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Caso Formigoni: quando lo sport nazionale è depredare la cosa pubblica

Ci ricorda Marco Travaglio nel suo editoriale di ieri, 27 luglio, su “Il Fatto Quotidiano” che il succo della vicenda Formigoni è che la sua giunta regionale ha fatto arrivare alla “Fondazione Maugeri” (che si occupa di Sanità) 200 milioni di euro grazie a “delibere discrezionali sulle prestazioni non tariffabili” e di questi milioni 70 sono arrivati all’amico di Formigoni, Daccò, quel signore che provvedeva alla bella vita del presidente della Regione Lombardia, una specie di Minetti al maschile. 

Questo sistema, molto diffuso in Italia, che consente ai privati di spolpare la Sanità Pubblica, ha un nome preciso: "convenzioni" tra pubblico e privato, tra cui corre un fiume di denaro e di interessi criminali sempre in piena, e con l’esposizione della politica ad affondare le mani nella marmellata. 

Spesso Travaglio suggerisce soluzioni ai problemi e l’ha fatto in particolare sul suo giornale a proposito di giustizia con dettagliati suggerimenti per nuove regole di legge.

Oggi, con il caso Formigoni, se le accuse fssero confermate saremo di fronte a una tale entità di ruberie alla cosa pubblica che si potrebbe pensare anche alla soluzione del problema, visto che tutti i partiti tacciono perché a vari livelli tutti amano la marmellata.

La soluzione è semplicissima: il privato fa il privato, sta sul mercato e si fa pagare il servizio sanitario direttamente dai suoi utenti, senza avere alcun rapporto finanziario con lo Stato, e tutte le convenzioni vengono abolite. 

Al di fuori di questo drastico provvedimento le ruberie continueranno, perché oggi gli imprenditori privati e l’attuale classe politica sono senza etica e senza vergogna e la loro missione è quella di arricchirsi spolpando la cosa pubblica.

La stessa abolizione dovrebbe riguardare l’8 per mille al Vaticano, che con lo Stato laico non dovrebbe avere nessun tipo di rapporto finanziario. Si lascino liberi i cattolici di finanziare in modo diretto la propria Chiesa, magari offrendolo alle parrocchie sul territorio, mentre oggi l’8 per mille va alla Curia che lo utilizza per i suoi lussi e le sue speculazioni.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.184) 28 luglio 2012 09:26

    Parole sante ma che in questo paese sono prive di alcun significato .Rubare è diventato uno stile di vita nazionale e nessuno ,dicasi nessuno ,ha un interesse reale a cambiare .Ognuno spera che prima o poi tocchi anche a lui e questo si evidenzia nella massa di aspiranti "eletti " nelle tornate elettorali .Una marea di gente che fiuta l’opportunità .Questo la dice lunga sul concetto di "punizione " che vige in questo paese.

    Dovrebbe pensarci la "Giustizia" a punire in modo esemplare chi viene beccato con le mani nel sacco e invece abbiamo sotto gli occhi ogni giorno che più rubi e più hai probabilità di farla franca ,perché i soldi che hai rubato ti consentono avvocati eccellenti che sanno benissimo come usare leggi disegnate appositamente all’uopo .Non sto a citare esempi ,basti pensare che Tanzi (Parmalat) , che ha rovinato centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori ,aveva inoltrato la richiesta di " arresti domiciliari in villa " per incompatibilità con la carcerazione .

    Quindi Formigoni ,ammesso e non concesso che emergano prove di colpevolezza a suo carico ,può tranquillamente aspettarsi un futuro dorato e godersi i soldi che ha rubato ,anzi è probabile che rimanga al suo posto o venga promosso ad altro incarico di prestigio.In questo paese alla rovescia quelli che fanno come lui vengono premiati , a pagare sono i soliti bischeri che rubano la bistecca al supermercato .Per quelli non c’è scampo.
    ciao

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