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Storia di emarginazione a Foggia: bambino messo in un’aula da solo perché autistico

"Gli Stati riconoscono il diritto delle persone con disabilità all'istruzione. Allo scopo di realizzare questo diritto senza discriminazioni e su una base di eguaglianza di opportunità, gli Stati faranno in modo che il sistema educativo preveda la loro integrazione scolastica a tutti i livelli e offra, nel corso dell'intera vita, possibilità di istruzione".

Questo è l’articolo 24 comma 1 della Convenzione O.N.U. sul diritto alle persone con disabilità adottata il 13 dicembre 2006. Ma, a distanza di quasi 5 anni da Cagnano Varano, piccola cittadina garganica, giunge un’assurda e triste storia che rinnega i diritti dei diversamente abili.

Il protagonista, se così lo si vuol definire, è M. S., bambino autistico di 8 anni, quest’anno frequentante la seconda elementare dell’Istituto Comprensivo "Nicola D'apolito" che, a causa della mancanza di spazi idonei, viene relegato in una auletta completamente staccata dalla classe in cui dovrebbe essere incluso. Fine modulo "A mio figlio viene negata la possibilità di una integrazione sociale – denuncia papà Michele -. Molti fanno finta di non vedere e preferiscono pensare che il problema sia Marco".

Di questi tempi se ne sono sentite tante sul mondo scolastico (tagli alle cattedre, accorpamento di classi, ndr), ma questa vicenda sfiora davvero i limiti del paradosso di una civiltà arrivata al 2011 D.C., ma che, in certi frangenti, mutua pratiche dell’antica Sparta.
 
Quella di Marco è una vicenda drammatica se si pensa che la persona affetta da autismo mostra una marcata diminuzione dell'integrazione sociale e della comunicazione. Michele S., denuncia con indignazione ed esasperazione le vicissitudine di suo figlio.
 
 
"Quando a due anni abbiamo scoperto la sua patologia la nostra vita si è sconvolta. Io ho lasciato definitivamente la mia professione di architetto per dedicarmi h 24 a mio figlio. Le nostri sorti economiche - aggiunge - reggono sulle spalle di mia moglie che è un’insegnante".
 
Il fondo viene toccato un mese fa, alla riapertura delle scuole. Per Cagnano Varano c’è una grossa novità: il trasferimento del plesso di Piazzetta Bellavista nella Scuola elementare di Via Marconi che sin da subito mostra evidenti problemi di spazi insufficienti ed inadeguati per ospitare gli alunni. "Un trasferimento coatto ed inspiegabile perché la struttura è del Comune - afferma Scirocco -.
 
Inizio modulo l’Assessore Giovanni Conte ha giustificato questa operazione come necessità di razionalizzare gli spazi in quanto una circolare ministeriale obbliga le istituzioni scolastiche ad avere un numero minimo di 50 alunni per plesso. Inoltre, l’assessore parla di un finanziamento per la costruzione di un Centro diurno per anziani e disabili la cui collocazione idonea sarebbe proprio quella di Piazzetta Bellavista.
 
Io, invece, la vedo in modo diverso. La circolare ministeriale - aggiunge - è un generico riferimento allo Schema di Piano Programmatico del Ministero dell’Istruzione di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze di cui all’art. 64 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, dove si suggerisce la chiusura dei plessi con meno di 50 alunni ai soli fini del contenimento in numero del personale della scuola, per intenderci quelli autonomi ed dotati di segreteria.
 
A tale schema non è seguito il regolamento attuativo citato nello stesso schema, ne le regioni hanno legiferato in merito come proposto nello stesso schema. Comunque, nella soppressione del plesso non sono cambiate le dotazioni di personale della scuola annullando eventuali vantaggi per il MIUR.
 
 
Riguardo alla presunta possibilità di un finanziamento per un centro diurno per anziani e disabili, non ne trovo alcuna evidenza nel Piano Triennale per le Opere Pubbliche, dove dovrebbe necessariamente essere inserito se programmato nel successivo triennio. Del resto la funzione di albergo diurno per anziani era contemplata già tra le funzioni del piano terra della erigenda
Casa per anziani di piazza Aldo Moro, in completamento ed inserita al primo rigo del succitato piano triennal".
 
E proprio con il trasferimento nel nuovo plesso che ha inizio l’odissea di M. e della sua famiglia. "Negli ultimi giorni è già scappato tre volte e, ieri, me lo sono dovuto riportare a casa perché l’insegnante di sostegno non c’era e nessuno era in grado di sostituirlo - afferma il padre -. L’anno scorso dopo due mesi di esperimenti, anche con la professionalità degli insegnanti, siamo riusciti a far entrare Marco in classe e farlo integrare con i suoi amichetti. C’erano a disposizione spazi molto ampi ed ospitali, aspetto che metteva mio figlio a suo agio.
 
 
Quest’anno, invece, è stata assegnata una piccola ed angusta aula a piano terra (con diversi ostacoli che possono essere motivo di pericolo per l’incolumità anche di un normodotato), mentre la sua classe fa lezione al piano superiore. In queste condizioni Marco non sarà mai in aula con gli altri bambini. Si sono buttati alle ortiche due anni di duro lavoro per la sua crescita ed integrazione". Michele S. lancia un appello.
 
"Non aspettiamo sempre le disgrazie per prendere coscienza dei problemi. Noi non facciamo un’inutile polemica, ma vogliamo avere i diritti per Marco. Le decisioni non possono essere prese dal Dirigente Scolastico e dagli insegnanti che stanno facendo il massimo per quanto di loro competenza.
 
Attualmente mio figlio ha la sua auletta solitaria antistante le aule dell’asilo. E se in uno dei suoi "momenti" dovesse incontrare sulla sua strada un alunno della scuola materna? Dunque, chi di competenza riflettesse, si mettesse la mano sul cuore e agisca di conseguenza non solo per il bene di Marco, ma per quello di tutti i bambini, perché una scuola che funziona è un diritto universale".
 
[La storia è stata resa nota inizialmente dal quotidiano Il Mattino di Foggia e Provincia]

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