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Assoluzione per la madre di Aldrovandi, accusata di diffamazione

"Quale giustizia? Amaramente penso che chi querela le vittime non cerchi giustizia, ma affermazione di potere".

Lo dichiarava più di un anno fa Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovandi, morto il 25 settembre 2005 ad opera di quattro agenti di polizia nella città di Ferrara. La donna era stata querelata per diffamazione insieme ai giornalisti della Nuova Ferrara (che avevano riportato gli articoli con le sue critiche alle indagini) dal pm Mariaemanuela Guerra, prima titolare dell'inchesta, successivamente lasciata al collega Nicola Proto, per motivi 'personali e familiari'. I danni richiesti agli imputati ammontavano a 300mila euro.

Oggi la donna viene assolta dall'accusa perché "il fatto non sussiste e non costituisce reato". Il Giudice del Tribunale di Mantova, in seguito alla richiesta presentata dal legale della famiglia Aldrovandi, l'avvocato Fabio Anselmo, ha quindi accolto l'assoluzione immediata. La notizia è apparsa anche nella pagina facebook della stessa Moretti.



Lo sconforto e il dolore per la perdita del figlio, insieme alla lentezza delle indagini aveva fatto sì che la madre della vittima si lamentasse del processo; una lamentela bastata a far scattare la querela da parte del pm Guerra, passando dal ruolo di vittima a quello di indagata.

"Quasi non riesco neanche più ad essere arrabbiata, sono soprattutto triste, delusa, affranta da tutto questo - scriveva la Moretti - ma questo è niente rispetto all’assenza di Federico. Ma che cosa si vuole dimostrare con questa querela?".

Ci sarebbe da chiederselo, nel frattempo c'è grande soddisfazione per il verdetto da parte dell'avvocato e della famiglia, un po' meno dalla controparte, che ha dichiarato, infatti, che impugnerà la sentenza solo contro i giornalisti e non anche contro la Moretti.

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