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"Ex" e neo associazioni di Partito: una emorragia inarrestabile

Lusi, ex tesoriere dell’ex Partito della Margherita di Rutelli, ha un merito. Un merito che forse nessuno riconosce, e che eppure è notevole. 

Ha messo la luce, l’accento, su un qualcosa di sconosciuto, celato, assolutamente non detto e non dichiarato, che però – guardacaso – interessa tutti noi, cittadini italiani. Lusi ha, involontariamente, scoperchiato il calderone di certi misfatti, certe altre ruberie camuffate, certe tendenze all’accaparramento di fondi pubblici che, a quanto pare, rischiano di divenire parte integrante ed anche notevole motivo di aumento del famoso, trito e ritrito, annoso debito pubblico.

Un debito pubblico che si gonfia ogni giorno, vuoi per le spese correnti della macchina Italia, vuoi perché all’interno del calderone del debito fanno confluire di tutto, come ad esempio i debiti contratti di già per il progetto TAV e di cui nessuno parla, ma di cui ho parlato in questo articolo. Un debito che – ma guarda un pò – aumenta di circa 40 miliardi nel mese di Gennaio. E che – chiediamocelo tutti – bisognerebbe comprendere meglio come diavolo si possa abbassare se l’Italia appunto produce debito e non certo per la dissennatezza dei suoi cittadini.

Le manovre affrontano il “problema debito pubblico” dandogli la forma perversa di un concetto che vede protagonisti primari i cittadini. Nella realtà dei fatti, il debito è composto da una miriade di fatti che nulla spesso hanno a che fare con l’esistenza dei cittadini sul territorio italiano.

Troppo facile: dar la colpa a chi colpa non ha. A chi non solo non ha colpa, ma non ha voce nè diritto di replica. Sta di fatto che questo diavolo di debito ce lo portiamo noi sulle spalle e lo porteranno i nostri figli, nipoti e pronipoti. I veri responsabili invece campano alla grande, accedendo a quel denaro pubblico che fa gola a tutti ed è così facile da accaparrarsi, non avendo una controparte che possa bloccare le troppe e costanti emorragie.

Tornando a Lusi: a lui dobbiamo l’accensione di un faro su un misfatto italiano tenuto cautamente nascosto. La “riconversione” dei partiti, una volta deciso che la stessa organizzazione debba cambiar nome per far pensare agli elettori che vi sia in atto una trasformazione ed un rinnovamento, che poi nella realtà dei fatti non avviene.

Cosa accade infatti a quei partiti che divengono “ex” e che sembrano usciti di scena armi, bagagli e cassa? Ebbene, si convertono. Divengono cioè qualcosa di diverso. Ma la notizia non è tabto questa, quanto il fatto che questi ex partiti convertiti in “associazioni” continuano a rastrellare denaro pubblico così come prima facevano vestiti però da partiti politici.

Le associazioni politiche, non sono tenute a partecipare ad elezioni. Creano una qualche campagna di sensibilizzazione, ma solo nella migliore delle ipotesi. Perchè nella realtà dei fatti, questi ex partiti ed attuali associazioni, non creano un bel nulla, almeno per la popolazione. Si autoalimentano però, con molto profitto, accedendo alle provvidenze di Stato, regolamentate dal Decreto Ministeriale - Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - 28 agosto 2001, n. 388 dove potrete evincere che, una volta convertito un partito in “Associazione senza fini di lucro”, il lucro si determina ma per altra via, attraverso cioè la corrresponsione di provvidenze statali che fanno passare il denaro dalle tasche dei contribuenti a dette “Associazioni con finalità sociali e senza fine di lucro”.

La domanda, banale, dovrebbe essere: chi lucra nelle associazioni senza fine di lucro? La risposta, altrettanto banale e scontata, appare essere: “Tutti i sogetti coinvolti”. Poichè è abbastanza chiaro che, in presenza di erogazioni notevoli di denaro, appare impossibile “non essere a conoscenza” delle somme accumulate nè tantomeno dell’utilizzo delle stesse e da parte di chi.

Con buonapace di chi attualmente, proprio per ciò che riguarda la vicenda di Lusi e dei fondi sottratti, vorrebbe far credere ai contribuenti ed elettori italiani, che si possa avere in cassa milioni e milioni di euro e non saperne assolutamente nulla.

A questo punto, che dire? Forse, dovremmo correre tutti a fondare una “Associazione senza fini di lucro” e bisognerebbe pure farlo in fretta perchè, si sa, non appena i cittadini comuni si mettessero nella condizione di “lucrare” con la propria associazione senza fini di lucro, cambierebbero immediatamente le regole. Per far si che a lucrare possano essere sempre e solo gli stessi personaggi di sempre. E poi, dicono che c’è la crisi.

Ma ecco che, con un colpo di mano da veri maghi della trasformazione, è in arrivo una vera "chicca" proposta probabilmente proprio per mettere al sicuro qualsiasi tentativo di vedersi denunciare per appropriazione indebita di denaro pubblico: una bella Legge che, di fatto, trasformerebbe i Parititi Politici proprio in tante associazioni. Un tentativo, forse, di mettere una bella coperta pesante su scandali ancora non palesati ma minacciati da Lusi e non solo.
 
Ciò che non cambierà, in ogni caso, è la gravissima emorragia di denaro pubblico che da sempre viene fatta confluire nelle casse di ognuno dei partiti direttamente dalle tasche degli italiani. Che continuano a pagare di tutto, senza spesso sapere perchè, per chi e per come.
 
Vogliamo ancora chiamarla Democrazia questa?
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