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Fracking, il vero prezzo del gas dagli scisti

Se ne parla anche da noi, con l'arrivo di compagnie che vorrebbero sondare i nostri appennini alla ricerca del gas contenuto negli scisti.

La tecnica è relativamente nuova, ma si hanno già dati a sufficienza per capire di quanto possa essere deleteria. Il fracking consiste, fondamentalmente, in perforazioni idrauliche le quali una volta arrivate in profondità piegano e corrono parallelamente al terreno; nei buchi creati, viene pompato ad alta pressione un po' di tutto, a seconda della "ricetta" del perforatore, che, essendo segreto commerciale, non si può sapere. Nonostante ciò, si è venuti lo stesso a conoscenza dell'elenco degli elementi delle sostanze iniettate insieme all'acqua (almeno quattro milioni di litri per pozzo) e alla CO2 ed è impressionante: un elenco di sostanze pericolose da smaltire, normalmente in maniera rigorosissima, che in questo caso sono iniettate a fiumi nel suolo. 

Tutta roba che finisce nelle falde sottostanti, mentre nelle case vicine ai giacimenti può capitare che esca il gas dal rubinetto dell'acqua e molto altro si liberi in atmosfera. Tutte sostanze che rimangono alla collettività insieme all'acqua contaminata una volta che le compagnie avranno chiuso i pozzi e raccolto i profitti. Per non parlare delle voragini nel sottosuolo e della loro influenza sull'assetto idro-geologico e dei piccoli terremoti causati dal fracking.

Lo scopo di questa tecnica è quello di frantumare gli scisti friabili e liberare così il gas che contengono. Questo gas, negli Stati Uniti, è diventato oggetto di speculazione e idolo dei listini, perché, secondo le previsioni fatte dagli Stati Uniti, potrebbero avere abbastanza gas da far impallidire i petrolieri. È un peccato che il processo d'estrazione produca più CO2 di quanta non ne generi il ciclo di lavorazione e consumo del petrolio ed è un peccato che devasti l'ambiente, non meno dello sfruttamento degli scisti bituminosi. Ma è ancora più doloroso il fatto che il fracking stia anche tradendo la fiducia degli investitori rivelandosi molto meno redditizio di quanto preventivato.

Colpa dei giacimenti, che danno con generosità, ma per breve tempo, durano molto meno di quanto ipotizzato dagli esperti, costringendo le compagnie a trivelllare ovunque per trovare le bolle buone e riducendo in maniera significativa la redditività. Con risultati francamente imbarazzanti, come prova il panorama del Wyoming trapuntato di pozzi nella foto accanto. Non è la prima volta che le compagnie ingannano gli investitori sulla bontà dei giacimenti. Negli Stati Uniti c'è anche un apposito modo di dire per descrivere l'ecatombe degli investitori a seguito di eccessivi ottimismi dei petrolieri: Spraberry Trend. Nome che evoca una fantastica ecatombe speculativa sul petrolio del bacino di Midland, alla quale non furono estranei i FOBs (Friends Of Bush), gli amici della famiglia Bush che lì è di casa. Una debacle rischia di demotivare gli investitori e di esporre molti di loro a perdite severe e di mettere in dubbio la sopravvivenza della pratica, almeno fino alla prossima impennata del prezzo degli idrocarburi.

Nel nostro paese si dorme il sonno dei giusti, ma i cugini d'Oltralpe hanno appena promulgato una legge che vieta il fracking su tutto il territorio nazionale. Se va bene ci salveremo grazie all'opposizione di qualche black bloc montanaro, c'è poco da sperare nella coscienza ecologica e nella capacità di tutelare l'interesse pubblico su quello privato della nostra classe dirigente.

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