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Crisi, un’Italia pessimista e preoccupata

Un paese “spaventato” e che “vede nero” sulla crisi economica: la stragrande maggioranza degli intervistati, il 96%, non pensa che stia finendo e i più preoccupati sono i giovani. E' questa l’Italia che il governo Monti ha appena ereditato secondo i dati dell’ottava indagine sulla crisi dell’Osservatorio Confesercenti-Ispo, conclusasi poco prima delle dimissioni del governo Berlusconi.

Il paese che emerge dal sondaggio è un paese che sta perdendo la speranza: per il 2012 solo un italiano su cinque (il 19%) intravede una ripresa economica, mentre uno su tre vede addirittura rischi di peggioramento. E il 49% degli italiani pensa che la situazione economica del proprio nucleo familiare peggiorerà nel corso del prossimo anno. Per questo, secondo Confesercenti, il messaggio al nuovo Governo è “quello di fare presto. Servono risposte urgenti per tornare a crescere, rilanciando le imprese per creare lavoro e per far ripartire i consumi”. L’Italia, si legge nel rapporto, “vive con grande preoccupazione le difficoltà economiche attuali e guarda con pessimismo al futuro. Da giugno a oggi, balza dal 57% al 71% la quota di italiani assolutamente convinta che il peggio non sia passato”.

La stragrande maggioranza degli intervistati (96%) non pensa che la crisi stia finendo. Tra questi, da segnalare l’aumento degli spaventati: la percentuale di persone che non sono assolutamente d’accordo con l’idea che il peggio sia alle nostre spalle sale dal 57% di giugno al 71% di oggi. A temere di più il protrarsi della crisi sono i giovani: soprattutto quelli di età compresa tra i 18 e i 24 anni (88%) e chi nella propria famiglia ha vissuto la perdita del lavoro o situazioni di cassa integrazione (84%). Tra i pessimisti anche chi ha un titolo di studio elevato (75%) e i giovani adulti tra i 35 e i 44 anni (75%). Al sud la percentuale maggiore di pessimisti (77%), mentre sono solo il 65% nel Nord-Ovest, il 68% nel Nord-Est e il 69% al Centro.

Pochi gli ottimisti: solo il 4% degli intervistati, infatti, ritiene di aver ormai superato il momento più acuto di criticità. E sono appena il 2% gli italiani che si dicono “poco preoccupati” per la situazione economica dell’Italia. Molto significativa, invece, la crescita degli italiani, di qualunque età, che si ritengono “molto preoccupati” per la situazione economica del Paese: ben 20 punti da giugno (48%) ad oggi (68%). Si dice “abbastanza preoccupato”, invece, il 30% degli intervistati. Anche in questo caso, i “molto preoccupati” sono soprattutto al Sud (72%), mentre sono il 69% al Centro, il 66% al Nord-Est e il 64% al Nord-Ovest. Infine cresce notevolmente il livello di preoccupazione per la situazione economica familiare. Il 92% degli intervistati vede “nero”, ed è molto (53%) o abbastanza (39%) preoccupato. Tra coloro che sono molto preoccupati, spiccano gli studenti (72%) e i 18-24enni (62%). Preoccupati anche le fasce di età più adulte, soprattutto - un dato molto significativo considerate le discussioni sulla riforma del sistema previdenziale - quella prossima al pensionamento (55-64 anni di età) che presenta un 58% di molto preoccupati. Guida il fronte dei molto preoccupati il Sud (59%). Poi Nord Est (53%), Centro (49%) e Nord Ovest (48%).

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