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Belgio: i detenuti chiedono l’eutanasia. È pena di morte volontaria?

Nel settembre scorso un detenuto condannato a una lunga detenzione ha ricevuto l'eutanasia: era la prima volta in Belgio. Oggi, una dozzina di prigionieri belgi chiedono di porre fine alla propria vita, racconta il quotidiano francese Le Figaro. Senza dubbio è stato creato un precedente difficilmente gestibile sia dal punto di vista legale che etico.

"Sono un mostro", dice Frank van den Bleeken, un belga di 50 anni, rinchiuso da 25 anni per lo stupro e l'omicidio di una studentessa. L'uomo non si trova in un carcere, ma in un centro di detenzione psichiatrico dove passa 23 ore su 24 nella sua cella. "Non mi sento un uomo", racconta. Van den Bleeken che, tra l'altro, non chiede di poter riottenere la libertà perché sa che sarà recidivo, aggiungendo che non vuole fare altre vittime. Per questo ha chiesto hai giudici di poter ottenere l’eutanasia. Questa è la terza richiesta che ha presentato

Due medici (sui tre necessari) hanno già dato il loro ok, il terzo esita, proponendo che Frank van den Bleeken possa finire la sua pena in un centro olandese, dove sono in vigore "condizioni più umane" che, secondo l'avvocato dell'uomo, sarebbero in grado di aiutarlo. 

Questa proposta, che l'avvocato di van den Bleeken ha presentato, è stata rifiutata per non creare un precedente di estradizione. Questo, nonostante all'uomo sia stato diagnosticato in "grave sofferenza psicologica". 

Mentre qualcuno già grida - non senza ragione - a una "pena di morte volontaria", Jacqueline Herremans, presidente dell'Associazione per il diritto a morire con dignità (Admd) e membro della Commissione di controllo, ricorda che bisogna fare attenzione a che l'eutanasia non diventi una scorciatoia per chi è costretto a vivere tra quattro mura. Per queste persone, continua la donna, bisogna trovare una soluzione medica. 

Va detto che tra il 1° gennaio 2013 e la metà di ottobre, sono state raccolte, in Belgio, 15.279 dichiarazioni (12.728 nel 2012) di richiesta di morte anticipata, ovvero di chi non vuole che la sua vita venga prolungata per volontà di altri: "Sempre più spesso, le persone si rifiutano di lasciare che qualcun altro parli per loro”, dice Jacqueline Herremans. 

Per ora il Governo belga sta valutando un ampliamento della sua legge sull'eutanasia ai minori e ai portatori di handicapp. 

Frank van den Bleeken a metà dicembre saprà se la sua richiesta verrà accettata o meno. 

Foto logo: Marco/Flickr

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