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Dalla & De Gregori: ad Alghero “la sera dei miracoli”

Tutto esaurito alla Riviera del Corallo per la reunion musicale dell’anno.

Trenta anni dopo Banana Republic la canzone d’autore parla al cuore della gente.

"...Tutta la vita con questo orribile rumore... far suonare un pianoforte lasciandoci dentro anche le dita".

Non potrebbe essere diverso il refrain e lo scopo di una vita: popolare e affascinate che segna la carriera di due artisti, grande pezzo della canzone d’autore italiana. Il "Work in progess", questo il titolo della reunion, trent’anni dopo, (il memorabile album e omonimo tour "Banana Repubblic"), fa tappa ad Alghero, (sabato 21 agosto) dopo il pienone di Cagliari. Lucio Dalla e Francesco De Gregori, appaiono insieme sul palco dell’arena Maria Pia, pochi minuti dopo le 21.30.

Sono trenta i brani in scaletta che percorrono un viaggio metaforico dove piu’ generazioni s’incontrano e si ritrovano su sentimenti nazionali. L’Italia e il suo popolo sono al centro di una evoluzione itinerante: "Titanic", "Gran turismo","La valigia dell’attore" solcano il mare agitato spesso tumultuoso del Novecento con i migranti e gli ultimi della terra, celebrati protagonisti. Ci sono poi i cult di De Gregori a raddolcire i cuori dei tanti sessantottini in platea che rabbrividiscono letteralmente alle note di "Viva l’Italia" e "Rimmel". Quest’ultima cantata da tutto il pubblico come in un gran karaoke, grazie al testo proiettato sul mega schermo digitale. Che si spegne incredibilmente, insieme a tutto lo splendido impianto voci in un inedito black out, proprio quando il duo è al meglio nell’interpretazione boccacesca del "Disperato erotico stomp". Lunghi minuti d’imbarazzante silenzio prima che il geniale folletto di Bologna, inneggiando alla "censura", riparta con lo stesso brano scritto nel 1977. Non ripartirà più De Gregori, sempre poco presente rispetto all’esuberanza e ai famosi scat vocalici del partner. Il pubblico lo sosterrà sempre con calore e affetto. Anche sulle note alte de "La donna cannone", solo un ricordo grazie agli ottimi vocalisti del palco (Emanuela Cortesi e Marco Alemanno) e ancora nel dolente incipit di "Futura", abilmente ripreso da Dalla che si avvita in arrangiamenti maestrali. Uniti ad angoli di prosa che sfiorano l’ovvio demagogico ma rinverdiscono una memoria tragica già precocemente archiviata. Cosi "Henna", brano non universalmente noto al pari degli altri, scuote le coscienze, illuminando con un grido ribelle, gli orrori della guerra in Bosnia, pesantemente partecipata anche dall’Italia.

Non lesina contorni attoriali Dalla, quando dal panama (indossato per tutto lo show) passa alla calotta da gara, cantando "Nuvolari". Per superarsi ancora solo al piano in "Caruso". Anche in questo caso le ottave alte originarie sono aggirate con una potenza vocale che nasconde l’anagrafe. Celebrata nei bis finali con "4 Marzo 1943" mentre l’altra secolare "Piazza Grande" aveva già strappato applausi precedentemente. Imponente la base acustica con arrangiamenti in chiave rock: Bruno Mariani e Alessandro Valle sono alle chitarre, Guido Guglielmineti al basso. A parte il piccolo infortunio elettrico ed il vetusto divieto imposto ai fotografi di riprendere alcuna scena, il Festivalguer 2010, ha onorato due grandi artisti. Complicemente compari, enormemente popolari, il double D, funziona ancora per molto.

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