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 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Fabio Fazio e i movimenti per la vita

Fabio Fazio e i movimenti per la vita

Dopo la trasmissione "Vieni via con me" dove hanno parlato la sig.ra Mina Welby - moglie di Piergiorgio Welby, morto per sua libera volontà (dopo una lunga e dolorosa malattia e altrettanto lunga battaglia per il diritto a scegliere di morire per chi, come lui, si trova ad affrontare una malattia di cui la medicina nulla può fare - e Beppino Englaro - padre di Eluana Englaro rimasta in coma per 17 anni fino alla morte (per decisione del padre) sopraggiunta a seguito dell’interruzione della nutrizione artificiale che la teneva in vita - raccontando due storie che, pur nella loro diversità, hanno in comune il tema etico/morale sul fine vita. Si è innescata una polemica sul diritto di contraddittorio: i movimenti per la vita si sono fatti sentire sostenendo che in un problema tutti hanno il diritto a esprimere la loro opinione e che se la trasmissione a mandato in onda un’opinione (quella del diritto a morire) si deve allora mandare in onda anche l’opinione di quelli che sostengono il diritto alla vita.


Fazio, conduttore del programma insieme a Roberto Saviano, replica che accettare la replica significherebbe accettare l’idea che la puntata sia stata a favore della morte, il che non è vero.

Mi sembra che sia Fazio sia i movimenti per la vita non abbiano capito, loro stessi, il significato dell'avvenimento.

Da una parte Fazio sbaglia a non ospitare opinioni diverse. Non si tratta di ospitare un qualche movimento che, per sua natura, volente o nolente, è politico, ma storie individuali di persone che hanno vissuto, o stanno vivendo, la stessa esperienza (di avere o aver avuto una persona in famiglia con una malattia che l'avrebbe portata alla morte o in coma) vissuta, però, con un altro sentimento.

Dall'altra, i movimenti della vita sbagliano a credere di avere il diritto di replica a un evento che trattava si un tema a loro caro, ma che nella trasmissione è stato affrontato in modo individuale, cioè slegato dai problemi politici inerenti al tema. Inoltre, chi propone il fine vita lo fa senza impedire a nessuno di agire secondo il proprio volere a differenza di loro che col loro comportamento obbligano tutti a conformarsi anche se non condividono.

Non credo che la ragione sia dell'uno o degli altri, credo invece che si poteva evitare da ambo le parti una polemica su un problema così delicato. Un problema che andrebbe affrontato in modo pacato e laico, evitando di dare a altri la possibilità di strumentalizzare situazioni che, già di per se, sono dolorose per chi le affronta al di là delle soluzioni che adottano.

Quello dell'eutanasia e del testamento biologico sono problemi che, probabilmente, non si risolveranno mai essendo etici perciò soggetti alle idee di ognuno.

ansa

corriere

Commenti all'articolo

  • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.173) 29 novembre 2010 15:42
    Gian Carlo Zanon

    Caro Francesco, certamente, come dici tu, eutanasia e testamento biologico sono soggetti alle idee di ognuno; e allora dove sta la differenza? Leggendo il tuo articolo sembra, forse mi sbaglio, che tu metta sullo stesso piano gli ideologhi del pro-vita e chi vuole scegliere di avere un fine vita che conservi la dignità umana. Se è questo che intendevi ebbene è un inganno per il semplice motivo che nessun ateo, nessun laico e nessun credente che rispetti la libertà altrui si sognerebbe mai di obbligare qualcuno a morire o a far morire un’altra persona; mentre i talebani della vita ad ogni costo vogliono imporre la loro credenza religiosa anche a chi pensando non può credere a questi deliri mistici. In questo modo essi si pongono, come i preti, fuori dal secolo, e quindi al di fuori della società civile che dovrebbe, e in Italia il condizionale è d’obbligo, proteggere le libertà individuali.
    Per queste persone religiose e illiberali alla vita non serve l’aggettivo ’umana’ perchè, secondo loro, la vita è solo quella eterna dell’anima che inizia con la morte.

    • Di francesco (---.---.---.146) 29 novembre 2010 17:44
      francesco

      Si, ma solo per quanto riguarda l’informazione. Come laico, ritengo che tutti abbiano il diritto, e i mezzi, di divulgare le proprie idee anche quando non le condividiamo.
      Per quanto riguarda la trasmissione, essendo un programma culturale, Fazio dovrebbe dar voce a storie uguali anche se affrontate in modo diverso. Trovo giusto l’esclusione dei movimenti pro vita, non perché non li condivido, ma per la loro natura politica; trovo la loro richiesta, e giustificazione, tendenziosa, cioè, mirante a sfruttare un evento a scopi propagandistici. Se vogliono, possono trovare tutti i programmi che vogliono per esprimere le loro idee che, comunque, vengono espresse quotidianamente.
      Per concludere, non sono sulle stesso piano per i motivi che dici, ma lo sono come diritti.

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