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 Home page > Tribuna Libera > Appello a Grillo per le sfide del M5S

Appello a Grillo per le sfide del M5S

Le questioni rilevanti hanno un tratto comune che le caratterizza: non possono essere ignorate a lungo, senza che questo provochi effetti catastrofici.

Gent. Grillo, avendo già definito il mio appoggio al tuo movimento, posso permettermi il lusso di una critica che credo i più riterranno costruttiva. I temi espressi da Giovanni Favia, pur utilizzando lo stratagemma del ”non volevo non sapevo”, sono all'ordine del giorno nei pensieri degli iscritti al movimento; almeno di quelli che vi aderiscono senza pulsioni settarie.

Tralasciamo per un attimo il mantra dell' ”ognuno vale uno”, e diciamoci la verità. C'e' una cabina di regia che stabilisce strategie mediatiche e programmatiche, sicuramente supportata da uno staff, di cui tu non hai mai fatto menzione. Le parole su Roberto Casaleggio sono sempre state estorte con il contagocce, e l'ultima esternazione di quattro righe del blog ne è la riprova. La mancanza di connotazioni precise su questo "direttivo" rappresenta una criticità che necessita di risposte ormai indifferibilii.

Data per scontata la tua buona fede, non ritieni "abbastanza maturi" gli iscritti per raccontare, semplicemente, come stanno le cose? Presto o tardi, dovrà essere fatta chiarezza a tal proposito, pena una perdita di credibilità che stroncherebbe sul nascere un movimento che fa della trasparenza la propria bandiera e ragion d'essere.

Chiunque sia iscritto al forum del M5S e abbia provato a dare un contributo di idee o di proposte są che detto sistema non rappresenta il ”laboratorio” che dovrebbe, ma solo una bacheca aperta in cui sfoghi, demagogia, e proposte concrete sono unite in un unico calderone che tritura e cancella tutto nell'arco di una giornata. La naturale conseguenza è un programma gestito "dall'alto", in cui temi cruciali come la giustizia sono totalmente taciuti, probabilmente perché visti come "portatori sani" di divisioni e lotte intestine.

Sono perfettamente consapevole della difficoltà di gestire e ”sintetizzare” una simile mole di partecipazione, ma, nello stesso tempo, sono convinto della necessità di passare da una adesione ”virtuale”, a criteri che rendano effettivo e determinante l'intervento degli iscritti nella stesura del programma prima, e delle linee programmatiche poi. Tu, nel bene o nel male, rappresenti l'anima del movimento; ma le tue esternazioni vengono spesso identificate con la posizione del movimento stesso, senza che vi sia stata neppure un'apparente consultazione in merito; per quanto ancora questo può essere tollerato? E, al di là degli slogan, quanto ancora è rimandabile una condivisione per linee "orizzontali” del potere di rappresentanza?

La tua paura di nuovi Scilipoti travestiti da progressisti è fondata e inevitabile; tuttavia, non è mantenendo il verticismo dell'organizzazione che te ne potrai difendere. Urge, impellente, la necessità che tu dia alla base degli attivisti la stessa fiducia che milioni di italiani si apprestano a dare a te. Ci saranno delle fratture, dei contrasti, che sarebbero comunque sorti; avrai però riparato a quel "vulnus" di compartecipazione democratica che il tempo può solo peggiorare.

La campagna elettorale è gia cominciata, le elezioni sono alle porte.

Il blog è attivo da 8 anni, il movimento da 3; l'argomento della scelta dei candidati per il Parlamento non si è neppure ancora dibattuto, come è possibile? So perfettamente che quella di Favia è stata un' "utile distrazione", e che le pagliuzze che ti sto addebitando poco hanno a che fare con le travi dei partiti tradizionali, ma ho una precisa volontà: quella di non votare con il "naso turato". L'ho rinfacciato per troppo tempo e troppe volte agli elettori del Pd/Pdl che si giustificavano dicendo "gli altri sono peggio".

Non voglio scegliere il M5S per l'improponibilità degli altri partiti; voglio farlo con la convinzione ed il piacere di contribuire ad un cambiamento epocale, che può essere di ispirazione al resto del mondo. Una rivoluzione fatta davvero dal basso, che contrapponga ai dogmi del pil delle scelte per un diverso modo di immaginare e cercare il benessere.

Occore "mollare la presa", occorre "condividere", occorre "affidarsi", anche se la democraticità delle scelte porta a inevitabili errori di misura, contrapposizioni forvianti, ritardi.

Per istinto, per intuizione, ho la convinzione che tu sia in buona fede; a te chiedo invece di ragionare; se non accrediti i cittadini comuni di quella stima con cui li separi dalla casta, che senso ha questo movimento?

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