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Calciopoli

Sembra che, tra i tanti problemi che assillano la nostra esistenza e caratterizzano il diffuso disagio sociale del Paese, siano soprattutto importanti gli errori degli arbitri di calcio.

Questi errori sono l’oggetto esclusivo di un’infinità di trasmissioni televisive dedicate al calcio, animano accesi dibattiti sociologico - campanilistici tra Nord e Sud, destra e sinistra, insinuano sospetti di favoritismi, di complotti ed avvelenano i rapporti anche di amicizie consolidate.

Questo clima di violenta faziosità è stato accentuato dalla scoperta del fenomeno Calciopoli e non rasserenato, come si sperava.

Calciopoli ha sorpreso solo gli ingenui e chi, in genere, non riflette sul fatto che il calcio sia un’attività umana, un aspetto della realtà quotidiana di un paese che ha smarrito il senso della legalità in tante altre attività di carattere politico, imprenditoriale e sociale.

Il calcio è un business gigantesco con implicazioni politiche, economiche, territoriali e di potere.

Chi ama il business come mezzo per procurarsi anche il potere oltre che il denaro, la rispettabilità sociale, la visibilità mediatica, non si fa scrupolo di usare qualsiasi mezzo per raggiungere quel che si era prefissato.

Allora intesse relazioni e complicità nei vertici delle istituzioni sportive, si procura amicizie importanti nel mondo finanziario, coltiva interessi anche nella sfera politica, che gli consentono di realizzare la propria attività, ampliare i propri interessi, esercitare influenza o addirittura ricatto su chi può procurargli vantaggi e permettergli di raggiungere i propri obbiettivi.

Questo iter hanno utilizzato i responsabili di Calciopoli (un apparato così complesso e ramificato non è opera di un singolo individuo); così come è plausibilissimo che la soffiata per far scoprire tutto, sia venuta dai nemici sportivi e non dei costruttori di quel sistema.

E che c’è di strano o di diverso in tutto quel che è successo? Non è ciò che vediamo succedere tutti i giorni in questo sventurato Paese, sia che si tratti di lotta politica, appalti, amministrazione della giustizia o di qualsivoglia altra attività pubblica che possa generare potere e ricchezza?

Il mezzo più usato per ottenerli è la corruzione. Questa la verità semplice, se si guarda la realtà con sguardo disincantato, senza la rancorosa faziosità del tifoso.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.194) 16 aprile 2009 09:00

    Carissimo Antonio, non si può che condividere pienamente il tuo articolo "Calciopoli", anche se rimane l’amaro in bocca al pensiero che la decadenza morale del nostro paese colpisce ovunque anche in consessi umani dove i principi pregnanti come la lealtà, sportività, onestà dovrebbero essere un esempio educativo per milioni di "esseri solo viventi".
    Manu senza speranza.

    • Di Giovanni (---.---.---.58) 17 aprile 2009 12:13

      Carissimo Professore,
      non si può che condividere il suo articolo, che fà molto riflettere. Il nostro è un paese bellissimo pieno di cultura e tradizione ma purtroppo è marcio dalle fondamenta. E secondo il mio modesto parere l’unico modo per cambiarlo è cercare di infondere nella gente il senso di legalità e responsabilità principi che mancano!! Per quanto riguarda "calciopoli" sento ancora aria di vittimismo da parte di tanti e io credo che bisognerebbe prendersela tutti con un sistema che era marcio proprio come l’Italia pechè in fondo come dice lei il calcio è parte integrante della cultura sportiva e non solo, di questo paese. 

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