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Bersani promette una svolta per le seconde generazioni

In Italia vige una legge totalmente inadeguata ai tempi, basata sullo ius sanguinis: una concezione del diritto alla cittadinanza fondata sul sangue, sull'etnia, sulla lingua. L'acquisizione dello statuto di cittadino italiano avviene quindi automaticamente se il genitore ne è già in possesso.

Ciò significa che gli "italiani" nel senso tradizionale del termine, almeno in quest'ambito, non devono confrontarsi con pile di documenti scritti in burocratese tortuoso, e rientrano spontaneamente tra gli aventi diritto.

La legge 91 del 1992, però, regolamenta diversamente per i figli degli stranieri il processo di ottenimento della cittadinanza. Secondo Repubblica, sono 650 mila i bambini, figli di genitori immigrati, nati nelle strutture sanitarie italiane. 77.104 solo nel gennaio 2011, con un incremento progressivo del 2 – 1,5% l'anno. Ebbene, il passaporto italiano non spetta loro di dovere: a differenza che in Paesi come Francia e Stati Uniti, nei quali viene applicato lo ius soli (cittadinanza in automatico per essere nati nel territorio dello stato), da noi il figlio di immigrati cresciuto in Italia, perfettamente italofono e spesso culturalmente distante dal paese d'origine, non gode del prezioso documento d'identità, e il suo statuto civico si regge sull'effimera sicurezza di un permesso di soggiorno.

Molto più illogico, di conseguenza, il beneficio della cittadinanza italiana conferito ai nati in Italia da genitori apolidi o ignoti, o quello allo straniero che risiede da tre anni in Italia nella cui genealogia si rintracciano antenati di origine italiana (vedi Camoranesi).

Durante la mattina del 6 marzo, Pierluigi Bersani ha illustrato alla Direzione Nazionale del PD otto punti fondamentali sui quali intende chiedere fiducia al Parlamento.


Se chiamato a formare un governo, si batterà per delle "prime norme sui diritti" tra le quali per urgenza emerge la necessità di un regolamento sull'"acquisto della cittadinanza per chi nasce in Italia da genitori stranieri e per i minori nati in Italia".

Nel programma presentato dal PD per le elezioni, sul tema immigrazione si prometteva una riforma basata sullo "ius soli temperato", che prevede il conferimento immediato della cittadinanza per i figli nati in Italia da stranieri qui residenti regolarmente da almeno 5 anni, e i bambini nati all'estero, ma che abbiano completato le scuole elementari in strutture italiane. 

Un cambiamento simile conferirebbe più credibilità alla testardaggine dell'Italia nel suo autoproclamarsi paese globalizzato.


 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.183) 6 marzo 2013 16:40

    Tu sei completamente pazzo

  • Di (---.---.---.26) 6 marzo 2013 17:11

    Che cazzata! Alla fame, ma a quella vera, vi debbono condurre questi delinquenti prima di farvi capire il disastro che state e stanno combinando!

  • Di Giulia Usai (---.---.---.124) 6 marzo 2013 17:32

    Sorvolando sul fatto che sono l’autrice dell’articolo e sono donna, quindi, almeno, mi si insulti correttamente (al massimo sono pazza), non ho capito chi rientrerebbe nella categoria "delinquenti". La totalità dei bambini di origine straniera nati in Italia, nella loro totalità, come massa indistinta di criminali pronti a succhiare le risorse nazionali? Non pensate che magari un paese multiculturale con punti di vista nuovi potrebbe essere la soluzione alla palude di arretratezza nella quale siamo invischiati? 
    Mi rende triste pensare che siamo ancora a questi livelli, e mi rendono perplessa le offese gratuite e non argomentate.

  • Di (---.---.---.210) 6 marzo 2013 17:56

    sara’ un passo avanti....importante.

     

  • Di (---.---.---.60) 6 marzo 2013 19:43

    Giusto per quello che ritiene un insulto, sicuramente non rivolto a lei. I delinquenti sono quelli che sostengono quel che riferisce.

  • Di Geri Steve (---.---.---.179) 6 marzo 2013 20:42

    Jus sanguinis e Jus soli sono due estremizzazioni entrambe illogiche.
    Speriamo in uno Jus meno draconiano, ma più logico e "temperato".

    Tanto per fare qualche esempio:
    perchè deve restare cittadino italiano uno che paga le tasse ad un altro paese, vota per un altro paese, fa il militare per un altro paese ?
    Perchè discutere se dare la cittadinanza agli immigrati dopo cinque o dopo dieci anni e non verificare se in quegli anni hanno contribuito o no con le loro tasse?

    Dare la cittadinanza ad un bambino che, nato o no in Italia, abbia imparato l’italiano e superato tutto il corso della scuola primaria italiana mi sembra un atto di giustizia nei riguardi del bambino, ma ha senso dargli la cittadinanza se non ce l’ha nessun genitore? Se i genitori vengono espulsi (magari perchè hanno commesso dei reati) lui cosa diventa? un cittadino italiano espulso dall’Italia senza colpa alcuna? un bambino italiano da adottare?

    Ci sono stati casi di donne italiane condannate che facevano un figlio l’anno per evitare la prigione.
    Rischieremo che donne straniere partoriscano un figlio l’anno per non essere espulse e ottenere la cittadinanza italiana? e se ogni figlio lo fanno con un padre diverso, anche tutti i padri devono diventare cittadini se lo diventano i figli?

    Le situazioni reali sono complesse, richiedono norme articolate e flessibili.
    Probabilmente anche il concetto di cittadino dovrebbe essere "graduato" e differenziato per età. Fra l’altro, se si vuole che l’Europa sia una federazione di stati, sarebbe anche il caso di cominciare a pensare ad una uniformità di norme e - magari - anche. ad una "cittadinanza europea", come credo che accada in tutte le federazioni (Svizzera, Germania, USA...)

    GeriSteve

  • Di Kocis (---.---.---.11) 7 marzo 2013 10:03

    Gentile Giulia,

    la proposta di Bersani è ottima. Bene ha fatto a riportarla con il giusto risalto.
    Le " teste matte", che ancora vivono allegramente nel mondo fantastico delle glorie ex imperiali, sono ancora ferme al 36 del secolo scorso. 


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