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Annozero, cuore di tenebra sull’orrore di Gaza

"Sterminate quelle bestie". Ma a telecamere spente. 

"Doppio standard" e poi "demonizzazione dello stato d’Israele" e poi ancora "trasmissione che non rispetta nessuno standard professionale...e che ha esulata da qualsiasi standard di etica giornalistica basilare": sono queste le parole dell’ambasciatore israeliano in Italia Gideon Meir (ANSA, 16 Gennaio 2009) all’indomani della trasmissione di approfondimento giornalistico "Anno zero" di Santoro.

Soltanto in un ferreo regime di monopolio informativo come quello nostrano, modello "un uomo solo al comando" sono possibili affermazioni del genere e da una tale fonte, senza coprirsi di ridicolo e di vergogna.

Tralasciando l’ingerenza indebita e inopportuna di un politico, per di più straniero, sui media, è proprio il caso di dire "da che pulpito vien la predica". Da Israele: un Paese che Reporters sans Frontiers classifica 149º al mondo come libertà di stampa - ovviamente considerando anche i territori occupati -.

Un Paese, Israele, dove (fonte RsF) vige una ferrea "censura militare"; un Paese dove nel solo 2007 sono stati feriti, dall’esercito, 16 giornalisti; dove, per esempio, Imad Ghanem, un cameramen di Al Aqsa tv, è stato reso invalido a vita. E dove i reporter vengono ammazzati: il cameramen della Reuters Fadel Shana’a e’ stato ucciso da un blindato di Tsahal ad aprile dell’anno scorso, a sangue freddo, mentre su una jeep con le insegne della stampa, stava effettuando alcune riprese.

Ma la lista dei giornalisti colpiti a sangue freddo dai militari israeliani potrebbe continuare: James Miller, ammazzato nel 2003 e Jacques Marie Bourget, gravemente ferito nell’ottobre del 2000 a Ramallah sono solo alcuni tra i casi più"noti", per quanto i mainstream occidentali (auto)censurino quasi sempre tali (non)notizie.

Altri giornalisti, come Ata Farahat, corrispondente di una tv siriana, viene arrestato a casa sua - 30 luglio 2007 - con l’accusa di "avere contatti con una nazione nemica" e sbattuto in galera, col rifiuto della condizionale.

I reporter israeliani, inoltre, necessitano di un permesso del Ministero dell’Interno per visitare Paesi "nemici".

Mi domando se questi pochi dati, reperibilida chiunque sul web con 40 secondi di ricerca - ma non dai tg - debbano essere commentati?
 
Si tratta di un Paese dove la stampa è libera quello in cui i giornalisti li si scheda, li si censura e li si ammazza, perché questa è l’attuale situazione di Israele? Io avrei qualche dubbio.
 
Quindi mi domando con quale coraggio l’ambasciatore di un Paese dove la liberta’ di stampa è poco più che un orwellismo si permetta di giudicare? Anche la propaganda dovrebbe salvare certe apparenze: qui i carnefici fanno le vittime in modo surreale: i nazisti ieri ammazzavano dieci civili ogni tedesco ucciso; gli ebrei oggi ammazzano i palestinesi con un rapporto di cento a uno. E’ questo, credo, un dato da cui partire, o no?

E mi domando come si possa, con le mani ancora grondanti sangue, stigmatizzare una trasmissione che cerca di rompere la connivenza dei mainstream col genocidio in corso in Palestina?

Qui non si tratta di mass media: si tratta del senso delle proporzioni, della misura. Della decenza. Dell’umanità, se ce n’e’ rimasta ancora, da qualche parte.

L’ambasciatore Meir parla di "spettacolo vergognoso". Potrei sottoscrivere. Ma parliamo di due cose diverse. Per me vergognoso e’ il massacro. Per lui "vergognoso" è "lo spettacolo" del massacro.

Forse intende dire che una tv non puo’ mostrare le vittime? Forse significa che si possono trucidare piu’ di mille persone, la maggior parte civili, basta farlo in segreto?

Mi tornano in mente i nazisti: loro hanno dissimulato sino alla fine l’orrore dei lager, nella stessa Germania, coi loro stessi soldati, le Waffen SS, che venivano fatte ubriacare prima dei compiti più disumani della "soluzione finale".
 



Gli USA, dopo un decennio di atrocità in Viet Nam ebbero almeno un Cronkite che, una sera, al tg più seguito d’America, si tolse gli occhiali, posò i fogli sul desk e disse, guardando dritto nelle telecamere: "la guerra in Indocina è un massacro, una cosa indegna degli Stati Uniti, e noi americani, in nome della nostra integrità morale, dobbiamo uscirne". E cosi’ accadde.

 
Ma i tempi sono cambiati. 

Oggi i media mainstream non si preoccupano del sangue e delle vittime, bensì dei finanziamenti all’editoria e degli inserzionisti. Essi sono allineati ai loro governi, specialmente quelli in guerra. Lì la censura è massiva, l’autocensura requisito minimo, l’onesta’ intellettuale un optional, l’umanità una colpa. 
 
Oggi i media sono inesorabili lenti distorte.... Le portiamo da così tanto tempo da avere perduto il senso della realtà e la misura stessa delle cose. Se l’uomo, come dicevano gli antichi è "la misura di tutte le cose" allora, in quest’orgia mediatica di sangue e propaganda stiamo smarrendo le nostre origini e noi stessi.

Anno zero di ieri sera non ci piace perché ci toglie la maschera: ci mostra ciò che siamo veramente, un’ideologia crudele dietro la maschera dell’ostentato benessere; le scuole sventrate dietro il linguaggio standardizzato e asettico dei portavoce governativi; l’orrore di Kurtz dietro l’eterna retorica del "fardello dell’uomo bianco", che ieri come oggi è un articolo di fede e non può nemmeno essere discusso. Kurtz, che in "Cuore di tenebra" comanda di "sterminare quelle bestie".

Anno zero ieri ci ha mostrato il nostro cuore di tenebra, e non possiamo sostenerne la vista. In tv servono veline, non verità; quella è sempre sovversiva. E scomoda. Scomodissima.

Volevo scrivere ancora qualcosa. Volevo accennare che nei paesi civili per fare il giornalista non si deve chiedere il permesso allo stato, come in Italia, e non si finisce condannati penalmente per "stampa clandestina" (Carlo Ruta) o "diffamazione" (Indro Montanelli). E neppure si viene epurati dal premier come successe a Luttazzi, Biagi e, ancora lui, Santoro (editto bulgaro)

Volevo ricordare i casi di sequestro di siti web d’informazione come quello di Piero Ricca o di Carlo Ruta, indegni di un Paese democratico, per non dire gli oscuramenti di Indymedia e di Pirate Bay, che hanno ridicolizzato il regime politico italiano in mezzo mondo.

Volevo sottolineare com’e’ grottesco che la casta al potere si intrometta finanche nei particolari di una trasmissione televisiva, quand’essa non si uniforma perfettamente alla generale autocensura: l’autocensura delle redazioni, l’autocensura della totalita’ dei direttori dei media mainstream; quell’autocensura cosi’ ben tratteggiata da Orwell nella sua prefazione alla "Fattoria degli animali" più di sessant’anni fa, ed ancora oggi così assolutamente attuale.... Oggi piu’ di ieri. Non gli basta un controllo ideologico al 99%, no: vogliono il cento per cento. Sembra un incubo....

Ma io ho qui, sul desktop, le cifre dell’incubo di Gaza: le cifre dei morti, i nomi dei morti, delle famiglie senza casa, dei bambini a pezzi, bambini che hanno l’età dei miei nipotini, e allora le mie mani, quasi senza mio volere, si alzano dalla tastiera e vanno a coprirmi il volto. E gli occhi bagnati.
 
Dovrei ancora scrivere ma posso solo piangere.
 
 








Commenti all'articolo

  • Di mabo (---.---.---.65) 17 gennaio 2009 10:43

    Maurizio complimenti vivissimi.
    Articolo utile, necessario, indispensabile, commovente.
    Grazie.

  • Di Michele (---.---.---.15) 17 gennaio 2009 12:46

    Ciao Maurizio, non conoscevo questo sito e mi sono imbattuto per caso nel tuo bellissimo intervento che condivido al 1000%. Non sapevo neanche che avessero censurato il sito di Pietro Ricca(non ci entro da un po’ ) ed è semplicemente una cosa vomitevole e per la cui gravità non riesco neanche a trovare le parole adatte. Comincio a perdere la speranza e chiedo a voi che avete ancora il coraggio di lottare: aiutateci, non mollate.

  • Di Elia Banelli (---.---.---.235) 17 gennaio 2009 13:38

    Complimenti. Articoli come questi divrebbero essere pubblicati sulle prime pagine dei principali quotidiani nazionali. E invece....
    Meno male che c’è Agoravox.

  • Di khulud (---.---.---.200) 17 gennaio 2009 17:05

    Dear maurizio,
     Thank you very much for giving me hope this evening. I have been living a daily nightmare listening to Media trying to blindfold our reality in Gaza, doing their best to mask atrocities through smart political justifications. Thank you on behalf of Thousands of palestinians like me whose anger and total despair have been accumulating over the last 21 days as we zapped through Western TV channels looking for some kind journalistic entegrity . It took me time to read and understand your article but it was absolutely worth my effort as it gave me a big sense of relief and hope in fairness that I will share with my friends and family .

    Thank you, 
    khulud  

  • Di mariasolexx (---.---.---.31) 18 gennaio 2009 11:39

    Articolo stupendo.... come usano male le parole i cosi detti benpensanti "INDECENZA "per una trasmissinone seria che mostra come dici tu quello che siamo,,,,,io trovo molto più indecente la trasmissione su ANDREOTTI e su CRAXI ma li nessuno si é permesso di dire qualcosa ,,,

  • Di Fabio Vitta (---.---.---.97) 19 gennaio 2009 11:55

    ho scoperto solo ora agoravox e il tuo è il primo articolo che leggo...certo se il buongiorno si vede dal mattino...torniamo al vecchio comunismo di sempre allora. "dalli dalli all’israeliano perchè è filoamericano"

    la storia vi ha seppellito eppure state li a ripetervi le vostre balle...contenti voi. parlare di Israele (unica democrazia in mezzo a cento milioni di arabi che giustiziano gli omosessuali tagliano le mai ai ladri ed altre simili amenità) come di un paese totalitario è veramente esilarante, bravo.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 19 gennaio 2009 15:56

       signor fabio vitta,
      1 io non ho mai detto di essere "comunista".
      2 Comunque non lo considero un insulto; e dovresti vergognarti di biasimare qualcuno sulla base di una (presunta) appartenenza politica (o sessuale o religiosa o etnica, etc)
      2 non mi ha seppellito nessuno. io sono vivo. 
       i "seppelliti", sono altri, i palestinesi, cosa di cui tu, evidentemente non ti sei accorto, o di cui forse non ti frega niente. Dimostri quindi scarsa comprensione di un testo ed ignoranza.

      3 Prima di permetterti di apostrofare cio’ che scrivo come "balle", sciacquati la bocca.

  • Di Paolo (---.---.---.203) 22 gennaio 2009 15:24

    In Italia, tutto ciò che non è conforme al berlusca-pensiero è comunista.
    Ormai una gran parte degli italiani si sono stancati di pensare, di usare la materia grigia per fare dei pensieri autonomi e si adagiano supini sul pensiero più comodo, senza fatica.

    Tutto ciò che odora di sudore neuronico, non piace, viene scansato come comunista.
    In un periodo di crisi economica e di neuroni, è più facile tirare indietro i remi e lasciarsi trasportare dalla corrente, ripetendo a memoria stereotipi ripetuti a gran voce da quotidiani e telegiornali.

  • Di Serena (---.---.---.168) 9 febbraio 2009 16:45

    Ricordo che da piccola accendevo la tv e spesso capitava di imbattersi nelle immagini di bambini africani scheletrici con le pance gonfie o di vittime di guerra o di profughi che con i loro averi in spalla fuggivano dalla guerra in cerca di un rifugio.
    Oggi queste immagini non entrano più nelle nostre case, col rischio di farci passare l’appetito mentre ceniamo..bisogna andare a cercarsele su Internet, ma chi lo fa? Non viviamo forse meglio, senza il disgusto per certe azioni umane, senza il senso di colpa per la bella vita che facciamo mentre bambini muoiono di fame o vengono mutilati dalle mine anti-uomo?
    Le cose non hanno smesso di accadere, i genocidi, la fame sono all’ordine del giorno, soprattutto in quel continente dimenticato e di serie C che è quello africano...cresciamo, senza nemmeno rendercene conto, con l’idea che tutto questo LA’ sia normale. (Se non hanno da mangiare è perchè non hanno voglia di lavorare, se hanno le guerre è perchè sono incivili e inevoluti. In fondo, cosa puoi aspettarti dai neri o dagli arabi che vivono nelle capanne? Mandiamo un po’ di vestiti usati e un po’ di cibo vicino alla data di scadenza...ma solo perchè siamo generosi, eh! Perchè non è mica colpa nostra se noi siamo avanti e loro sono indietro! Lo dice anche il nome: "Terzo Mondo", sono più indietro..). L’italiano (o l’occidentale?) medio non sa nemmeno che molti degli immigrati che fanno lavori umili nelle nostre fabbriche hanno una laurea o più e che vengono da culture ben più antiche della nostra...
    Ma sto divagando, il voler nascondere le vittime è allarmante soprattutto se pensiamo che qualcuno dichiara apertamente che tutto ciò è perfettamente normale. Basti pensare a Brit Hume, conduttore di "Special Report with Brit Hume" su Fox News (emittente per cui l’obiettività è un optional), che nel 2001 affermava:
    "The question I have is civilian casualties are historically, by definition, a part of war, really. Should they be as big news as they’ve been?" Perchè mostrare le vittime, perchè darne notizia? Sono scontate, no?
    A parte il fatto che i bombardamenti sulle città non sono parte della guerra per definizione (una volta le guerre si combattevano sui campi di battaglia, tra eserciti, non sui mercati o sulle scuole), a parte questo, facciamo finta che sia come dice lui, dobbiamo chiudere gli occhi o girare lo sguardo dall’altra parte? Sono tante le cose scontate, normali, all’ordine del giorno, ciò non vuol dire che siano giuste o che non meritino attenzione, soprattutto se si sta parlando di vite umane!
    Sarebbe come dire che è inutile parlare della morte di un poliziotto durante un’operazione di polizia perchè è un rischio del mestiere...è vero che quando ha scelto di fare questo lavoro sapeva cosa rischiava, ma allora, non ne parliamo perchè se l’è cercata? Senza contare che i civili vittime di guerra non scelgono questo triste destino, semplicemente lo subiscono...

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