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Brunello/Battiston: allo Squero va in scena l’emozione

Tutto esaurito l’Auditorium Lo Squero per il concerto di un duo inusuale, quanto a strumentazione

Mario Brunello, violoncellista di Castelfranco Veneto e Ivano Battiston, fisarmonicista bellunese, trasferitosi in Toscana, dove è docente di fisarmonica al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, collaborano insieme da trent’anni. Lo si percepisce durante il concerto all’isola di San Giorgio, perché la loro esecuzione si sviluppa in maniera rilassata, ma puntuale, perfetta tecnicamente.

Non avevo mai ascoltato la Sonata n°3 in Sol minore BWV 1029 per viola da gamba e clavicembalo, con quest’ultimo strumento sostituito dalla fisarmonica.

Il risultato è senz’altro positivo. Lo strumento procede con discrezione, lasciando il primo piano al violoncello. Insomma, Bach è sempre Bach, in qualsiasi versione si voglia arrangiare la sua impareggiabile scrittura.

Essendoci la fisarmonica, non poteva mancare, in repertorio, un brano di Astor Piazzolla.

Il duo sceglie Le Grand Tango, scritto per Mstislav Rostropovic, suddiviso in tre parti e arrangiato per la fisarmonica da Battiston. C’è sempre il rischio di sfigurare, quando ci si accosta alla musica di Piazzolla, a quel suo modo intenso di suonare il bandoneon.

Battiston dimostra rispetto e stima per il compositore argentino, mentre Brunello fa cantare il suo strumento, appoggiando con velocità e agilità l’archetto sulle corde, padroneggiando con sapienza le dinamiche sonore.

Si ritorna al Barocco, con l’esecuzione de La Follia di Marin Marais, che si sviluppa in numerose variazioni. E’ un tema probabilmente portoghese, visitato da parecchi compositori europei. Nella versione di Marais compare nella colonna sonora di “Tous les matins du monde” (1991), lungometraggio di Alain Corneau che cerca di far luce sulla figura del misterioso musicista Monsieur de Sainte Colombe, virtuoso di viola da gamba, vissuto lontano dal chiasso della Francia monarchica.

A questo punto Brunello prova sinteticamente a presentare l’ultimo brano in programma, In croce, scritto da Sofia Gubaidulina, nata a Chistopol, repubblica di Tatarstan, allora dell’Unione Sovietica, il 24 ottobre 1931, Leone d’oro alla carriera alla Biennale musica 2013.

“In croce” originalmente è stato scritto per violoncello e organo, in seguito per violoncello e Bayan (la fisarmonica russa), con una dedica per il violoncellista Vladimir Tonkha (10 gennaio 1941).

E’ un brano con molti significati – ha spiegato Brunello – nel quale si nasconde la sua poetica, fatta di melodie concentrate in piccole note. Gli strumenti si incrociano ripetutamente, fino a giungere al cuore della composizione.

C’è una spiritualità mistica, che mostra la dedizione della compositrice alla religione ortodossa e che si manifesta attraverso incroci di registri, linee e tessiture.

Pur essendo il brano più impegnativo del pomeriggio, è stato seguito quasi trattenendo il respiro da un pubblico attento e affezionato al musicista di Castelfranco, che alla fine è esploso in un lungo applauso che ha indotto i due virtuosi a concedere ben quattro bis.

Il primo, un doppio omaggio ad Ennio Morricone e al figlio Andrea, attraverso l’esecuzione di un tema tratto da “Marco Polo” (1982) di Giuliano Montaldo, scelto dai musicisti per rendere omaggio a Venezia ; del tema principale, strappalacrime, di “Nuovo cinema Paradiso” (1988) di Giuseppe Tornatore.

Il secondo bis, una cantata per tromba di Telemann, si è rivelato essere una versione strumentale delicata e applauditissima de La canzone dell’amore perduto di Fabrizio De Andrè. A tal proposito, Battiston ha ricordato che una Suite per fagotto di Telemann è stata utilizzata per Una rotonda sul mare, celebre successo di Fred Bongusto.

Il terzo bis ha proposto una breve composizione di Piazzolla.

Il quarto ed ultimo (Non vi facciamo più andar via, hanno detto i musicisti) bis ha proposto un molto lento e malinconico Kyrie dalla Chiesa ortodossa di Kiev.

Applausi prolungati e amabili scambi di convenevoli e complimenti, da parte di alcuni ascoltatori, entusiasti, decisi ad avvicinarsi agli artisti e, nel caso di un anziano signore, di manifestare la commozione provocata dalla musica.

Foto Mario Brunello/Facebook

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