Federmanager alla strenua difesa delle pensioni d’oro

La lettera di un Manager al Presidente.
Egr. Dr. Ambrogioni Federmanager
Le invio questa mia per trasmetterle qualche commento personale a proposito della lettera da Lei inviata a tutti gli associati Federmanager e diffusa anche attraverso alcune agenzie di stampa. La lettera esprime la contrarietà nei confronti del Governo ed in particolare del tentativo di tassare ulteriormente i redditi da lavoro eccedenti i novantamila euro, così come le cosiddette “pensioni d’oro”. Ora, mentre è del tutto condivisibile la tesi secondo la quale sulle tasse bisognerebbe doverosamente colpire evasori, elusori e tangentisti, piuttosto che i soliti onesti, diversa è la mia posizione sul tema delle pensioni.
È noto infatti come fino a qualche anno fa le prestazioni pensionistiche venivano erogate dopo 35 anni di lavoro con il metodo retributivo, una regola modificata con enorme fatica solo recentemente. In altre parole un autentico privilegio che ha portato un esercito di baldanzosi cinquantacinquenni a godere di pensioni che non hanno mai guadagnato. Un “unicum” in tutto il mondo conosciuto. Per questo fa rabbia vedere come tutto ciò venga ancora difeso a oltranza, ma soprattutto fa rabbia vedere come si cerchi di confondere un autentico abuso con i legittimi diritti di chi produce davvero.
È facile infatti capire come il capitolo delle pensioni sia di fatto un autentico fiume di denaro sottratto alla crescita, agli investimenti, ai giovani e costituisca un pesante gravame sui già martoriati stipendi di chi lavora. Questo lei dovrebbe precisare nella sua lettera, senza ambiguità alcuna affinché ognuno possa esprimere liberamente il proprio parere sulla questione.
Vorrei in ultimo lanciare attraverso l’associazione una proposta, quella cioè di ricalcolare l’ammontare di tutte le pensioni in base a quanto effettivamente versato e all’aspettativa di vita, con lo stesso metodo per tutti i cittadini, giacché, si dice, siamo in democrazia e tutti dovrebbero essere uguali. Chi ha avuto troppo, sottraendolo agli altri, può restituire l’eccedenza, anche in comode rate. Di questo lei dovrebbe occuparsi perché gli interessi da difendere sono anche quelli di chi contribuisce col sudore della fronte alla ricchezza reale del paese, dei giovani, del lavoro tutto insomma, non solo di chi preferisce la comoda rendita. E, specialmente in periodi difficili come questi, le due cose non sono sempre compatibili.
Con stima sincera
Claudio Donini
P.S. Allego link ad articolo dove è possibile trovare numeri e calcoli a supporto di quanto sopra.
Foto logo: J. Feinstein/Flickr
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