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 Home page > Tribuna Libera > Dedicato a quelli a cui piace tanto la nostra magistratura

Dedicato a quelli a cui piace tanto la nostra magistratura

E di cui difendono la fiera indipendenza…

A Genova, una pensionata ottantenne ha rubato un po’ di carne e qualche dolciume nascondendoli nella borsa della spesa. Il furto ammontava a un valore di 20 euro. Ho detto venti. Prontamente processata (chi dice che la giustizia in Italia è lenta?) è stata condannata a due mesi e venti giorni di reclusione (immaginiamo condonati). L’avvocato aveva chiesto il riconoscimento dello stato di indigenza e l’assoluzione per aver agito in stato di necessità. Ma il sagace magistrato ha eccepito che aver rubato anche dolciumi (biscotti ed una bottiglia di limoncello: capite?) dimostra che non di stato di necessità si è trattato.

Qualche considerazione: il furto ammontava a 20 euro, quanto è costata allo Stato l’udienza, considerando la frazione di stipendio di magistrato, segretario giudiziario, poliziotti in servizio, carta bollata ecc?

Magari il solerte custode della Legge poteva anche decidere di non procedere per l’inconsistenza patrimoniale del danno. Ma, si sa, i principi non hanno prezzo. Soprattutto quando li si deve applicare a pensionati, disoccupati e morti di fame in genere.

Ed uno così voi lo volete lasciate “indipendente” cioè irresponsabile di fronte a tutto ed a tutti?

In secondo luogo ci incuriosirebbe sapere in quanto tempo il severo magistrato guadagna 20 euro. Ma, per fare due calcoli, dovremmo sapere che grado ha raggiunto il valente togato (giudice di corte d’Appello? Di Cassazione?). Tuttavia, considerando che un magistrato di corte d’Appello di prima nomina riscuote circa 55.000 euro all’anno, questo significa 150 euro al giorno, comprese le domeniche, le festività ed i 51 giorni di ferie (ho detto 51), questo significa più di 200 per ogni giorno “lavorativo” (sempre che il magistrato in questione lavori).

Abbiamo considerato il caso di un magistrato medio a mezza carriera. A proposito, quando iniziamo a parlare del taglio delle retribuzioni dei magistrati? Perché i parlamentari si ed i magistrati no? ”Perché” mi obietterà qualcuno, “la Corte Costituzionale ha recentemente stabilito che non si possono tagliare le retribuzioni dei giudici perché è incostituzionale”.

Giustissimo: modifichiamo opportunamente la Costituzione su questo punto. Ed anche su quanto si dice sul Csm.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.205) 19 giugno 2013 15:20

    E bravo Giannulli ,sei iscritto d’ufficio alla causa di Silvio .

    Però alcune considerazioni le voglio fare :

     Il reato va perseguito , la legge è legge . Semmai il commerciante avrebbe dovuto chiudere un occhio e magari limitarsi a diffidare il poveraccio , ma bisognerebbe sapere il contesto reale , magari il nostro indigente è un recidivo. .E’ vero fa effetto vedere la solerzia della giustizia in casi come questo ma dovrebbe anche suggerirti che capita a chi non può permettersi buoni avvocati e tirare avanti i processi a babbo morto .

     Se tutti i furtarelli per stato di necessità (vero o presunto) venissero derubricati in nome di un senso di pietà,ogni giorno ci sarebbero folle di indigenti che sacchegerebbero i supermercati .20 euro saranno anche "inconsistenti " per te e per me ma corrispondono a mezza giornata di lavoro di un operaio specializzato .

     Ora dimmi se questo articolo non è un pretesto per attaccare l’indipendenza di un organo istituzionale come la magistratura in maniera strumentale . Se vuoi parlare di sprechi perché non ti riferisci ai processi che durano anni e poi finiscono in prescrizione ,oppure a quelli che annulla la Cassazione perché il timbro era di gomma o perché l’accento era spostato .

    ciao
    • Di (---.---.---.57) 19 giugno 2013 15:23

      ecco un altro imbecille che pensa che criticare la magistratura significhi stare dalla parte di Berlusconi.

    • Di paolo (---.---.---.205) 20 giugno 2013 08:12

      Prendersi dell’imbecille da un bonobio è sempre un piacere .

    • Di (---.---.---.57) 20 giugno 2013 09:06

      Paolo: con due differenze: 1 che io ci metto la faccia e lei no con il suo prudente anonimato. 2. che Lei si permette giudizi senza sapere con chi sta parlando e cosa ha già scritto in proposito (come dimostra il suo infelice richiamo ai "processi che durano" anni, di cui mi sono occupato magari con qualche elemento di informazione in più. Peraltro vorrei ricordare che la cassazione è fatta fa magistrati e non da marziani.
      Se poi vogliamo discutere con calma possiamo farlo, ma mettendo da parte frasi infelici come "Sei iscritto d’ufficio alla causa di Silvio" che sono quello che provoca quella reazione che ti ha fatto tanto piacere.

    • Di (---.---.---.57) 20 giugno 2013 09:06

      Paolo: con due differenze: 1 che io ci metto la faccia e lei no con il suo prudente anonimato. 2. che Lei si permette giudizi senza sapere con chi sta parlando e cosa ha già scritto in proposito (come dimostra il suo infelice richiamo ai "processi che durano" anni, di cui mi sono occupato magari con qualche elemento di informazione in più. Peraltro vorrei ricordare che la cassazione è fatta fa magistrati e non da marziani.
      Se poi vogliamo discutere con calma possiamo farlo, ma mettendo da parte frasi infelici come "Sei iscritto d’ufficio alla causa di Silvio" che sono quello che provoca quella reazione che ti ha fatto tanto piacere.

    • Di paolo (---.---.---.205) 20 giugno 2013 14:23

      Metterci la faccia o meno ;non conta chi si è ma ciò che si scrive . L’anonimato è solo perché non ho velleità giornalistiche o di blogger che dir si voglia . Ti faccio presente che dire Paolo ,che è il mio vero nome ,o dire Malcom X non cambia .La mia identità è perfettamente conosciuta dalla Redazione di AgoraVox inquanto regolarmente registrato e la mia preoccupazione è solo quella di rispettarne i regolarmenti editoriali.
       
      Superata questa stucchevole parentesi di delegittimazione da chi si sente più legittimato di altri non in virtù degli argomenti ma perché"ci mette la faccia " con un indirizzo web ,sono dispostissimo a discuterne con calma .

      Se volevi dire ,a parte l’intermezzo dell’umanoide al quale ho replicato il commento ,che la giustizia italiana è uno schifo ,mi trovi assolutamente d’accordo . Di più , è il male dei mali che ci affliggono dalla notte dei tempi e che ha portato il paese al punto in cui siamo .

      Il punto è da cosa si parte per denunciarlo .A mio avviso tu hai scelto un argomento fuorviante ,assolutamente minimalista della grave situazione in atto e lo hai stigmatizzato con un titolo che è offensivo per tutti coloro che non rientrano nel cerchio magico di chi ne ha fatto un cavallo di battaglia politico e per fini personali.Ti ci sei ficcato tu , non ti ci ho messo io.

      I magistrati non devono piacere ,devono essere rispettati inquanto rispettabili e inquanto osservano le leggi .

    • Di (---.---.---.131) 22 giugno 2013 07:28

      Quello è solo uno dei diversi articoli che io ho dedicato al tema del funzionamento della giustizia nei quali mi sono occupato sia di profili strutturali che a (numerosi) singoli casi. Questo in questione non mi sembra affatto minimalista perchè tradisce una formazione ideologica molto precisa è che è dichiaratamente classista. Ovviamente questo non significa che tutti i magistrati la pensino allo stesso modo, ma appunto, i singoli casi sono spesso manifestazioni che si prestano come esempi.
      Sull’ indipendenza della magistratura dobbiamo capirci: se significa indipendenza dagli altri due poteri, in linea di massima non ho alcuna obiezione. Se invece significa irresposnabilità davanti a chiunque, ho molto da obeittare: in democrazia non esistono poteri irresponsabili o responsabili solo di fronte a sè stessi ( che è la stessa cosa). Il "giudice di ultima istanza", in denocrazia, è il popolo cui appartiene la sovranità. Per cui occorre troivare forme e modi attraverso cui realizzare il congtrollo popolare sulla giustizia.
       Se indipendenza significa autonomia corporativa non ho alcun prtoblema a dire (anzi a ripetere, averndolo già detto ed argomentato molte volte) di essere assolutamente ostile a questa forma di indipendenza.
      Siccome non mi pare che questa sia la posizione di Berlusconi (oppure fammi capire quando mai Berlusconi si è pronunciatio in questo senso) mi sembra offensivo che qualcuno mi iscriva d’ufficio nel suo campo, perchè non capisce che si può essere contro la corporazione giudiziaria per motivi del tutto opposti a quelli del cavaliere.
      Non si tratta di farsi piacere o meno i magistrati, ma di esercitare una critica sul loro operato esattamente come nei confronti di chiunque eserciti un potrere pubblico. Dove sta scritto che i magistrati debbano essere trattati diversamente dai ministri, dai parlamentari, dai difigenti della Pubblica Amministrazione ecc.? Ed allora, perchè dei politici (altra categoria che ho in pessima considerazione) certe cose si possono scrivere e dei magistrati no?

    • Di (---.---.---.131) 22 giugno 2013 07:29

      Quello è solo uno dei diversi articoli che io ho dedicato al tema del funzionamento della giustizia nei quali mi sono occupato sia di profili strutturali che a (numerosi) singoli casi. Questo in questione non mi sembra affatto minimalista perchè tradisce una formazione ideologica molto precisa è che è dichiaratamente classista. Ovviamente questo non significa che tutti i magistrati la pensino allo stesso modo, ma appunto, i singoli casi sono spesso manifestazioni che si prestano come esempi.
      Sull’ indipendenza della magistratura dobbiamo capirci: se significa indipendenza dagli altri due poteri, in linea di massima non ho alcuna obiezione. Se invece significa irresposnabilità davanti a chiunque, ho molto da obeittare: in democrazia non esistono poteri irresponsabili o responsabili solo di fronte a sè stessi ( che è la stessa cosa). Il "giudice di ultima istanza", in denocrazia, è il popolo cui appartiene la sovranità. Per cui occorre troivare forme e modi attraverso cui realizzare il congtrollo popolare sulla giustizia.
       Se indipendenza significa autonomia corporativa non ho alcun prtoblema a dire (anzi a ripetere, averndolo già detto ed argomentato molte volte) di essere assolutamente ostile a questa forma di indipendenza.
      Siccome non mi pare che questa sia la posizione di Berlusconi (oppure fammi capire quando mai Berlusconi si è pronunciatio in questo senso) mi sembra offensivo che qualcuno mi iscriva d’ufficio nel suo campo, perchè non capisce che si può essere contro la corporazione giudiziaria per motivi del tutto opposti a quelli del cavaliere.
      Non si tratta di farsi piacere o meno i magistrati, ma di esercitare una critica sul loro operato esattamente come nei confronti di chiunque eserciti un potrere pubblico. Dove sta scritto che i magistrati debbano essere trattati diversamente dai ministri, dai parlamentari, dai difigenti della Pubblica Amministrazione ecc.? Ed allora, perchè dei politici (altra categoria che ho in pessima considerazione) certe cose si possono scrivere e dei magistrati no?

    • Di (---.---.---.62) 22 giugno 2013 14:44

      Premesso che si possa rimaner male di fronte alla condanna di una persona indigente e l’impunità arrogante dei potenti, mi permetto di porre qualche punto critico alle conclusioni del tuo discorso.


      1) Se danno era di circa 20 euro e la vecchietta ha rubato limoncello e biscotti, scusa ma... l’incidenza di tali prodotti era notevole sul totale, almeno del 50%. Non trovo quindi così assurdo il ragionamento del magistrato. Sono prodotti veniali e relativamente costosi, di certo più di un sacchetto di legumi secchi col quale puoi preparare diversi pasti.

      2) Il danno sarà stato anche minimo, ma se il commerciante ha denunciato (non so se la fattispecie è a querela di parte o di ufficio) non si capisce perché il magistrato non debba procedere. Facile parlare di questioni di principio stupide quando la querela non l’hai firmata tu, scusami se te lo dico. Quel commerciante parlerebbe di giustizia negata, direbbe che paga le tasse per vedersi negare il più basilare dei diritti.

      3) Se il problema è l’indecenza di una condanna a chi ruba per fame, non capisco perché si debba inserire una modifica nel codice di procedura penale che permetta al magistrato di non procedere in base a criteri soggettivi (questo si lo renderebbe una scheggia impazzita) quando basta agire a livello di codice penale e depenalizzare i furtarelli in comprovate condizioni di indigenza. In altre parole ce la stiamo prendendo col magistrato che fa il suo lavoro quando è la legge che prevede pene in questi casi: allora prendiamocela col parlamento che non la modifica. Magari quel magistrato aveva un senso di nausea a dover procedere contro una vecchietta, che ne sai? Però ha dovuto farlo perché il nostro sistema prevede condanne in quei casi.

      4) I costi dei processi sono a carico della collettività? In parte è vero, ma solo in parte, però la giustizia penale è un servizio alla collettività: è lo Stato contro sempronio, come direbbero in America. Quindi è giusto che abbia dei costi a carico del cittadino.

      5) Tra tutte le spese di giustizia che fanno lievitare il costo dei processi (consulenze anche troppo "di parte", rinvii furbeschi, ispezioni varie, carenza di organico che congestiona il sistema provocando pendenze) ti sei concentrato unicamente sullo stipendio dei magistrati, e questo - scusami - è un volo pindarico non giustificato dalla precedente argomentazione, perché i giudici guadagnerebbero quelle cifre anche se nessuno denunciasse e non si svolgessero processi. Anche se assolvessero tutti alla prima udienza, anche se dichiarassero sempre il non luogo a procedere perché la vecchietta è miserrima. In altre parole lo stipendio dei magistrati non c’entra niente con il caso che hai posto in esame: non è quello che ha fatto condannare l’anziana signora, non è riducendo lo stipendio dei giudici che verrebbe assolta. 

      6) Un’altra piaga della giustizia italiana sono gli avvocati che si fan pagare in nero, ben oltre quanto previsto dalle spese processuali. Ovvio che una vecchietta indigente non se li può permettere e forse viene condannata anche per questo.

      Se secondo te un magistrato guadagna troppo, si può iniziare un discorso sereno a riguardo, la tua opinione è assolutamente lecita. Ma cerchiamo di non nasconderla dietro a fuffa che sicuramente smuove la pancia dell’uomo comune e che però c’entra ben poco con la tua argomentazione. Almeno secondo me, sia chiaro. Il leggo il tuo articolo come diviso in due parti: nella prima citi un caso che crei sdegno, provochi fastidio nell’uomo comune; nel secondo parti con l’attacco alla magistratura, senza che vi sia alcun collegamento tra i due discorsi. Mi sembra più un artificio retorico per scaldare gli animi: non è lo stipendio dei magistrati a causare lo sfascio della giustizia italiana, magari fosse così facile.
  • Di (---.---.---.96) 19 giugno 2013 18:11

    il cosiddetto organo indipendente(che nulla ha di indipendente), si accanisce contro i più deboli, come anche lo Stato si accanisce contro i più deboli ed indifesi. Benedetti sia dai destri come dai sinistri i migliori esecutori dell’ordine capitalista. bravo prof. (Mario)

  • Di (---.---.---.24) 20 giugno 2013 00:09

    http://www.brocardi.it/costituzione/sezione-ii/art112.html


    Bello lo stato in cui un magistrato ha la facoltà di stabilire, a suo insindacabile giudizio, se agire o meno: l’anticamera della discrezionalità più assoluta.

    Hai scoperto ora che la giustizia non fa sconti a chi non ha i miliardi per difendersi? E che la fantomatica impunità in Italia non esiste, perché magari non beccano tutti, ma chi viene preso con le mani nel sacco paga per tutti e paga da solo? Il problema in Italia non è che pagano i deboli, ma che pagano SOLO i deboli. Bisogna rafforzare la giustizia e l’indipendenza della classe inquirente e giudicante affinché possa svolgere meglio il proprio lavoro e chiedere conto a TUTTI dei propri reati, perché commettere un reato non è un diritto nel nostro ordinamento e se si sbaglia si deve pagare. Diventa ingiusto se pagano solo i poveracci, invece devono pagare tutti i rei. Altrimenti possiamo anche stracciare il patto sociale e girare con la clava sotto il braccio, smettendola con la finzione del paese civile.

    A chi parla di persecuzioni giudiziarie e chiede continuamente la ricusazione dei propri giudici si dovrebbe ricordare che si parla degli stessi magistrati che giudicano l’italiano comune. Non c’è alcuna persecuzione, sarebbe discriminatorio permettere solo ad alcuni di sottrarsi a ciò che l’italiano medio becca senza tutte queste proteste.

    Il magistrato non è indipendente: esegue quanto previsto dalla legge, stabilito dall’organo legislativo. Sarebbe indipendente un magistrato che può perseguire solo chi gli sta sui cosiddetti e chiudere un occhio sugli altri.

  • Di (---.---.---.10) 20 giugno 2013 00:30

    la magistratura è sempre stata al servizio dei regnanti e dei ricchi.
    chi crede che la legge sia ugule per tutti, non poggia i piedi per terrra.
    le leggi non sono le tavole di mosè, altrimenti come si spiega che berlusconi non sia stato portato a piazzale loreto e che a dolce & gabbana non abbiano dato i lavori forzati ?
    (salvo rappa)

    • Di (---.---.---.24) 20 giugno 2013 01:30

      Ti faccio presente che il parlamento, organo legislativo, è da decenni pieno di avvocati. Quelli che vanno nelle aule giudiziarie a difendere i propri clienti sono gli stessi che scrivono le leggi in parlamento e se le votano.


      La magistratura non è al servizio dei regnanti e dei ricchi: sono i regnanti e i ricchi che hanno l’influenza per scrivere le leggi e in tal modo condizionare l’operato della magistratura. Questo corruzione dei giudici a parte, e purtroppo casi ce ne sono stati.
  • Di (---.---.---.253) 20 giugno 2013 00:44

    Sul fatto che la nostra giustizia penale sia focalizzata sul bastonare i morti di fame (extracomunitari, tossicodipendenti, ladruncoli ecc.) e tutelare i veri farabutti (bancarottieri, politici corroti, grandi evasori) non ci piove, grazie alle leggi vergogna fatte negli ultimi vent’anni da centrodestra, centrosinistra, centroebasta. Io personalmente vedo magistratura e politica come due caste con il cannone puntato una contro l’altra: la prima può indagare i politici (sono per la maggior parte disonesti) la seconda potrebbe eliminare i privilegi che ha la prima (megastipendi, irresponsabilità quasi assoluta, progressione in carriera legata quasi esclusivamente all’anzianità). Ovviamente a nessuna delle due caste conviene portare il gioco alle estreme conseguenze... Ricordate sempre, cari amici: il nemico di un oligarca non è un altro oligarca, è il popolo !

    Alessandro Rossi

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