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Antipapisti, “Al cuore di Ratzinger al cuore del mondo”: nel mirino dopo Francesco anche Benedetto XVI e il Vaticano II.

Dietro gl'attacchi di Viganò & C contro Papa Francesco ed i suoi predecessori Benedetto XVI e Giovanni Paolo II si svela sempre più palesemente l'attacco al Vaticano II. Qui un orientamento sulle eminenze grigie e le concezioni teologico antropologiche dei nemici di una sana Modernità anche nella Chiesa.

E' uscito “Al cuore di Ratzinger al cuore del mondo” di Enrico Maria Radaelli già collaboratore di Antonio Livi, uno dei firmatari contro la “Amoris Laetitia” e mente di siti come “la bussola” ostili a Papa Francesco, che ne scrive la prefazione. Escono allo scoperto così gli antipapisti, cui non solo Papa Francesco, ma neppure San Giovanni Paolo II o Paolo VI andavano a genio. L'intenzione e la mira sono ora chiare e precise: colpire Joseph Ratzinger per colpire il Concilio Vaticano II di cui l'allora giovane Professore rampante di teologia è stato uno dei protagonisti, appunto: al cuore di Ratzinger, al cuore del mondo. Sotto accusa la concezione ratzingeriana che si chiede esplicitamente al Papa emerito di emendare pubblicamente, come già a Bergoglio con i dubia.

Concezione formulata apertamente nella raccolta di lezioni “Introduzione al cristianesimo” che ha fatto di Ratzinger uno dei massimi teologi del Novecento, ma che sarebbe invero anteriore e che si ritroverebbe molteplicemente disseminata nel Concilio Vaticano II e, segnatamente, nella Gaudium et Spes. L'accusa a questa concezione è che i dogmi, della fede sarebbero interpretati con schemi concettuali propri del soggettivismo moderno e che l'apologetica si sarebbe così spostata dalle ragioni per credere del Vaticano I alla semplice volontà di credere e così nell'animo del credente all'atto di fede sarebbe sempre associato il dubbio.

Negazione perciò del Concilio Vaticano II e ritorno al I, facendosi forti anche della crisi di fede dell'uomo di oggi, specie in Europa e concomitantemente del crollo di vocazioni e fedeli. Tuttavia il discorso non quaglia, sebbene infatti alcuni passi della “Amoris Laetitia” possano essere formulati in modo non ottimale, diversi religiosi e teologi possano avere posizioni discutibili (perlomeno a parere di Livi Radaelli & C), da Enzo Bianchi a Padre Sosa, a Ravasi a Schillebecq a Kung, vanno ricordati alcuni punti: 1) agl'antipapisti non vanno bene neppure Papi eminenti di epoca preconciliare quali Leone XIII, Pio XI e Pio XII, per citarne alcuni; 2) il Concilio Vaticano II fu indetto per ovviare alla grandissima stagnazione e crisi della Chiesa dell'epoca; 3) il Concilio Vaticano II ha saputo assai bene ovviare a quella crisi e dare slancio forte alla Chiesa del suo tempo. E' qui poi evidente che non si voglia neppure semplicemente un – peraltro già assai discutibile ed irrisolvente – ritorno al Vaticano I, bensì qualcosa di di più. Insomma Livi, Radaelli & C. porterebbero davvero più Cristo e più fede al mondo? Credo proprio di no. Il Vaticano I è stato un momento valido ed importante per la Storia della Chiesa ed è stato la base che ha portato al Vaticano II che si è fatto perché ormai si era su un binario morto. E, va ricordato, il Vaticano II è stato uno degli eventi più importanti del Novecento e sulla sua scia si è arrivati ad uno dei migliori testi di sempre della Chiesa, la “Fides et Ratio” scritta a quattro mani da San Giovanni Paolo II e Joseph Card. Ratzinger: la Chiesa che ha sconfitto le ideologie ed abbattuto il muro di Berlino.

francesco latteri scholten.

 

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