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Ecco la campagna elettorale. Da fine impero

 

L’ex dirigente locale di Democrazia Proletaria di Varese nonché Cavaliere dell’Ordine Piano Roberto Maroni (non è una battuta) ha avuto l’onere di comunicare l’ultimatum ai suoi sgarrupati alleati del Pdl. “Tre settimane per valutare la situazione” e poi a casa. O meglio, a fare campagna elettorale. Lo sapevamo che il giocattolo lo aveva in mano la Lega. È così. Si rassegni il premier. Si rassegni la sua corte.

Torniamo al ministro padanissimo. Quanto dell’esperienza marxista-leninista pre-demoproletaria sia servita a Maroni per gestire la sua carriera politica all’interno della Lega non sappiamo. È certo, però, che modi e linguaggio non sono mutati nonostante la dismissione dell’eskimo. Lo stile sobrio, il calcolo, la percezione. È scuola. Mica è un Calderoli qualunque, il nostro Maroni. E quindi è toccato proprio a lui dare di pungolo a Berlusconi. Che accusa il colpo.

Che occasione, direte voi. Che possibilità per l’opposizione. “Magara”, direbbe Zoro. Magara. L’opposizione dei partiti si sta disgregando in liti interne, micro scissionismi latenti, protagonismi gratuiti e faide personali. La stessa cosa accade nei cosiddetti movimenti. Il Popolo Viola, per fare un esempio, purtroppo è in affanno, grazie a divisioni interne e strumentalizzazioni. La manifestazione di sabato scorso è stata una forzatura, ed è stata preparata all’ombra di uno scontro sia sul piano nazionale che su locale difficilmente sanabile. L’unico che sembra non aver visto la piazza e il clima che si respirava è Mascia, ma di questo non avevamo dubbi.

Grillo e il suo movimento hanno deciso di ritirarsi sul colle a tirare secchiate di merda su tutto e tutti. Dicono di non sentirsi capiti, dicono di essere dei perseguitati mediatici (mai visto un movimento e una micro lista elettorale avere così tanto spazio e eco sui media), dicono di essere loro i detentori dell’unica verità assoluta, della soluzione a ogni male del Paese. Quale sarebbe questa panacea? Il programma delle liste del movimento, ovviamente. Eccolo qua. Un bel memorandum di desiderata, qualche svarione semplicistico, alcuni spunti interessanti ma che si ritrovano in molti dei programmi dei vari partiti di opposizione. Insomma, un buon “primo appunto” per la stesura di un programma vero, ma poi ci si è fermati là. Ma questo non può essere detto, altrimenti si diventa collaborazionisti (di chi?), denigratori (di cosa?) e soprattutto “nemici”. L’ultimo post di Grillo sul suo blog (“stalking politico”) è surreale. L’uomo si crede talmente tanto oltre da sentirsi già come Lenin in arrivo in Russia nel 17 sul treno blindato. Ma senza rivoluzione. Ma a quanto pare ci si crede troppo importanti per poter anche lontanamente pensare di non essere fondamentali. La battuta è fin troppo facile e telefonata. Quando un comico si prende troppo sul serio non fa ridere più nessuno.

Insomma, gli unici che stanno gongolando di questa situazione sono i neo democristiani, quelli che stanno per ricostruire sotto il nostro sbalordito sguardo la nuova Balena Bianca. Fini, Casini, Rutelli, Montezzemolo e, perché no, il nuovo soggetto politico Fiat di Marchionne. Fioroni e Veltroni & co aspettano, ma per quanto?

E intanto continueranno a fioccare dossier, calunnie, attacchi a quel poco che resta delle istituzioni e della Costituzione. Ne abbiamo sentore e certezza. La buffonata Montecarlo – Santa Lucia è stata solo l’inizio. Ora, temiamo, arriverà il “succo”.

Buona campagna elettorale a tutti.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.61) 4 ottobre 2010 11:21
    Damiano Mazzotti


    Una domanda: se Grillo non fosse stato un comico, chi avrebbe parlato del nuovo movimento nato da lui?

    Del movimento di Grillo si è parlato perchè inizialmente nessuno lo temeva e nessuno pensava che potesse arrivare a tanto...

    Ma raccogliendo il voto dei giovani e degli sfiniti dalla politica italiota ha tolto e toglierà un sacco di poltrone ai vecchi incapaci, raccomandati e nominati dell’attuale popolazione politica nazionale... a livello locale a volte si sta meglio e si sta peggio...

    Iniziamo a far parlare gente diversa e le cose cambieranno... le cretinate sono inevitabili, ma come diceva Napoleone anche uno stupido può avere una buona idea, e quindi le persone intelligenti ascoltano anche gli stupidi e a volte applicano le loro idee...

  • Di (---.---.---.25) 4 ottobre 2010 15:55

    Non sono un leghista ma credo che ciò non sia né un pregio né un difetto. Ovviamente nel merito si può dissentire ma non capisco cosa ci sia di pregiudizialmente negativo nell’intervento di Maroni.
    Il ministro dell’interno è prima di tutto un politico, cioè una persona eletta da cittadini che hanno fatto una scelta, e come tale è ovvio, direi persino doveroso, che in una situazione di turbolenza della politica esprima un parere che si presume coincida con quello dei suoi elettori. Tra le altre cose credo che, se la turbolenza politica non si assesterà, il ricorso alle urne possa essere almeno “un tentativo” di fare chiarezza, e comunque l’unica soluzione possibile in un regime democratico, salvo il ricorso ad altre forme di presa del potere. In secondo luogo non apprezzo l’ironia delle parole “ex dirigente locale di Democrazia Proletaria di Varese nonché Cavaliere dell’Ordine Piano”.
    Sono d’accordo con l’autore, invece, sulle valutazioni della confusione che regna nell’opposizione, sulla ritirata del popolo viola e sulle speranze del centro di profittare della situazione per dividersi la preda, cioè i voti, senza troppi meriti per averla cacciata.
    Infine non mi sembra opportuno l’avvertimento con il quale si chiude l’articolo circa i dossieraggi e le campagne di stampa, non perché essi non si profilino all’orizzonte, ma per il fatto che essi, dalla nascita della Repubblica Italiana, non sono solo novità odierna, non provengono solo da una parte e non possono deprecabili solo quelli che, vedi l’ultimo, non corrispondono alle nostre aspirazioni. In particolare ho l’impressione che la storia di Montecarlo venga valutata non in base ai fatti ma secondo convenienza. Siccome in democrazia nessuno può pretendere di possedere il “verbo” né di “rivelare la verità” il metodo corretto è quello di conoscere il parere del popolo, ora e sulla base delle regole vigenti, il risultato non porta ad accertare da che parte stia il vero, ma almeno quello che la maggioranza dei cittadini ritengono sia tale.
    Proverò ad affidare queste considerazioni, in modo più esteso, ad un intervento specifico su AGORAVOX, sempre che qualcuno lo approvi e qualcun altro lo legga.

    • Di gianluca (---.---.---.33) 5 ottobre 2010 01:49
      gianluca

      "Tra le altre cose credo che, se la turbolenza politica non si assesterà, il ricorso alle urne possa essere almeno “un tentativo” di fare chiarezza, e comunque l’unica soluzione possibile in un regime democratico..."

      e

      "Siccome in democrazia nessuno può pretendere di possedere il “verbo” né di “rivelare la verità” il metodo corretto è quello di conoscere il parere del popolo, ora e sulla base delle regole vigenti, il risultato non porta ad accertare da che parte stia il vero, ma almeno quello che la maggioranza dei cittadini ritengono sia tale."

      a dire il vero quel che è uscito dalle urne nell’ultima tornata elettorale appariva come una chiara dimostrazione di quella che era la volontà (in maggioranza) degli elettori, tanto da prefigurare la nascita del "governo più stabile degli ultimi..." il quale finalmente avrebbe dato l’abbrivio a "quelle riforme che tanto...". Invece eccoci qui.
      il problema è a monte e sopratutto a valle. a monte perchè con questa legge elettorale non si va da nessuna parte. a valle perchè a non avere le idee chiare non sono gli elettori, bensì chi siede in parlamento. un’altra tornata elettorale potrebbe giusto saggiare l’opinione momentanea che si è fatto un paese in continua campagna elettorale, ma non risolverebbe i milioni di conflitti interni agli schieramenti che sostazialmente ingessano l’italia ed il suo sviluppo.
      le elezioni non risolvono un bel niente

  • Di pv21 (---.---.---.236) 4 ottobre 2010 19:36

    Nel 2001 il famoso contratto con gli italiani elencava 5 punti. Al primo posto la riduzione a 2 delle aliquote fiscali (22 e 33%). E sempre di 5 punti è fatto il programma di seconda legislatura redatto da Berlusconi. Con alcune postille (clausole). Niente processo breve senza "colpi di spugna". Niente disciplina intercettazioni senza "mirati bavagli". Niente riforma della giustizia senza "commissione inquirente" su pm politicizzati. E Maroni chiosa: ancora 3 settimane di tempo. Siamo all’ultima tappa? La storia insegna che la Febbre del Tribuno non rinuncia mai a dettare sue regole e interessi fino agli esiti più imprevedibili ... 

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