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Cosa succederà in Italia dopo Wikileaks?

 

All’indomani della bufera mediatica lanciata da Wikileaks in collaborazione con Der SpiegelNew York TimesLe MondeEl Pais e The Guardian, in Italia si tirano le somme su quale danno sia stato fatto e se ci possono essere gli estremi per rimediare sia politicamente che legalmente.

Da Tripoli, impegnato in un summit con Gheddafi, Berlusconi si sfoga perché «qualcuno ha pagato le ragazze che parlano di me, perché io ai festini selvaggi (quelli sbattuti in copertina dallo Spiegel, ndr) non ci sono mai stato». Il premier continua attaccando: «Voglio fare un appunto: una volta al mese offro delle cene nelle mie case, dove tutto avviene in modo corretto, dignitoso ed elegante. Le cose che vengono dette fanno male all’immagine del nostro Paese» e le fonti che hanno scritto quegli appunti sono solamente «funzionari di terzo o quarto grado» aiutati dai «giornali della sinistra». E ancora, sulle ragazze che raccontano le notti di Arcore e Palazzo Grazioli: «Mi domando perché lo facciano. Sono infondate e incredibili. Una ragazza che si dichiara prostituta di fronte al mondo si preclude tutte le strade per un lavoro futuro, per trovare un marito. Allora – conclude il presidente del Consiglio – mi domando chi le ha pagate…». Un nome per la verità io l’avrei…

In tutto il mondo nessun leader ha pensato al complotto politico fine a sé stesso, Berlusconi invece innesca una polemica tutta italiana a cui siamo ormai abituati da tempo. Il ministro Franco Frattini, il quale in un rapporto segreto nutre forti dubbi sul doppio gioco della Turchia tra Iran e Europa, in missione diplomatica nel Golfo continua con l’attacco: «Molte notizie che abbiamo letto erano già uscite sulle prime pagine dei giornali di opposizione da molto, molto tempo». Continuando sulle policy del governo, lancia un avvertimento al Partito Democratico: «Non credo affatto che a Bersani o altri convenga speculare, essendovi notizie ancora incomplete che saranno presumibilmente arricchite con elementi riguardanti altri governi, non quello di Berlusconi». E su Julian Assange: «Vuole distruggere il mondo, il suo è terrorismo».

Chi invece ha cercato di dare una spiegazione meno complottistica è Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl: «Il discorso di Wikileaks va per molti aspetti rovesciato. Il problema non sono tanto i giudizi dei funzionari delle ambasciate americane su personaggi e situazioni basati su informazioni spesso opinabili e del tutto superficiali perché redatti in termini del tutto confidenziali e quindi potendo prescindere anche da solide pezze d’appoggio. Il problema autentico è costituito dalla débâcle a cui è andata incontro la struttura diplomatica statunitense che è stata bucata e per molti aspetti beffata. È ancora da capire – continua Cicchitto – se ciò è stato determinato dall’intervento di strutture significative interne o esterne alla amministrazione americana. L’episodio è molto preoccupante per la funzione decisiva che gli Stati Uniti esercitano ai fini della stabilità mondiale e della lotta al terrorismo».

Dall’altra parte della barricata non si cerca lo scontro, bensì capire in che modo si può mettere una pezza a Berlusconi. «Indubbiamente quello che sta accadendo non è, come dire, edificante per le istituzioni ma una cosa è certa: sicuramente Berlusconi e i suoi ministri temono qualcosa di più grave ancora», dice Rosy Bindi. Leoluca Orlando dell’Idv invece chiede al governo di riferire in Aula sui rapporti tra Berlusconi, Putin e Gheddafi: «L’Italia ha perso la faccia e nessuno vorrà più avere rapporti con il nostro Paese».

L’analisi che si può fare va da una sola parte: anni fa Berlusconi sentenziò «aggressione georgiana» la guerra lampo tra Russia e Georgia; all’ingresso di Obama alla Casa Bianca Berlusconi lo apostrofò “abbronzato”; all’arrivo del nuovo ambasciatore a Roma David Thorne le sue parole furono per la poca libertà di informazione che c’è in Italia e sulla dipendenza energetica dalla Russia.

Finora gli Usa hanno detto che l’Italia è utile perché è uno dei pochi governi europei ad avere un buon rapporto con il governo di Netanyahu e con Egitto, Siria e Libano. Ciò non significa che le battute del premier o i rapporti strettissimi con Putin e Gherddafi siano passati inosservati, e i rapporti riservati pubblicati da Wikileaks sono la prova che nessuno, negli States, ha pensato di sorvolare sulle stravaganze del cavaliere.

La speranza a questo punto è che finiscano qui i resoconti segreti dei diplomatici stranieri in Italia, perché se saltassero fuori altri rapporti più compromettenti non è solo l’immagine di Berlusconi ad andarci di mezzo – che tra l’altro ormai ha poco da limitare – ma tutta l’Italia. E il male che ne comporterà non basterà la caduta o le dimissioni di Berlusconi a risolverlo.

Commenti all'articolo

  • Di Virginia Visani (---.---.---.235) 30 novembre 2010 10:30
    Virginia Visani

    Che cosa succederà?? Il titolo rimane senza una risposta basata sulla realtà. Sono soltanto illazioni di chi vede il "bicchiere rovesciato" nè mezzo pieno,nè mezzo vuoto

  • Di Luigi Iovino (---.---.---.146) 30 novembre 2010 13:07
    Luigi Iovino

    Dovremmo cominciare un pò tutti a seguire le orme di wikileaks...

    Rida pure Berlusconi... secondo me non riderà ancora per molto...

    Luigi Iovino: I cittadini raccontano la mafia con le parole del libro di Antonio Nicaso: La mafia spiegata ai ragazzi:

    Accade in Italia oggi, 30.11.2010

    http://www.facebook.com/notes.php?id=1027141243#!/note.php?note_id=179753998707662

  • Di (---.---.---.118) 30 novembre 2010 15:07

    @Virginia sono illazioni i dossier pubblicati da Wikileaks?


    J.
  • Di Virginia Visani (---.---.---.252) 30 novembre 2010 16:58
    Virginia Visani

    Nel titolo diici "che cosa succederà?" e mi pare che tu non abbia risposto a questa domanda se non con "illazioni"

    • Di Jack Lagona (---.---.---.133) 30 novembre 2010 18:01
      Giacomo Lagona
      Qualsiasi considerazione personale può essere considerata "illazione", anche le tue.
      Cerchiamo di capirci. I rapporti segreti di Wikileaks, come era facile immaginare, hanno creato scompiglio in tutto il mondo. L’unico paese in cui il nervosismo è però diventato panico - visto poi in chiave assolutamente utopistica - è stato l’Italia. Frattini ha iniziato con "l’11 settembre della diplomazia", successivamente il premier con “mi faccio una risata” per poi di nuovo “vogliono distruggere il mondo”, finendo con "è tutto falso".
      Nemmeno l’Iran ha commentato così istericamente la divulgazione dei documenti segreti. Gli Usa si sono addirittura trincerati in un no comment iniziale per poi fare le solite accuse a Julian Assange. L’Italia no. Il governo italiano ha talmente preso seriamente i post scriptum del personale diplomatico nei confronti di Berlusconi che ha reagito in modo delirante e maniacale. Per cosa poi: perché è stato letto dell’incapacità del premier di gestire il paese? o perché organizza spesso dei "wild parties" e quindi non riposa abbastanza? Sciocchezze ovvie e risapute.

      Questo governo è stato assolutamente incapace di gestire una crisi diplomatica leggera come quella evidenziata da Wikileaks. Mi chiedo in che modo saprebbero gestire una crisi seria, tipo l’approccio ad una guerra vera o ad una azione militare nel nostro territorio.
      Se anche queste per te sono illazioni non so che farci, visto che gran parte degli analisti arrivano allo stesso punto.
      J.
  • Di (---.---.---.239) 30 novembre 2010 17:03

    Cosa succederà in Italia e nel mondo? Nulla! Non deve succedere niente di catastrofico perché

    nessuno lo vuole. Rientriamo in noi: Wikileaks è semplicemente lavoro giornalistico e chiunque
    tende a non riconoscerlo vuol dire che nasconde qualcosa. La verità, se verità è, concorre alla
    informazione e l’ informazione la vogliamo tutti. Se qualcosa deve succedere in Italia e nel mondo
    è solo una trasparenza maggiore da parte dei potenti che devono operare secondo un etica condivisa. Ci riusciranno i politici ad essere più trasparenti?
  • Di pv21 (---.---.---.15) 30 novembre 2010 19:09

    Cosa succederà? Berlusconi sarà presto disoccupato. Stando alle parole del Premier.
    Dei 5 punti del programma annunciato a settembre 3 sono stati realizzati. E’ pronta per il varo la Riforma della Giustizia. Resta quella Riforma Tributaria sulla quale lavora “solo” Tremonti.
    Bossi è quindi soddisfatto del federalismo fiscale e Maroni del piano sicurezza. Il Sud non può che essere soddisfatto di una promessa da 80 (o 100?) miliardi.
    Stando ai suoi stessi “annunci” a giorni il Premier avrà esaurito il programma di governo (quello approvato dalla sua maggioranza). A questo punto sarà “disoccupato”. O no?
    Intanto nulla cambia per quella crisi (ex-ripresa) che continua a gravare sul paese come Se fosse Stagnazione …

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