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Chiude l’Ariston: al buio il cinema sassarese

Giogia Guarino annuncia la fine. Via un pezzo di storia e cultura sassarese. 

«Mi arrendo. Mi sento sconfitta», con queste parole secche e definitive Giorgia Guarino, gestore dei cinema sassaresi, ha annunciato nel corso di una conferenza stampa la chiusura dell’Ariston, sala storica che esiste dal 1958 e che suo padre prese in gestione nel 1962. L’annuncio, che nessuno a Sassari avrebbe mai voluto ascoltare, è l’epilogo di una proroga temporale. Che non è servita a conseguire un auspicato e diverso esito.
 
Non ci sono soluzioni alternative alla chiusura, ha ribadito la Guarino, stante le attuali richieste della proprietà dell’immobile al corso Trento, per il canone di locazione in scadenza al prossimo 30 giugno. “Una cosa da chiarire è proprio l’assetto proprietario”, ha ribadito la giovane imprenditrice, gestore di tutte le sale cinematografiche cittadine. Alludendo con questa affermazione alle consuete “leggende metropolitane” che, ignorando i distinti ruoli fra propietà e locazione, attribuiscono alla famiglia Guarino un fantomatico monopolio immobiliare oltre che distributivo nelle prime visioni cittadine. E' un accorato appello dell'amministratore unico nell'incontro mattutino dello scorso 8 giugno che svela l'attuale situazione a dir poco critica. Che oltre alla chiusura dell'Ariston, pregiudica anche la continuità operativa del cinema Quattro Colonne.
 
 
Anche per la sala del corso Vittorio Emanuele è vicina la scadenza del contratto di locazione. In questo caso, nonostante la messa in vendita dell'antica sala, esistono maggiori possibilità di raggiungere un accordo con la proprietà, vicina anche per un grado di parentela. Irreversibile la situazione per la sala di viale Trento, nonostante la Guarino detenga una piccola quota percentuale nella proprietà, facente capo ad una società immobiliare. La giovane imprenditrice ha tenuto a chiarire proprio la situazione del suo ruolo, marginale e di pura gestione. Impotente di fronte ai costi, divenuti insostenibili per continuare l'attività cinematografica. Che paradossalmente tende ad estinguersi a Sassari, l'unico capoluogo sardo privo di multisale.
 
Su questo argomento la Guarino ha fornito una serie di dati e valutazioni personali. Non sono floride le presenze di pubblico ed i relativi fatturati economici nelle altre realtà sarde che ospitano i multiplex. Anche se particolari situazioni ne hanno favorito l'avvio. Cosa che non si è vericata a Sassari per una serie di fattori, riconducibili anche alle scelte piuttosto conservatrici nella gestione della classica sala da mono visione. “Nel 2002 quando ho ereditato la gestione (dal padre scomparso ndr) ero troppo giovane e non c'era la disponibilità finanziaria per trasformare almeno in bisala l'Ariston” - ha riconosciuto l'amministratore unico. Che segue con forte e familiare apprensione il destino degli undici lavoratori che assicurano le proiezioni nelle quattro sale cittadine (compreso il teatro cinema Verdi). Di questi, due certamente potrebbero lasciare anzitempo il servizio con la chiusura dell'Ariston. Tutte le iniziative, anche con il sindacato, sono state avviate per non lasciare al proprio destino alcun lavoratore, ha assicurato la Guarino. Confermando quel clima lavorativo tipico di una grande famiglia. Che non è mancato nei momenti cruciali dell'azienda. Con questo incontro Giorgia Guarino lancia un invito che lascia qualche spiraglio ad eventuali nuove iniziative.
 
 
L'auspicio all'ingresso di nuovi imprenditori disponibili ad un progetto di rilancio, potrebbe confermare il cinema in città, ristrutturando i locali con l'apporto delle nuove tecnologie multimediali. Peraltro già introdotte al cinema Moderno con l'impiego del proiettore digitale e del 3D. Anche un uso smodato di questa nuova opzione visiva, importata d'oltre oceano ha ridotto l'appeal per il grande schermo. Su 750 posti disponibili all'Ariston, solo una quarantina sono occupati nel palinsesto della programmazione quotidiana. Le politiche delle principali major cinematografiche e dei distributori, a loro volta attaccate dall'incombente pirateria virtuale oltre che dalla crisi economica, non incentivano un mercato già asfittico. Per di più gravato dai mancati incentivi del F.U.S. Che sino a pochi anni fa consentivano, l'accesso a crediti agevolati per investimenti di questo genere. La speranza, forse illusoria di potere offrire competenze elevate nella gestione di una piccola multisala con contentuti di qualità, è in cima all'agenda delle priorità della giovane sassarese. Il suo desiderio di difendere e sviluppare il cinema a Sassari non sembra un film da fantascienza, Il silenzio assordante delle amministrazioni locali con propri margini minimi di intervento non illumina il buio in sala. Di qui a settembre magari sbarcherà un cavaliere bianco per una nuova avventura di lunga durata. La città se lo augura.

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