Arresto Toti | La Genova dei mastrussi si riproduce
Una storia di “glorie” e di crimini politici contro gli abitanti e il territorio_
Chi conosce Genova quantomeno dagli anni ’60 e soprattutto negli ultimi 30 anni, non si stupirà per la notizia del nuovo scandalo che sembra travolgere una parte dell’attuale classe dominante regionale. Come avevano già descritto bene Ferruccio Sansa e Marco Preve, nel libro Il partito del cemento e poi – sempre loro con Andrea Garibaldi, Antonio Massari e Giuseppe Salvaggiulo – nel volume La colata, i mastrussi (termine genovese per: imbrogli, truffe, magagne, giri di corruzione, illegalismi di ogni sorta e anche reati gravi) sono stati abituali sia in Regione che negli altri enti locali. Il presidente della regione che ha preceduto l’attuale arrestato sig. Toti è stato forse più furbo perché è mai stato perseguito anche se tutta Genova sa dei sospetti non infondati sui suoi molteplici mastrussi con i due celebri armatori genovesi – Spinelli e Messina – nonché con l’arcivescovado (si vedano anche i vari dossier pubblicati sul sito casadellalegalita.net).
Si racconta che la cerchia amicale di tale ex-presidente della regione (ex-sinistra, cioè PD) insieme a questi armatori e altri aveva l’abitudine di ritrovarsi al bar-ristorante Europa (in galleria Mazzini accanto a p.za De Ferrari) per giocare a scopa o a tresette, chiacchierare e imbastire qualche intesa (nel senso del mastrusso). E si sa bene che il famoso Berneschi dello scandalo Carige aveva fatto una straordinaria carriera ed, infine, era stato sempre rieletto presidente della banca da un consiglio di amministrazione in cui siedevano di diritto i presidenti di regione e provincia, il sindaco, il presidente di Confindustria e – con particolare peso – il rappresentante dell’arcivescovado.
Dalla fine degli anni ’60 tutti gli affari economici, le grandi opere e la sanità, il porto e altro ancora riguardanti la regione e Genova sono sempre stati concordati fra queste stesse autorità locali insieme, ovviamente, alle principali personalità economiche e politiche. Di fatto s’è configurata una perfetta intesa fra arcivescovado (che detiene nei fatti, in quanto Opus dei – di cui fu fautore il cardinale Siri -, una parte importante del potere nella sanità e nell’immobiliare, oltre che nella finanza), le destre e l’ex-sinistra. Sembra perciò appropriato chiamare questa “santa intesa” a tre la “troika genovese” (leggi Genova, una storia di “glorie” e di crimini politici contro gli abitanti e il territorio).
L’ex-sinistra fu anche tanto abile a dilapidare tutto il patrimonio del movimento operaio, del PCI e del PSI (peraltro quello della città medaglia d’oro di una Resistenza straordinaria di donne, ragazzi, operai e popolazione che -unico caso in Europa- costringe l’esercito nazista alla resa e a sfilare in città come prigionieri di guerra dei partigiani). Questo sfacelo spinse una gran parte dell’elettorato di sinistra a non votare più (circa dieci anni fa un operaio intervistato dopo le elezioni si mise a piangere dicendo che non poteva più votare dopo tanti scandali dei governanti di sinistra insieme a quelli di destra).
L’astensione dal voto è quindi aumentata sempre più sino a toccare il 60% alle ultime elezioni regionali e comunali. Le destre ne hanno allora approfittato e hanno vinto sia le regionali che le comunali ma con neanche il 22% degli aventi diritto al voto (così come del resto l’esecutivo Meloni governa col 27% di consensi dell’elettorato attivo.
Tronfi del loro successo e di quello ottenuto alle politiche dalle destre, Toti e Bucci – peraltro in nome di un rilancio economico, dopo il disastro del Morandi, la pandemia e i dati negativi sul futuro ligure – si sono “gasati” credendo di poter fare e sfare senza alcun impedimento. I numerosi illeciti e reati attribuiti agli arrestati nella procedura giudiziaria del 7 maggio 2024 (vedi il Comunicato della Procura della Repubblica) mostrano a che punto l’arroganza degli inquisiti li abbia indotti a illegalismi sfacciati nonché da magliari o gente della mala delle borgate romane: i dettagli di tali illeciti citati nel comunicato sopra linkato sono assai sconcertanti. Tuttavia quello che hanno scoperto gli investigatori non sembra poi di ingente valore finanziario. Non è escluso che tante altri mastrussi di peso non siano stati scoperti. E c’è chi aspetta un secondo tempo che potrebbe riguardare il sindaco e altri. Ma è illusorio pensare che la “via giudiziaria” possa garantire un effettivo risanamento del governo economico, sociale, sanitario, culturale e politico di Genova e della Liguria come peraltro dell’Italia. L’ex-sinistra ha spianato la strada a questa destra fascista, arrogante e corrotta; l’effettivo cambiamento di questa realtà potrà realizzarsi solo con una nuova grande mobilitazione innanzitutto dei giovani e di gran parte dei lavoratori e della popolazione.
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