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Cannes, Bondi e l’ipnosi

Sandro Bondi non andrà al festival di Cannes: "Non voglio rendere omaggio ad una pellicola che ha la sola qualità artistica di dileggiare l’Italia e gli italiani". Meno di una settimana dall’uscita nelle sale del film di Sabina Guzzanti ed è già polemica.

Una regista scomoda e 93 minuti di immagini ed interviste altrettanto scomode, questo è quanto è bastato per cancellare il Festival di Cannes dall’agenda ministeriale di Sandro Bondi. Al sindaco dell’Aquila che si aggira tra le macerie della città fantasma, scena inziale del lungometraggio, segue il tentativo della Guzzanti di far luce sugli aspetti più controversi della tragica vicenda abruzzese: dall’allerta sottovalutata (o addirittura coperta), dalle istituzioni all’angoscia dei cittadini colpiti dal sisma, dalla strumentalizzazione propagandistica di una ricostruzione-lampo al nuovo ruolo politico-economico della Protezione Civile di Bertolaso.
 
Come se non bastasse si parla anche delle spese inutili per il G8 alla Maddalena (poi spostato proprio all’Aquila), della mancanza di diritti democratici nelle tendopoli (dove gli uomini di Bertolaso fanno il bello ed il cattivo tempo), il tutto collegato al pluricitato Silvio Berlusconi ed al suo tentativo di amministrare per proprie logiche di potere i soldi pubblici del Paese. Questo il contenuto, questo ciò che ha spinto alucni cittadini dell’Aquila ad esporre lo striscione "Guzzanti vergogna" lo scorso 9 maggio durante una manifestazione pro Bertolaso, episodio seguito il 12 (ieri) dalla dichiarazione del ministro, indignato dalla pellicola anti-italiana. Tutto normale.
 
La solita routine polemica verrebbe da dire se non fosse che in "Draquila" (questo il titolo) ai già citati spunti anti-governativi vengono affiancati per più volte momenti di berlusconismo allo stato puro: una adorazione esasperata dell’ "uomo che fa i miracoli" (come sostiene un terremotato), un culto del leader quasi religioso per cui si abbraccia e si piange tra le braccia del premier (a favore di telecamera) implorando aiuto, soccorso; una personalizzazione, in sostanza, che arriva all’apice quando una signora a "Chi è lo Stato?" risponde senza esitazione "Silvio Berlusconi". E’ alla luce di questo che la condanna di Bondi verso la pellicola fa ancor più rabbrividire. Non basta la solita e preoccupante avversione del centro-destra verso qualunque forma di critica (contrastata ancor prima che valutata) a spiegare le polemiche di questi giorni. Questa volta sembra quasi che l’enorme macchina di potere berlusconiana voglia nascondere, a chi ha ancora una coscienza, l’effetto ipnotico che mesi di propaganda, di bombardamento televisivo e convincimento ripetitivo hanno avuto su parte della popolazione terremotata (indebolita e per questo più facilmente plasmabile).
 
Una paura di svelare il trucco, l’inganno, con troppo anticipo, prima ancora che tutti ci siano cascati, prima che tutti (ipnotizzati come quei cittadini aquilani) si finisca per soggiacere a questa (citando il film) "dittatura della merda".

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.208) 13 maggio 2010 19:38

    Anno Zero ha fatto fortuna con gli "anatemi" del Cavaliere. Ora la Guzzanti fa fortuna con il "dietro front" di Bondi. Generosità nei confronti degli avversari? Difficile da credere. E’ più facile che sia una partita vantaggiosa per tutti. Il Cavaliere ha ancora dei "nemici" da combattere. I "nemici" hanno più pubblico (sostenitori e curiosi). Tutto fa spettacolo per Riflessi e Riflessioni di neuroni sensibili all’imprinting mediatico ... (altro => http://www.vogliandare.it/nat/nc1.html

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