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Emendamento al DL Madia: trasferimenti senza motivazioni entro i 50 Km

Il trasferimento di un dipendente da un ufficio all’altro tra poco potrà avvenire senza che la Pubblica Amministrazione, e di conseguenza le aziende private, siano tenute a dare al dipendente una qualsiasi plausibile motivazione,entro un limite di 50 chilometri dal luogo di residenza. E’ un’altra “perla” del governo Renzi e dei suoi giovani ed inesperti ministri, senza che un’opposizione parlamentare di destra o di vera sinistra abbia finora accennato ad una qualsiasi protesta. Ricordo ai lettori che l’art. 2103 del Codice Civile, ancora in vigore, impone una mobilità motivata e non a discrezione del datore di lavoro, senza nessuna giustificazione. Ma tant’è, nel programma dei nuovi riformatori, soprattutto se inesperti e presuntuosi, tutto è possibile, pur di mostrare che si è messo su un governo “del fare” che vuole ad ogni costo ristrutturare la pubblica amministrazione e far decollare, con essa, la nostra Italia!

Quest’emendamento è inserito nel provvedimento che riguarda la mobilità nel pubblico impiego, che  dovrebbe permettere ad un’Amministrazione che ha esuberi nel personale, di trasferire un proprio dipendente presso un ente che, invece, ha carenza d’organico. In tal modo gli uffici diventerebbero più efficienti e si ridurrebbero gli sprechi.

Decisamente sono due questioni distinte e separate: quella del trasferimento nel raggio di 50 chilometri senza giustificate motivazioni e quella della mobilità per salvare posti di lavoro e trasferire i propri dipendenti in uffici dove si necessita di nuove unità lavorative. Gli effetti di questo decreto, ancora non convertito in legge, sono già operativi in altre situazioni. Ricordavo qualche giorno fa, in un altro articolo, che l’amico Franco, licenziato dalle Poste Italiane insieme al fratello e ad altri 18 lavoratori circa dieci anni fa, è stato riassunto per sentenza del Tribunali, ma, "senza giustificate motivazioni” e pur essendoci una carenza di Postini nella provincia di Salerno, è stato “spedito al Nord” dall’Amministrazione Postale, insieme a tutti gli altri, a una distanza media tra gli 800 e i 900 chilometri.

Rispetto a quest’ulteriore dabbenaggine, dopo la “bella” proposta di portare a 36 ore settimanali l’orario di servizio dei docenti di ogni ordine e grado, che comporterebbe non la sistemazione dei precari, ma la loro definitiva esclusione dalla scuola, nessuna voce ferma e autorevole, oltre a quella della CGIL, si è foinora levata per difendere i diritti dei lavoratori. Lo Stato è sempre più in mano a sprovveduti che con il loro potere oligarchico stanno definitivamente distruggendo quel barlume di società democratica emersa dopo il secondo conflitto mondiale.

Infine, devo constatare che dopo le batoste subite nelle ultime votazioni europee, il M5S e il signor Grillo hanno capito finalmente in che modo si fa la politica e opposizione al sistema, agendo con iniziative concrete nelle aule parlamentari. Loro, insieme a Sel e a pochissimi altri, si stanno opponendo allo sfascio dello Stato costituzionale operato dal duo Renzi-Berlusconi e dai lacchè che militano nell’orbita di questi falsari della democrazia.

Parlare di una iniziativa per costruire un’alternativa di democrazia partecipativa è ancora un miraggio. Ma a rassegnarci non siamo ancora pronti!

 

Foto: Palazzo Chigi, Flickr

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