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Francesco de Gregori: entusiamo al Goldoni

In una Venezia presa d’assalto come al solito (ma forse quest’anno ancor di più) da artisti, giornalisti e invitati più o meno Vip, in occasione della Biennale d’Arte – e tra i visitatori è stato notato ai Giardini anche lui – Francesco De Gregori ha riempito lo storico teatro Goldoni per una tappa del ‘Vivavoce Tour Duemilaquindici’, dal titolo del suo recente doppio album.

Due ore esatte, spese ad interpretare 20 canzoni e 4 bis, per altro già previsti nello stilare la scaletta. Ben 15 facevano parte del doppio CD citato, nel quale il cantautore romano ha scelto di riarrangiare parecchi brani di una lunga carriera. E’ piaciuto di più ascoltarli dal vivo, grazie ad un’acustica quasi perfetta, merito di uno staff tecnico altamente professionale. Complimenti al nutrito ensemble (10 elementi) , selezionato dal bassista Guido Guglielminetti, con Paolo Giovenchi, chitarra solista, Lucio Bardi, seconda chitarra, Alessandro Valle, pedal steel guitar e mandolino, Alessandro Arianti, organo Hammond e pianoforte, Elena Cirillo, violino, cori, piccole percussioni, Stefano Parenti, batteria e un’affiatata brass section : Giorgio Tebaldi, trombone, Giancarlo Romani, tromba, Stefano Ribecca, sassofoni. Musicalmente si respira in parte un’atmosfera del Bob Dylan acustico, con un’appendice elettrica nella versione di ‘Buonanotte fiorellino’, ribattezzata ‘Fiorellino # 12 & 35’, con la quale il cantautore romano si è congedato da una platea plaudente, ma non “caciarosa”, felice di partecipare ad una festa famigliare. Tra i titoli più apprezzati, la versione acustica di ‘Alice’, interpretata soltanto da De Gregori e Giovenchi alle chitarre, e ‘La donna Cannone’ con i soli Arianti al piano e la Cirillo al violino, eseguiti all’inizio dei bis. De Gregori è apparso in gran forma, ha accennato anche a passi di danza, ha imboccato spesso l’armonica, per nulla stanco, a dispetto di un tour che durerà un altro mese e di ripartenze notturne verso la tappa successiva (in questo caso da Venezia a Mantova).

Il pubblico, felice, ha cantato assieme a lui ‘Buonanotte fiorellino’, dimostrando di conoscere il testo a memoria. Ritmicamente le canzoni non si discostano da rockeggianti 4/4 lenti, medi, medio veloci, a parte il valzer in ¾ di ‘Buonanotte fiorellino’, da simpatici Rock and Roll (‘Finestre rotte’). Le melodie sono cantate con testi anche molto lunghi, con inserti recitati. Nonostante siano passati più o meno quarantanni dalla prima incisione, le canzoni mantengono una loro vitalità, soprattutto nei testi, poetico-ermetici come in ‘Alice’, epico-narrativi, come in ‘Generale’, descrittivi degli artisti del pallone negli occhi di un bambino, come ne ‘La leva calcistica della classe ’68 ‘. L’originalità dei testi sta comunque in una non facile comprensibilità, forse perché frutto spesso di frasi che vengono accostate tra loro, senza pensare alla logica del racconto. Ad esempio in ‘Caterina’ : “e la chitarra veramente la suonavi molto male / però quando cantavi sembrava carnevale”. Da sottolineare, infine, un regolare ricorso alla rima. Tra le canzoni non eseguite che sono nel doppio CD, peccato non aver ascoltato ‘Battere e levare’, ballata acustica che rimanda a quelle di celebri cantautori americani come Leonard Coen. 

Dopo la pausa estiva, De Gregori si ripresenterà all’Arena di Verona il 22 settembre, per risuonare dal vivo per intero l’album ‘Rimmel’ in occasione del quarantennale dall’uscita.

 

 

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