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Caro Travaglio... io lo dico da anni

Nel tuo editoriale di ieri, 14 ottobre, ottimo come al solito, chiudi il ragionamento con queste parole: “se FLI, PD, IDV e UDC vogliono un governo a tempo che prepari elezioni finalmente libere la piantino di parlare solo di norme elettorali e presentino una legge semplice semplice: fuori la politica dalla Rai, fuori dalla politica chi controlla TV e giornali”.

Da anni scrivo ciò su questo argomento (come chiunque può verificare su Google digitando paolodegregorio rai), sempre inascoltato, anche da “Il Fatto Quotidiano.

Mi rendo conto che in questo momento politico la questione Rai ha subito una forte accelerazione per due fattori principali: uno è la sortita di Fini che chiede la privatizzazione della Rai, la seconda è lo spettacolo da basso impero che i partiti padroni offrono censurando voci critiche e piazzando i loro uomini (si fa per dire) che, invece di un “pubblico servizio” mettono in onda la voce del padrone e i pigolii di una opposizione inesistente.

Comunque ripropongo ciò che sto dicendo da anni:

la Rai e Mediaset costituiscono un duopolio che si è fatto regime. E’ necessario che questa concentrazione venga eliminata, in nome della democrazia e del dettato costituzionale, obbligando entrambi i gruppi a mettere due reti ciascuno sul mercato.

- Rai uno, finanziata dal solo canone (non obbligatorio) e senza pubblicità, dovrà essere diretta da un presidente, con tutti i poteri, eletto direttamente dai cittadini (canone pagato alla mano) in concomitanza con le elezioni politiche, scelto tra una lista di persone assolutamente indipendenti da ogni potere economico, politico, religioso.

Ogni eletto non può durare in carica più di due legislature ed è sottoposto solo al potere di vigilanza del Presidente della Repubblica.

- Per quanto riguarda il “conflitto di interesse”, esso deve essere risolto con un articolo di una nuova legge elettorale che preveda la ineleggibilità di chiunque possieda TV o giornali, anche locali o regionali, perché questa proprietà annulla ogni possibilità di competizione alla pari.

Queste regole sono essenziali per la democrazia. Senza di esse vivranno in eterno il potere dei soldi e il pensiero unico veicolato dai media,

Credo che oggi sia possibile un fronte politico, non partitico, capace di proporre queste regole per ritornare al gioco democratico e vincerci anche le elezioni.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.181) 15 ottobre 2010 12:42

    L’elezione diretta del presidente della rai, proprio perché di "elezione" e "votazione" si parla, si presta molto bene alla politicizzazione della istituzione. Questo sarebbe ancora più vero se le elezioni si facessero proprio in concomitanza con quelle politiche. Quello che non vorremmo mai è una maggioranza politica e culturale che può controllare i media, fosse anche attraverso libere elezioni. Mi vedrei già figure del tipo di Masi e Minzolini che egemonizzano le campagne elettorali, e, con la leggittimazione della volontà popolare, si permettono qualsiasi cosa.
    La democrazia è anche fatta di pesi e contrappesi: colui che, con il 50%+1, prende tutto in mano, anche l’informazione, sarebbe un dittatore eletto.

  • Di paolodegregorio (---.---.---.61) 15 ottobre 2010 16:25

     parlo di un canale dedicato al "servizio pubblico" e non di più media e per questo canale deve avere tutti i poteri e dipendere solo dal presidente della repubblica (niente commissioni parlamentari e altri poteri)

    - ho citato personalità indipendenti da ogni potere (economico, politico, religioso) personalmente vedrei bene la Gabanelli (per fare un esempio)
    - il fatto che si voti in occasione delle elezioni è significativo per l’importanza attribuita al servizio pubblico e per il risparmio di spese.

  • Di (---.---.---.32) 15 ottobre 2010 20:12

    “se FLI, PD, IDV e UDC vogliono un governo a tempo che prepari elezioni finalmente libere la piantino di parlare solo di norme elettorali e presentino una legge semplice semplice: fuori la politica dalla Rai, fuori dalla politica chi controlla TV e giornali”

    Cioè, se ho capito bene: prima di parlare di norme elettorali, e quindi prima di fare un governo a tempo che prepari elezioni finalmente libere, i suddetti partiti presentino quella proposta di legge.

    Che quella legge sia una vera, indiscussa, impellente necessità chi potrebbe metterlo in dubbio, fra noi che apparteniamo a un mondo sociale, politico, economico completamente diverso dai nostri attuali governanti?

    Ma con l’attuale governo, con l’attuale maggioranza, con l’attuale Parlamento di nominati, quando questa legge potrà essere approvata? E fino ad allora lasceremo Berlusconi sul ponte di comando, se non ho capito male.

    Non sarebbe meglio prima trovare il modo, RAI o non RAI, di fare libere elezioni? Oppure si è convinti che la libertà delle elezioni dipenda solo da come viene gestita la RAI? Non è che Travaglio parlasse all’interno di un particolare contesto aziendalistico, mutuando i comportamenti tipici di chi pensa che la soluzione dei mali del mondo dipenda solo ed esclusivamente dalla soluzione dei mali del personalissimo ambiente in cui vive?

    E’ su queste semplificazioni suggestive, che le narrazioni dei poeti demagoghi (quand’anche in buona fede) perpetuano il potere dei cinici che lo detengono.

    Saluti a tutti da Bancor (che accetta, se vi va, anche l’epiteto di cripto-berlusconiano)

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