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Commento di Enrico

su E ora Di Pietro processa la Consulta


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Enrico 4 luglio 2009 17:58

Io trovo incredibile, signor Daw, non che Di Pietro denunci in Parlamento una cena tra due giudici della Consulta e una dlegazione del goveno, ma che la genta non scenda in piazza in massa a protestare!
Se una cosa del genere accadesse in America (Obama che si incontra a cena co due giudici della Corte Suprema alla vigilia di un guidizio su una legge da lui voluta) i due Giudici dovrebero immediatamente rassegnare le dimissioni e si aprirebbe una procedua di impeachment contro il presidente; qui da noi invece i diretti interessati hanno la faccia tosta di ribadire la loro azione e assicurare "all’amico" che continueranno a invitarlo...

Scrive Roberto Cotroneo
Che un giudice costituzionale ponga seriamente la questione di un nuovo totalitarismo, parlando all’amico presidente del Consiglio dei ministri, nonché padrone di tutte le reti televisive, di quasi l’intera informazione televisiva, capace di influenzare direttamente e indirettamente il mercato pubblicitario italiano, è a dir poco spiritoso. Ma soprattutto è piuttosto imprudente parlare di totalitarismi oggi, perché qualunque persona colta e sensata, che ha letto qualche libro (italiani e stranieri) sa assai bene che non è totalitarismo venire a sapere di una cena, a casa di un giudice costituzionale, con Berlusconi e Alfano alla vigilia della decisione della Consulta sul Lodo Alfano, che interessa in particolar modo Berlusconi. Nessuno mette in dubbio il rigore e la serietà del giudice Mazzella, ma la cena non era vietata, ovvio, semmai decisamente inopportuna. E il totalitarismo è ben altra cosa. Il totalitarismo è - potremmo dire - il contrario: non esce, niente, non si sa niente, si coprono gli scandali, senza i titoli dei telegiornali anche su vicende che sono sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo, non si pubblicano intercettazioni, si obbliga pubblici ufficiali e privati cittadini a denunciare i clandestini, si istituiscono ronde incontrollate e xenofobe per le città italiane, si istituisce il reato di immigrazione clandestina. E poi se il totalitarismo è giuridicamente efficace, si mettono in galera quelli che non si comportano come richiesto. Ad esempio i giornalisti qualora decidessero di pubblicare intercettazioni che hanno un perso informativo e civile......



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