• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Aspettando San Martino: l’autunno decisivo della Repubblica

Aspettando San Martino: l’autunno decisivo della Repubblica

Le reazioni al caso Brancher, da quella prevedibile di Fini e dei suoi a quella, meno scontata, a cui lo stato maggiore della Lega è stato costretto dalle furenti proteste della base del partito, sono un ulteriore conferma di come la maggioranza di governo sia tutt’altro che monolitica. Molto, del futuro del Paese, si giocherà già quest’autunno.

Aspettando San Martino: l'autunno decisivo della Repubblica

Solo i più ottimisti tra i sostenitori del Presidente del Consiglio possono credere che il governo arriverà a completare il proprio mandato; la maggior parte degli elettori, certo non solo dell’opposizione, si aspetta la crisi terminale della maggioranza ed il ritorno alle urne in un futuro non lontano.

Più discutibile è il modo in cui avverrà; se a provocarla sarà la Lega, in difficoltà sempre crescenti nel far accettare ai propri iscritti i comportamenti e le scelte del Presidente del Consiglio, oppure il Presidente della Camera Fini che, oltre ad essere in continuo contrasto con Silvio Berlusconi a causa della propria recentemente scoperta sensibilità democratica, - il nostro giocava al balilla ancora alle soglie dei 40 anni – sa benissimo quanto incerto sia il suo futuro politico all’interno del PdL.

Io ritengo che, più probabilmente, sarà lo stesso Berlusconi a far precipitare gli eventi e a voler tornare anzitempo alle urne per purificare il proprio partito da ogni voce di dissenso.

Non richiede alcuna fantasia immaginare Fini ed i suoi costretti a lasciare il PdL per presentarsi da soli alle elezioni, sicuramente bollati come traditori dall’immancabile campagna di bombardamento informativo dei mille media di cui dispone il Presidente del Consiglio, e sparire o quasi, ridotti a pochi punti percentuali, dalla scena politica.

Solo il calendario, con le vacanze vicine, e la delicata situazione dei mercati finanziari, con l’assoluta necessità di evitare qualunque comportamento che possa aumentare la sfiducia nei confronti del nostro debito, probabilmente evita che il processo di “casinizzazione” del Presidente della Camera, di cui leggendo i fogli più vicino al governo si possono pure cogliere i primi, forti, segnali, entri nella sua fase decisiva.

Mi ha strappato un sorriso, parlando dei giornali che fanno del sostegno al governo la propria ragione d’essere, un tenerissimo, ingenuo, articolo di Marcello Veneziani su “il Giornale”.

Il kulturnik della destra nostrana lancia un accorato appello al Capo – che è tanto buono e giusto – perché ripulisca il PdL da quel circo di nani e ballerine che vi si è infilato approfittando del suo buon cuore.

Povero Marcello, estremo emule di chi avrebbe voluto che il Duce ripulisse il PNF dai profittatori; i nani e le ballerine, che devono esclusivamente alla benevolenza di Berlusconi la propria esistenza politica, sono la claque di cui il Capo non riesce a fare a meno: non sono certo loro a correre dei rischi.

Saranno i pochi rimasti nel PdL che, per onestà intellettuale, convinzione ideologica o calcolo politico, hanno espresso ad alta voce il proprio dissenso, quelli che saranno sacrificati nella notte dei coltelli prossima a venire.

In uno scenario del genere è facile capire che l’opposizione non abbia più tempo da perdere; nell’autunno caldissimo che si annuncia avrà, forse, l’ultima occasione per bloccare l’ascesa di Silvio Berlusconi ad un potere che vuole essere assoluto.

Questo, infatti, è l’obiettivo finale cui tendono gli sforzi del Presidente del Consiglio: liberarsi da qualunque controllo e limite – istituzionale, giudiziario o politico che sia -  nell’esercizio del proprio potere; fare dell’Italia, se già non lo è, cosa propria.

L’incerta rete d’alleanze delle forze d’opposizione deve al più presto saldarsi in un fronte che, rinunciando a qualunque definizione ideologica, basi il proprio programma sulla difesa della Costituzione repubblicana e sulla restituzione del Paese a normali condizioni di vita democratica.

Un fronte costituzionale, aperto a chiunque vi voglia entrare a far parte – facile immaginare, lo ha già fatto anche il buon Bersani, che vi ritroveremo qualche ex camerata in più e qualche ex biancofiore in meno del previsto - che dovrebbe indicare al più presto il proprio Presidente del Consiglio in pectore e presentare la composizione del governo che  vorrebbe dare al Paese.

In una situazione eccezionale le forze dell’opposizione dovrebbero, in altre parole, trovare il coraggio di fare ciò che nel mondo anglosassone è assolutamente normale: costituire un governo ombra che sia pronto a presentarsi al giudizio dei cittadini in qualunque momento e che offra, da subito, le proprie soluzioni alternative ai problemi, anche economici, del Paese.

Le prossime elezioni saranno le più importanti nella storia della Repubblica; almeno altrettanto importanti di quelle del 1948.

Avverranno quando Berlusconi vorrà, ma non è detto che il risultato, nonostante lo strapotere mediatico di cui dispone, debba essere quello che lui auspica.

Ogni giorno che passa crescono le difficoltà che incontrano Appelius Minzolini, Ricino Feltri, il Fido Fede e tutti gli altri cantori del governo nel convincere gli italiani che il loro sia il paese del mulino bianco caro alla retorica del Grande Conduttore: è la realtà della crisi economica e dello sfacelo morale la strega cattiva che sta minando il consenso così abilmente costruito attorno alla favola del re buono – "per fortuna che Silvio c’è" - dal marketing berlusconiano.

Fare dello scontento crescente una forza positiva e propositiva, canalizzarlo verso un progetto politico dagli obiettivi chiari, è tutto quello che l’opposizione deve fare: rispondere agli imbonitori ed ai venditori di sogni con un programma concreto affidato ad uomini di cui gli elettori possano avere totale fiducia.

Resta l’assoluta urgenza di farlo:  San Martino, giorno tradizionale della mattanza nella civiltà contadina,  per la nostra politica potrebbe essere molto vicino. Io scommetto che sarà proprio a San Martino, vale a dire, a beneficio dei laici, quest’autunno.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares