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Dove nasce la propaganda

Dove e quando è nata la "propaganda"?
Ad una domanda del genere la maggioranza vi risponderebbe a colpo sicuro: senz’altro durante il fascismo o il nazismo, o comunque dalle viscere di un pericoloso regime tirannico (magari la Russia zarista o bolscevica).

Niente di più lontano dalla realtà.

La "propaganda" è un termine introdotto dalle moderne democrazie liberali. Tra i primi ad usarlo concettualmente il wilsoniano Harold Lasswell, uno dei padri fondatori della scienza politica moderna (chi ha studiato un pò di materie umaniste lo ricorda bene), che nel 1933 scrisse sull"Encyclopedia of the Social Scienze" un articolo dal titolo "Propaganda".

Ecco una delle tesi del liberale progressista americano: "Non bisogna soccombere a quei dogmatismi democratici secondi i quali gli uomini sono i migliori giudici dei loro interessi".

Come sintetizza benissimo Noam Chomsky nel suo libro-intervista "America, il Nuovo tiranno", secondo Lasswell i cittadini erano troppo stupidi ed ignoranti per comprendere bene quali fossero i loro autentici interessi. Per venirgli in soccorso, le èlite avevano il compito di controllarli ed indirizzarli, perseguendo il bene dell’umanità.

Lo strumento migliore per il controllo e l’indottrinamento era la propaganda, che in realtà non era malvagia se usata da persone nobili e meravigliose (come le lobby ed i potentati economici) che avrebbero guidato le masse incapaci di decidere da sole il loro destino.



Infine era necessario assicurarsi che il popolo bue restasse ai margini della "cosa pubblica", ben lontano dalla possibilità di prendere decisioni concrete.

Queste idee non erano le astute manovre di politici destrorsi ed autoritari, ma le "brillanti" teorie di intellettuali liberali e progressisti.

Un modo di pensare analogo alle dottrine leniniste e naziste.
Il Mein Kampf di Hitler si ispirò liberamente alla propaganda anglo-americana, convinto che la manipolazione dell’informazione si fosse rivelata essenziale per la vittoria durante la Prima Guerra Mondiale (amara sconfitta per i tedeschi).

Da allora in molti ci hanno provato, ma restano significative le parole di Chomsky:
"Gli Stati Uniti però restano all’avanguardia, poichè sono la società più libera e democratica e, quindi, quella in cui è più importante mantenere il controllo degli atteggiamenti e delle opinioni".


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