

    La scellerata legge fornero – che pretende di fare cassa sulla pelle dei lavoratori – va abrogata il prima possibile e sostituita con una riforma previdenziale che liberi posti di lavoro a favore dei giovani, che altrimenti non riescono a mettere su famiglia, e che allo stesso tempo conceda la meritata e giusta pensione ai più anziani collocandoli a riposo a 65 anni di età e con un assegno di pari entità all’ultimo stipendio percepito.

    Insomma, gli anziani devono fare i nonni e i giovani devono lavorare.

    Se non si agisce in questa direzione in tempi brevi, l’Italia collassa!

    Il progressivo innalzamento dell’età pensionabile ha, infatti, un terribile ‘effetto collaterale’: incide sui tassi di fecondità contribuendo al calo delle nascite.

    Soprattutto nei Paesi del sud dell’Europa con più lacune sul fronte delle politiche e dei servizi all’infanzia, e dove una giovane coppia per mettere su famiglia fa grande affidamento sulla figura dei nonni.

    È quanto emerge da uno studio di Bankitalia, dove si sottolinea come le riforme previdenziali varate negli ultimi decenni in Europa per contenere la spesa pubblica possono avere un impatto anche sulla crescita demografica. Un fenomeno che riguarda quasi esclusivamente i Paesi dell’area Mediterranea, mentre è quasi nullo nell’Europa Continentale e nei Paesi del Nord, dove le politiche di welfare si dimostrano più efficaci e i servizi come gli asili nido sono più diffusi e meno gravosi per le tasche delle giovani coppie.


  • Di paolo (---.---.---.119) 21 agosto 2023 08:20

    Un sentito ringraziamento al trio Mattarella, Draghi e Letta per averci regalato questo governicchio da asilo Mariuccia. Il loro furore iconoclasta (a media unificati) nel distruggere il M5S è servito. La turista per caso continua il suo defilé multilingua (italiano a parte) in giro per il mondo. Quindi sorridete, il peggio deve ancora venire.

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