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Femminicidio: sostegno ai figli delle vittime, una legge che non arriva

Ma quante sono le vere vittime di un femminicidio? Ve lo siete mai domandato?

Si parla tanto di questo grave problema, donne maltrattare, spaventate, picchiate se va tutto bene, ma anche sempre più spesso vittime della collera incontrollata di mariti senza scrupoli che sfogano la loro rabbia tra le mura di casa.

"Uomini" se cosi vogliamo chiamarli, così codardi da non difendere i propri diritti davanti a chi lo dovrebbero fare che sfogano la loro rabbia con chi nulla a che vedere con i loro problemi relazionali. Oppure uomini che aggrappandosi a scuse inesistenti si danno al bere tanto da non capire quello che fanno. Inutile dire che sono vittime di strane ed inesistenti pressioni, a loro piace semplicemente bene e spesso diventano violenti e pericolosi. Col passare del tempo prima con minacce, ed in seguito con veri atti di violenza si rifanno sulla compagna di sempre, che pazientemente li sopporta e raramente li denuncia. La storia con qualche variante è sempre la stessa: o per gelosia, o per motivi del tutto sconosciuti questi uomini imbestialiti passano di giorno in giorno ad atti sempre più violenti fino all’omicidio a cui adducono scusanti inesistenti. Ma vi siete mai domandati quante sono le vittime reali di tale gesto?

Certo la compagna perde la vita ma i suoi figli? I loro figli? Se fortunati scampano alla violenza del padre, altrimenti dove vanno a finire? Chi li manterrà ora che il padre è in galera e la mamma morta?

Spesso i servizi sociali non assegnano questi bambini ai parenti della vittima perché temono ritorsioni sugli stessi per cui vengono chiusi in comunità.

Ora il problema che si presenta è assistere questi piccoli sfortunati e per questo si era fatto un disegno di legge che la camera ha immediatamente approvato, ma rieccoci in senato il Centro Destra dice di "No", ecco le motivazioni inconcepibili:

“Nel testo si fa riferimento anche ai figli delle Unioni civili“. O meglio, gli orfani per i senatori di Forza Italia, Lega Nord e Gal (gruppo di centrodestra) non sono tutti uguali. Francesco Nitto PalmaTito Di Maggio, Giacomo CaliendoCarlo GiovanardiErika Stefani e Franco Cardiello hanno infatti deciso di opporsi alla velocizzazione dei tempi del provvedimento con l’approvazione, già in commissione Giustizia del Senato, senza passare dall’Aula. Come si sono giustificati? “Si tenta di fa rientrare dalla finestra un tema ancora caldo e soprattutto già affrontato in altra sede”.

I bambini per questi senatori sono semplicemente un “tema ancora caldo”, ma se considerano i bambini orfani di femminicidio delle unioni civili semplicemente come un “tema caldo”, come considerano le donne vittima di omicidio… delle prostitute?

In Italia esiste una parvenza di democrazia che sta rasentando la pazzia vera e propria, se ora anche le unioni civili che fanno capo al codice civile ed a una legge, non sono ritenute come tali, significa che un cittadino non è libero di scegliere l’unione che vuole fare, ma obbligato da leggi insulse a fare ciò che legislatori lontani dalla realtà del quotidiano e agli ordini di poteri oscuri e forti obbligano a scelte improponibili. Se un nucleo ristretto di “personaggi” possono decidere della vita e del futuro di un bambino, qualcuno mi spieghi dove è la libertà di pensiero ed azione e di giustizia che dovrebbe esistere in Italia?

Loredana Michelon

Questo articolo è stato pubblicato qui

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