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 Home page > Attualità > Politica > E ora Di Pietro processa la Consulta

E ora Di Pietro processa la Consulta

Forse siamo giunti al punto di non ritorno. Quando un soggetto che non si sa bene se sia un parlamentare o un inquisitore dei secoli andati, arriva a dire che un giudice della Corte Costituzionale è “un reo confesso” per aver detto che sì, ha ospitato a cena Berlusconi, significa che il baratro è più che mai vicino. Ma cos’è successo di preciso? In pratica, l’Espresso (tanto per cambiare) ha “rivelato” che lo scorso mese di maggio il giudice Luigi Mazzella, già ministro della Funzione Pubblica dal 2002 al 2004, ha osato organizzare una cena a casa sua tra vecchi amici, tra cui il Premier, Letta, Alfano e un altro ermellino, Paolo Maria Napolitano.

Dopo la ovvia e scontata bufera, con la performance nauseante di Di Pietro alla Camera dell’altro ieri, Mazzella ha confermato tutto, senza tentennare. E fin qui, ok. Quel che è sconcertante, divertente se non fosse vera, è la reazione del trebbiatore di Montenero di Bisaccia, che ha tuonato dal pulpito del suo partitello: “Con la sua lettera aperta a Berlusconi il giudice della Corte Costituzionale Luigi Mazzella e’ reo confesso”. E non è tutto, perché l’arringa, bava alla bocca, prosegue:

“Egli ammette di essere un amico di vecchia data e di avere rapporti di frequentazione e di intimità con il plurimputato Silvio Berlusconi, senza rendersi conto che egli è anche giudice della Corte Costituzionale che deve esprimersi sulla legittimità del Lodo Alfano”

In pratica, siccome a ottobre la Consulta si troverà a valutare una legge varata dall’attuale Governo che interessa direttamente il Presidente del Consiglio, sono impossibili saluti, cene e incontri tra persone che si conoscono da dieci, venti, trent’anni. E passi che a quel “ritrovo carbonaro e piduista” i commensali citati fossero accompagnati dalle rispettive consorti (chi le ha ancora), che la domestica di fiducia del Mazzella fosse libera di passare tra i tavoli e fermarsi a scambiare battute con i presenti. No, per Di Pietro quel sabbah stregonesco era finalizzato a organizzare un piano diabolico per far passare il Lodo Alfano. E così, con tutta l’autorità che Tonino è convinto d’avere, ha chiesto l’intervento urgente del Capo dello Stato, affinché la democrazia sia salvata dai loschi tentacoli berlusconiani. Pronta quanto deludente per il pm perpetuo, la risposta del Quirinale, che fa sapere di non voler interferire “con l’autonomia di movimento insindacabile della Consulta”.

Non c’è niente da fare. Di Pietro, forcaiolo a denominazione d’origine controllata, ci stupisce sempre: appena l’attenzione su di lui cala un po’, ecco che fa tintinnare le manette, alza la voce, e blatera qualcosa. E’ così da quasi vent’anni, ormai c’abbiamo fatto il callo.

Commenti all'articolo

  • Di Francesco (---.---.---.238) 4 luglio 2009 10:14

    imparare a scrivere in italiano sarebbe mica male però... (vedi "c’abbiamo" in vece di "ci abbiamo")

  • Di Il filo di Arianna (---.---.---.104) 4 luglio 2009 10:35

    Vedi daw, quanto si riveste un incarico istituzionale non basta essere onesti,ma bisogna anche apparire tali.
    (e non è una frase mia ). Ora io non dubito che a quella cena si sia parlato di donne e motori,ma in un paese come il nostro, con un presidente del consiglio detentore di enormi conflitti di interessi, con un potere parlamentare di questo livello e con il vizietto di farsi le leggi su misura una parte della popolazione ,non necessariamente comunista come di solito viene definita, vorrebbe essere sicura che esistano delle regole CERTE e che gli organi preposti a limitare lo strapotere di questo governo funzionino.
    La sensazione di molti è che una cenetta intima con un giudice costituzionale, nel momento in cui la costituzione viene emendata di fatto nell’articolo 3 , in uno dei principi fondamentali quindi,sia quanto meno inopportuna.
    La costituzione nasce per dare ai cittadini diritti e doveri che dovrebbero salvaguardare tutti e per fare da base alle leggi emesse dallo Stato. Il principio di uguaglianza davanti alla legge è un principio fondante per sentirmi cittadina del mio paese.
    Ora, poniamo il Lodo Alfano abbia una logica ( e non ce l’ha).
    Mettiamo che abbia un senso mettere al riparo le più alte cariche dello stato dai procedimenti giudiziari per "lasciarle lavorare " in pace. In tempi non sospetti, con un’altro presidente del consiglio che non rischiasse ciclicamente di finire in galera per fatti che nulla hanno a che fare con la sua carica, la cena non avrebbe nessuna importanza. Napolitano avrebbe ragione a dire che la corte costituzionale si occupa della legge in astratto , ma questa volta si tratta di una violenza alla costituzione ad personam. E la suddetta personam siede al desco di chi è chiamato ad esprimere il proprio parere sulle parole fondanti del nostro diritto. L’amicizia trentennale includeva poi per la cronaca anche il guardasigilli che firma il lodo? E il presidente della commissione affari costituzionali Vizzini (per la cronaca anche lui prescritto e dimissionario dalla commissione antimafia a causa di una avviso di garanzia per favoreggiamento di Cosa Nostra e tangenti....ma tutti sono innocenti fino al terzo grado di giudizio no?).Ed il mitico Letta che forse tra qualche anno siederà sulla poltrona presidenziale a rappresentare il popolo italiano tutto?
    Quella parte di popolo , che ragiona in modo diverso da te sa che tra gli obbiettivi della P2 c’era il controllo dell’informazione e di fatto l’assoggetamento di qualsiasi istituzione al governo . Non mi dilungherò qui a vedere il piano di rinascita democratica , basta andare su wikipedia o aprire una enciclopedia.
    Ora sullo stile di Di Pietro possiamo obiettare tutti , non sarò certo io a difenderlo,ma la sostanza è reale.
    Il problema non è avere fatto il callo a Di Pietro che da 20 anni grida nel deserto della politica italiana, ma averlo fatto a una classe politica di destra e di sinistra sempre più disonesta ed arrogante, che gestisce il potere solo per se stessa senza dare a questo paese uno straccio di speranza.
    Bravi, respingiamo pure in mare i clandestini, classifichiamoli pure come delinquenti solo per nascita. E teniamoci a governare i delinquenti veri,quelli che ci porteranno a perdere lo stato di cittadini per diventare sudditi .

  • Di (---.---.---.90) 4 luglio 2009 11:07

     Semmai il problema è il contrario. Cioé un giudice non dovrebbe andare a pranzo con l’imputato. E ora non venitemi a raccontare la storia che che i giudici costituzionali si esprimono sulle leggi e non sulle persone, il lodo Berlusconi riguarda una persona: lui!

    • Di Antonio DS (---.---.---.148) 4 luglio 2009 20:20

      condivido in pieno, e aggiungerei anche che, contrariamente al titolo di quest’articolo, Di Pietro non processa la Consulta ma esprime la propria opinione e quella dei suoi rappresentati, su delle persone e sui loro comportamenti.

  • Di IVAR (---.---.---.204) 4 luglio 2009 11:12

    Bene Daw, complimenti, bell’articolo. Quindi secondo te il vero problema in questo caso è Di Pietro, soprattutto i modi e i toni che usa. Non già l’ennesimo inquetante conflitto di interessi - non già l’ennesimo intreccio vizioso di privilegi e ricatti che tiene in piedi il governo di questo paese - non già il disprezzo per le Istituzioni e per le regole, e per ciò che rappresentano. No: il vero problema, scopriamo oggi grazie a te, è il "forcaiolo DOC", il "trebbiatore" e il suo "tintinnare di manette". Bene. Avevamo proprio bisogno di un argomentare come il tuo, così obiettivo e articolato.

  • Di alberto fortuzzi (---.---.---.114) 4 luglio 2009 11:32

    Sono ormai anni che assistiamo a questa consuetudine di dirimere importanti questioni istituzionali non nei luoghi e tempi previsti , quali possono essere il parlamento in seduta o le commissioni varie, ma nell’intimità delle ville e dei palazzi di berlusconi ; solitamente ,ci dicono, seduti a cena.
    Aspiro , semplicemente , a una gestione della cosa pubblica , normale; quindi svolta come fosse quello che è : res pubblica .
    Di fronte a un tratto intrinseco e innegabile del fare politica di berlusconi , quello che è emerso in decine di intercettazioni, rapporti e indagini della magistratura , che consiste nell’adulare , corrompere , minacciare , ci si vuole convincere sempre che queste "cene " siano un caso, rimpatriate di vecchi amici.
    Poi , puntuale , l’attacco a di pietro...che non sembra paghi ragazze per prestazioni sessuali, non sembra decida i componenti del cda della rai a casa sua, non sembra corrotto o corruttore, non sembra invischiato nelle peggio zozzerie di questo paese , ma è un mostro , un attentato alla democrazia (sic), un " punto di non ritorno"...

  • Di rockville (---.---.---.215) 4 luglio 2009 12:14

    Piccolo dAW,
    perché non usi il tuo cervellino, se ce l’hai? sennò fatti prestare quello di.... Bonaiuti o Bondi (loro non lo usano) così, incredibilmente, magari fai qualche passo avanti!

  • Di barbara (---.---.---.34) 4 luglio 2009 12:17

    dAW, ma dove vivi? Gandus, non ti ricorda nulla? Berlusconi aveva tanto sbraitato e voleva ricusarla...erano in 3 a giudicarlo...forza!!

  • Di Nino Federico (---.---.---.244) 4 luglio 2009 12:31

    Daw, con molta onestà, fa caldo, vattene a l mare a farti un bagno, lascia perdere sono argomenti difficili per te. Magari nella borsa del mare con i panini, il the freddo e l’anguria portati la costituzione italiana e magari leggila, fatti aiutare però da qualche vicino d’ombrellone chè da solo non credo tu possa farcela. Risparmiaci qualche altro articolo di questo livello, aiamo già sufficientemente afflitti per la deriva del paese nelle mani del Cavaliere e di gente vuota ed illetterata come te che lo vota.
    Buon Bagno..
    Ah dimenticavo, in spiaggia non lasciare rifiuti del pranzo, non sporcare.

  • Di Hnyto (---.---.---.173) 4 luglio 2009 14:21

    questo articolo è semplicemente fuorviante..
    Il problema piu grosso dAW è un presidente del consiglio corruttore etc etc
    oppure il vero problema sono i toni delle polemiche che attorno a lui si scatenano??

    dAW, permettimi; GUARDA MENO TV!

  • Di Davide Palazzo (---.---.---.36) 4 luglio 2009 14:31

    Consiglio di leggere Bruno Tinti (http://antefatto.ilcannocchiale.it/...) per capire cosa vuol dire un incontro del genere per un magistrato. Il bello è che Berlusconi ha ricusato la Gandus perché si era espressa contro le leggi ad personam e adesso i berlusconisti ritengono una cosa da nulla un’amicizia salda e consolidata. W l’ipocrisia.

  • Di torve (---.---.---.106) 4 luglio 2009 15:51

    su daw, usa internet per acquisire informazione e tutto ti sarà più chiaro...solo una cosa, OTTIMA la performance di tonino alla camera..

  • Di (---.---.---.204) 4 luglio 2009 16:12

    Il modo di fare di Di Pietro può piacere o non piacere (e si badi bene, non lo sto assolutamente difendendo), ma non si può scrivere un articolo di questo tipo, che parli di fatti estrapolati dal loro contesto "storico/sociale".

    L’amicizia ventennale, trentennale tra due persone, qualsiasi sia la loro posizione, non è assolutamente un problema (anche se comunque può portare a storcere il naso, dato che le persone non sanno effettivamente che genere di discussioni siano state affrontate) ... In una situazione normale. Dato però che l’Italia, chiaramente, non sta attraversando un periodo definibile come tale, allora questo articolo risulta assolutamente slegato dalla realtà.

  • Di Andrea Campilungo (---.---.---.237) 4 luglio 2009 17:15

    Io non sono d’accordo con l’articolo di dAW, ma mi farebbe piacere che i commentatori contestassero l’articolo nel merito piuttosto che attaccare direttamente l’autore e mancargli di rispetto.
    Il rispetto per le opinioni altrui, soprattutto quando molto distanti dalle proprie, è la base di ogni democrazia.
    Se manca questo, sono poco credibili le critiche (giustissime) ai problemi attuali della democrazia italiana.

    • Di Giorgio Floris (---.---.---.25) 4 luglio 2009 17:56

      Gentile Andrea,
      per un minuto ho pensato di risponderti copiando l’articolo di dAW ed inframezzandolo con le correzioni, ma mi sono reso conto che è un tale intricato guzzabuglio di affermazioni errate ed interpretazioni campate per aria che si fa prima a trovare affermazioni corrette (non ce n’è), e credo che la stessa impressione abbiano avuto gli altri commentatori (ma da che pianeta viene questo qui?).
      Sarebbe come commentare un’intero articolo scritto dal nano in persona o da Cicchitto o da Gasparri: non si saprebbe neanche da dove cominciare (giusto Travaglio ci si metterebbe).
      Sorge il dubbio se dAW ci sia o ci faccia. Sembra quasi uno che si informa coi telegiornali e controlli internet una volta al mese, o si informi per sentito dire... come tanta gente che traviamo in spiaggia a bere birra e sparare cazzate.

  • Di Enrico (---.---.---.172) 4 luglio 2009 17:58

    Io trovo incredibile, signor Daw, non che Di Pietro denunci in Parlamento una cena tra due giudici della Consulta e una dlegazione del goveno, ma che la genta non scenda in piazza in massa a protestare!
    Se una cosa del genere accadesse in America (Obama che si incontra a cena co due giudici della Corte Suprema alla vigilia di un guidizio su una legge da lui voluta) i due Giudici dovrebero immediatamente rassegnare le dimissioni e si aprirebbe una procedua di impeachment contro il presidente; qui da noi invece i diretti interessati hanno la faccia tosta di ribadire la loro azione e assicurare "all’amico" che continueranno a invitarlo...

    Scrive Roberto Cotroneo
    Che un giudice costituzionale ponga seriamente la questione di un nuovo totalitarismo, parlando all’amico presidente del Consiglio dei ministri, nonché padrone di tutte le reti televisive, di quasi l’intera informazione televisiva, capace di influenzare direttamente e indirettamente il mercato pubblicitario italiano, è a dir poco spiritoso. Ma soprattutto è piuttosto imprudente parlare di totalitarismi oggi, perché qualunque persona colta e sensata, che ha letto qualche libro (italiani e stranieri) sa assai bene che non è totalitarismo venire a sapere di una cena, a casa di un giudice costituzionale, con Berlusconi e Alfano alla vigilia della decisione della Consulta sul Lodo Alfano, che interessa in particolar modo Berlusconi. Nessuno mette in dubbio il rigore e la serietà del giudice Mazzella, ma la cena non era vietata, ovvio, semmai decisamente inopportuna. E il totalitarismo è ben altra cosa. Il totalitarismo è - potremmo dire - il contrario: non esce, niente, non si sa niente, si coprono gli scandali, senza i titoli dei telegiornali anche su vicende che sono sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo, non si pubblicano intercettazioni, si obbliga pubblici ufficiali e privati cittadini a denunciare i clandestini, si istituiscono ronde incontrollate e xenofobe per le città italiane, si istituisce il reato di immigrazione clandestina. E poi se il totalitarismo è giuridicamente efficace, si mettono in galera quelli che non si comportano come richiesto. Ad esempio i giornalisti qualora decidessero di pubblicare intercettazioni che hanno un perso informativo e civile......


  • Di (---.---.---.90) 4 luglio 2009 19:52

     Campilungo comunista!

  • Di (---.---.---.176) 5 luglio 2009 11:27

    Rimane comunque il fatto (come ha detto Andrea Campilungo), che per instaurare una conversazione civile, bisogna rispondere sull’articolo, non attaccare la persona che l’ha scritto, la quale può benissimo avere dei punti di vista completamente differenti.

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