Berlusconi: un colpo al cerchio e nessuno alla botte. Veltroni: non pervenuto

Innanzitutto solo in Italia è possibile che si faccia un decreto legge (che dovrebbe avere criteri oggettivi di urgenza per il paese) contro una sentenza della Cassazione che sottolinea che nella fattispecie non è in ballo un “interesse generale” ma del singolo. Inoltre Berlusconi non si è mai esposto cosi tanto su questioni “etiche” perché mai adesso si?
In realtà il premier non vuole trovare ostacoli sul suo cammino riguardo la legge sulle intercettazioni (per evitare che si scoprano reati finanziari in cui potrebbe essere implicato), la riforma della giustizia (per evitare che ci sia il rischio che alcuni processi riescano a concludersi punendo i delinquenti) e il pacchetto sulla sicurezza che legalizza le ronde contro gli immigrati e che non permetterà più loro di curarsi perché i medici avranno la possibilità denunciarli se clandestini, accontentando cosi gli alleati leghisti, notoriamente tolleranti verso “il diverso”.
Berlusconi ha strategicamente voluto lo scontro istituzionale con il Capo dello Stato che non ha firmato il decreto legge sul caso Englaro, per evitare che quando sarà il momento, Napolitano possa bocciare le leggi che a lui veramente stanno a cuore (perché della Englaro a Berlusconi non frega niente, è solo uno strumento per compiacere le alte cariche ecclesiastiche e ottenere sostegno) perché in quel caso il Presidente della Repubblica sarebbe tacciato dalla maggioranza di mancanza di “terzietà” e perché no di “comunismo militante o odio verso il premier” e di conseguenza di “non rispettare le istituzioni”, insomma verrebbe minata la sua credibilità .
Commenti all'articolo
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox