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Una "conversazione" con il sociologo polacco Zygmunt Bauman

"Vite che non possiamo permetterci" è un saggio-intervista denso, schietto e molto stimolante (www.laterza.it, 2011).

L’autore è il giornalista e docente Citlali Rovirosa-Madrazo (ha insegnato al Centro di Studi Economici e Sociali del Terzo Mondo in Messico e all’Università di York).

I temi trattati riguardano i diritti, l’economia, la politica, la cultura, la religione, la "genetocrazia" e i sentimenti; il filo conduttore è rappresentato dagli eccessi del capitalismo, il relativo sfruttamento parassitario della manodopera, delle attività intellettuali e dei consumatori (attraverso l’incitamento estremo all’indebitamento).

La quinta conversazione, "Popolazione e produzione e riproduzione di rifiuti umani" è davvero illuminante e andrebbe discussa in ogni classe di tutte le scuole superiori.

Infatti in passato "La terapia per l’esubero di popolazione era: ancor più popolazione. Solo le nazioni più vigorose, e quindi più popolose, avrebbero sviluppato muscoli abbastanza forti da riuscire a sopraffare, sottomettere o spingere in disparte le popolazioni più deboli". E così gli industriali venditori di morte e i politici classisti e megalomani potevano far esplodere le loro guerre che eliminavano buona parte degli esponenti delle classi sociali inferiori troppo numerose.

La Manipolazione di Stato si basa sulla "gestione, miscelazione e riciclaggio della paura" (p. 200).

La realtà principale di oggi è questa: c’è "un potere libero dalla politica e una politica priva di potere. Gli Stati-Nazione territoriali agiscono su scala locale come commissariati di polizia incaricati di mantenere "legge e ordine", e come pattumiere e impianti deputati allo smaltimento e al riciclaggio di rischi e problemi generati su scala globale" (Bauman, p. 62).

La sovranità non appartiene più al popolo e alla Costituzione scritta dai suoi migliori rappresentanti. Lo Stato è diventato "l’esecutore della sovranità del mercato" (Bauman, "Consumo, dunque sono", 2008).

Il Welfare State è stato ridimensionato progressivamente e i vincoli allo strapotere delle multinazionali e dei grandi gruppi finanziari e bancari sono stati rimossi, fino al punto che i giochi d’azzardo della grande finanza privata con la complicità pubblica, stanno strangolando l’economia.

Del resto l’economista Paul Woolley ha paragonato l’attuale finanza parassitaria ai tumori e ha fondato il Centro per lo Studio della Disfunzionalità del Mercato Finanziario: www.pwc.uts.edu.au; inoltre nel sito dell’Istituto per il Nuovo Pensiero Economico potete visionare una sua conferenza ricercando il suo nome nell’apposito spazio in alto a destra (nella home): http://ineteconomics.org (qui si può approfondire anche la conoscenza di Adair Turner, un esperto senza peli sulla lingua).

Secondo Bauman "l’attuale stretta creditizia non è il segnale della fine del capitalismo, ma solo l’esaurirsi del pascolo più recente". E tra i mali maggiori del nostro tempo ci sono la passività sociale e la "stanchezza della libertà", cioè la "tranquillità con cui la maggior parte di noi accetta il processo di limitazione progressiva delle nostre libertà faticosamente conquistate, dei nostri diritti alla privacy, alla difesa giudiziaria o alla presunzione di innocenza fino a prova contraria" (p. 68).

Conclusioni. Come affermato da Simmel "il controllo sulla natura offertoci dalla tecnologia ha come prezzo il nostro asservimento". E fino ad oggi gli studiosi, da Platone a Marx, sono stati tutti convinti che "devono per forza esistere grandi metodici teorici, invece che piccoli metodi sperimentali, per scoprire come mettere fine all’ingiustizia" (Richard Rorty, filosofo americano).

Più una società diventa complessa e tecnologica, maggiori sono i rischi e le diversità da rispettare e i problemi da affrontare. Perciò tutti i gruppi di lavoro dovrebbero essere composti da più persone eclettiche. Comunque Bauman si rivela più chiaro, meno sociale e più relazionale.

Infine riporto una riflessione che condivido pienamente: "I piaceri sessuali, per quanto intensi (e perciò desiderati e anelati), devono misurarsi con una sfida molto più grande di quella posta dalla maggior parte dei piaceri" (l’incontro e il dialogo con il partner). Le persone mentalmente pigre preferiscono passare il tempo con ogni altro divertimento (ciò spiega il calo delle nascite in Italia).

P. S. Segnalo il sito ricco di scritti di un sociologo che ha vissuto in diverse culture come Bauman: www.frankfuredi.com (è nato in Ungheria, è cresciuto in Canada e lavora in Gran Bretagna). Poi, siccome la politica italiana ha bisogno di rigenerarsi, segnalo la www.scuoladiculturapolitica.it.

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