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Filippo Grasso: “Turismo: governare il territorio, gestire le risorse, promuovere la destinazione”.

Afflato divulgativo, ricchezza di contenuti, spessore culturale e tecnico per la delineazione del Turismo in realtà e prospettive da parte del noto Docente UniME, Delegato del Rettore e Consulente dell'Assessore al Turismo

Presentato a Gioiosa Marea dal “Circolo Roma” l'ultima opera del Prof. Filippo Grasso, “Turismo: governare il territorio, gestire le risorse, promuovere la destinazione”, contrassegnato, more solito, dalle connotazioni specifiche degli scritti del Docente UniME: afllato divulgativo, ricchezza di contenuti, spessore culturale e tecnico, già disponibile su Amazon. Alla piacevole serata presso la sede gremita del Circolo ha introdotto il Prof. Marcello Natoli che ha brevemente presentato ai presenti il Prof. Filippo Grasso, Ricercatore Universitario del Dipartimento di Economia della UniME, Consulente dell'Assessore Regionale al Turismo, Delegato del Rettore dal 2018, coordinato con il Magnifico Rettore per tutte le iniziative inerenti turismo e management turistico per Messina e provincia; e la Dott.sa Valentina Certo storica dell'Arte autrice di diversi saggi su Caravaggio c/o la stessa Università. Presente anche il Dott. Agostino Di Lapi Consulente Esperto del Comune di Acquedolci. I lavori con la relazione del Sindaco di Gioiosa Marea, Prof. Carmelo Scaffidi che ha ricordato l'utile strumento del Distretto turistico istituito dal Governatore emerito Rosario Crocetta, ora sostituito da nuovi strumenti di programmazione. “Si dice da decenni che la Sicilia possa vivere di turismo – ha osservato Scaffidi – ma finora non si è riusciti. Per fare attrattiva non basta una iniziativa. Tutti i ns paesi hanno notevoli potenzialità ma purtroppo si ravvisano molteplici carenze strutturali: mancano i collegamenti e l'asse PA ME è stato iniziato e poi lasciato a favore di quello PA CT, i collegamenti aerei sono lasciati agli aeroporti di PA, TP e CT e del tanto discusso ed auspicabile aeroporto di Pace del Mela non si è fatto nulla: sarebbe l'opera essenziale che consentirebbe il salto di qualità. C'è il problema della erosione costiera, della salvaguardia delle spiagge e dei depuratori. Abbiamo bellezze stupende. Tra i fatti positivi nuovi per Gioiosa Marea si deve ricordare la nascita della ProLoco. Purtroppo però la buona volontà non basta e sono necessarie risorse.” Ha preso quindi la parola la Dott.sa Valentina Certo che nell'introdurre il Prof. Filippo Grasso ha ricordato un fraseggio, ritrovato in antichi scritti, tra il Sultano e Federico II: “Qui, indicando Gerusalemme, è il Paradiso in terra” e, di rimando Federico: “lei è mai venuto in Sicilia?”. Il fraseggio è importante ad introdurre un volume che si occupa di turismo legato alla terra, ai cammini antichi, alle tradizioni, incluse quelle religiose ed enogastronomiche. Un volume connotato dalla presenza di strategie pratiche oltre alle teorie. Ma, la bellezza non basta. La Sicilia non riesce ad essere tra le mete del turismo internazionale. Manca la propensione a cambiare la ns concezione della città e farla più aperta? Manca la coscienza conoscenza del passato = identità? Umberto Eco parlando dei Simboli (dal greco syn ballo, metto insieme 2 ndr) ha osservato che noi ci identifichiamo ad es il Colosseo come simbolo di Roma, ma altri ci identificano con esso. Per il turismo è importante la conoscenza ed il fare rete. La parola è stata presa quindi dal Prof. Filippo Grasso, l'oratore più atteso. “Il testo è volutamente divulgativo e parla il linguaggio della gente con cui si lavora. Bene la ProLoco, organo interfaccia con l'Assessorato al turismo, a molti tuttavia sfugge che non è possibile lavorare nel turismo se non si lavora con i beni culturali e non si ricorda anche che le strategie turistiche sul territorio le fanno gli operatori del turismo. Inoltre va ricordato che non esiste il turista enogastronomico o il turista religioso, ma questi sono due aspetti del turismo. E' perciò imprescindibile la sinergia tra Beni Culturali e Assessorato: non c'è più il turismo di massa nei termini di una volta: il turista vuole conoscere i costumi, la realtà culturale, fare trekking, fare i “cammini” etc. E, soprattutto: ormai la promozione turistica la fanno i turisti con il passaparola, ormai sui social media: questi è + se è + l'esperienza. E' perciò necessario dedicarsi a tempo pieno al territorio e non alla burocrazia: “il turismo è fatto di persone che tracciano la storia di un'esperienza”. E' nata qui sponatnea la domanda della dott.sa Certo: “Si può dunque parlare di turismo emozionale?” “Il turismo emozionale – ha ripreso il Prof. Grasso – è turismo relazionale: Come fa la pasta la nonna, come si fanno i biscotti... ci riallacciamo al turismo di radici ed origini. E qui un contributo significativo può essere dato non dasl riportare i contadini nei borghi, ma dal coinvolgimento di tanti emigrati che sono diventati imprenditori: perchè non torni al tuo borgo? Questo è il turismo del ritorno ed è un settore in rapida crescita e differente dal turismo religioso che invece è un turismo interno: non ci sono flussi turistici religiosi: il Tindari non è Cestokova. I turisti esteri vengono ad es. per fare trekking, per camminare sui sentieri percorsi da Goethe. E' stato tuttavia un Papa, Paolo VI, a parlare di turismo e politica turistica in sede ONU e a portarla avanti nel suo pontificato: “Turista, diceva Paolo VI, è un pellegrino che cammina per le strade del mondo alla ricerca della bellezza”. Fu sempre Paolo VI a creare un apposito Dicastero per il Turismo e ne parlò anche con l'allora Presidente di Francia, all'epoca primo Paese portatore di interessi turistici in Italia. Recentemente, l'Arcivescovo di Messina, “cedendo a mie esortazioni ed immettendosi alla scia di Paolo VI ha finalmente costituito un Ufficio Diocesano per il Turismo per costruire insieme un pacchetto offerta di qualità...” “e se guardiamo al futuro Professore?”. “Se però guardiamo al futuro, bisogna osservare che manca in Sicilia la cultura della Programmazione, della Progettazione, del fare sistema e per questo non siamo meta in ambito internazionale. Manca ad es. una Consulta Territoriale dei Cammini. Le strade sono sempre quelle ed allora bisogna certo fare dei percorsi differenziati ma avendo un fine unico: solo facendo sistema si può vincere in ambito internazionale: fare un Distretto unico con destinazione unica: Sicilia. La mancanza di una cultura della Progettazione porta a non crescere: oggi, maggio 2019 si dovrebbe già programmare l'estate del 2020.

francesco latteri scholten.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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