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Annalisa Martinelli

Annalisa Martinelli

Giornalista e viaggiatrice, appassionata d’arte, danza, fotografia e tematiche sociali.

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  • Primo articolo giovedì 05 Maggio 2012
  • Moderatore da venerdì 08 Agosto 2014
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Ultimi commenti

  • Di Annalisa Martinelli (---.---.---.24) 8 febbraio 2016 23:31
    Annalisa Martinelli

    Occorre fare una serie di premesse. Tralascio il fatto, che risultarebbe irritante a chiunque, di sentirsi dire, da un perfetto sconosciuto, di leggere ed informarsi di più, solo perché si esprime un’opinione diversa (e non è forse un suo pregiudizio questo? Prima domanda che le rivolgo).

    Premesso che non ho, come nessuno, la verità in tasca ma la cerco tenacemente come spero faccia anche lei, mi irrito quando assisto a manipolazioni strumentali, quando si approfitta di un delicato momento per indirizzare l’opinione pubblica, magari per accrescere consenso politico. E mi riferisco alla serata in cui c’era Magdi Allam. Il messaggio che lui ha lanciato in quell’occasione, senza troppi giri di parole, è che tutti gli islamici sono potenzialmente dei terroristi. E se permette non è accettabile oltre che terribilmente falso. Nei successivi dibattiti a cui ha partecipato in TV ha corretto il tiro.

    Mi interesso di religioni da sempre, proprio per amore della verità e della Pace (con la P maiuscola) che, sono convinta, ogni Sacra Scrittura, ogni religione insegni. Nella mia libreria conservo una copia del Corano (che è pur sempre una traduzione, quindi mi affido a chi lo ha letto in originale), della Bibbia, dei Principi della Chiesa di Unificazione, e del Dalai Lama. Ho frequentato un mini corso al Centro di Cultura Islamica nel Qatar. Dialogo con persone di ogni nazionalità, dottrina politica e religione, senza accusarle di non leggere abbastanza se dovessero esprimere un’opinione diversa dalla mia.

    Premesso inoltre che condanno, come chiunque (musulmani compresi) ogni tipo di violenza, gli attacchi di Daesh o Is (i terroristi si dichiarano musulmani tanto quanto i mafiosi si dichiarano credenti!).

    Tornando al nocciolo della questione. Leggo distorsioni ovunque riguardo l’Islam e mi preoccupo che aumentino a dismisura in un periodo così allarmante e delicato. Mi fa arrabbiare, non poco, che ci siano persone che usino queste distorsioni a loro piacimento per indirizzare l’opinione pubblica, per aizzare gli uni contro gli altri, per seminare paura e odio. Questo non significa che io difenda l’Islam senza cognizione di causa. Ci sono cose che non capisco e non approvo. Ciò che a me sta veramente a cuore è contribuire a creare una zona “no fly” in cui possa scorrere il dialogo interreligioso. Dialogo, aperto e sincero, che si basi sui valori comuni e sul rispetto reciproco.

    La violenza va combattuta e non va associata a nessuna etnia o religione, non ha colore, non ha longitudine o latitudine. E’ violenza e basta.

    Qui non si tratta di dividere, come lei ha detto in buoni e cattivi. A tal proposito riaffiora un ricordo di quando andavo al catechismo, dalle suore: avevano creato un tabellone con i nomi di tutti noi e con delle freccette. In base alle nostre presenze si avanzava verso lo status di “buono”. Inutile dire quanto la mia stima fosse scesa dopo questo tipo di misurazioni.

    E le dirò di più, mi sono sentita molto più tranquilla e serena, seppur nella difficoltà di affrontare usi e costumi diversi, quando ho vissuto in un Paese Islamico. Il periodo è stato breve per carità, un anno da una parte e due-tre mesi da un’altra, però è sufficiente per conoscere più di qualche aspetto. Lì nessuno ruba, si potrebbe lasciare la porta di casa aperta (mi riferisco al Qatar). Quando sono tornata in Italia mi hanno subito sfilato il portafogli dalla borsa che avevo appoggiato un attimo, perché non ero più abituata, avevo abbassato la guardia.

    Il versetto che lei cita,risulta un po’ diverso da una rapida ricerca sul web (nella copia che ho, non lo trovo):

    35. Non siate dunque deboli e non proponete l’armistizio mentre siete preponderanti. Allah è con voi e non diminuirà [il valore del]le vostre azioni.

    Cosa c’è di così tremendo nel dire “non siate deboli”?

    La fermezza è infatti la caratteristica che ho riscontrato nei fedeli dell’Islam, cosa assolutamente non paragonabile a quelli di fede cattolica, che vanno in Chiesa per formalità, recitano le preghiere senza curarsi del senso delle parole e poi seguono tutta un’altra strada. Ci sono anche musulmani così, ovvio. E allora tutti pronti a puntare il dito su di loro. (Perché non farsi prima un esame di coscienza?).

    E se nonostante tutto questo non mi darete ascolto, ma vi comporterete da miei nemici, 28 anch’io diventerò vostro nemico pieno d’ira e vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati. 29 Mangerete la carne dei vostri figli e mangerete la carne delle vostre figlie. Se uno ha con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna, ambedue hanno commesso cosa abominevole; dovranno esser messi a morte; il loro sangue ricadrà su loro.

    Inquietante, non trova?

    Questi due passaggi sono tratti da uno dei libri della Bibbia, il Levitico.

    Dei giornalisti hanno fatto un interessante esperimento per la strada, leggendo ai passanti questi due passi, e tutti davano per scontato si trattasse del Corano.

     

    Nella religione islamica la fede è parte integrante della vita quotidiana, non è un qualcosa di astratto e separato. Molti hanno anche strumentalizzato il significato di Islam (sottomissione, obbedienza) per far passare un messaggio distorto. Si, significa sottomissione, ma sottomissione a Dio, nel senso che la gratitudine ed il voler seguire le parole di Dio sono la priorità. Come il mettersi al servizio degli altri, non implica un significato negativo, di sudditanza o di inferiorità, ma uno scambio fraterno di aiuto.

    Nei paesi arabi ho visto veramente lo spirito di fratellanza. Non posso dire lo stesso da noi.

    Mi parla poi di femminicidio, e mi sembra di capire che lei dorma sonni tranquilli in quanto è punito dalla legge. Ah beh, se bastasse questo. Nonostante ciò che lei afferma, quotidianamente emergono nuovi drammatici casi, sempre di più. Spesso le donne denunciano i propri stalker e non vengono tutelate e credute abbastanza, muoiono prima che ciò possa avvenire. Però lei si preoccupa di farmi vedere un film che dovrebbe farmi aprire gli occhi su una realtà che non conosco (a suo avviso). La rimando al concetto di cui sopra: la violenza è violenza e basta. Non ne facciamo un fatto di religione. Il Corano non legittima l’uomo ad usare violenza, semmai è l’uomo che ne interpreta male il significato.

    Nei Paesi musulmani (e poi bisognerebbe distinguere dove, perché ci sono realtà molto diverse; per esempio tra Turchia e Qatar o Arabia Saudita, c’è una differenza abissale) sarà anche meno libera la donna (bisognerebbe anche approfondire il concetto di libertà), ma viene più rispettata e protetta di quanto si creda; non ho mai sentito di violenze minimamente paragonabili a quanto avviene nella nostra civilissima Europa.

    Auguro una buona serata o una buona giornata, a seconda del momento, e resto a disposizione per altro scambio di opinioni.

  • Di Annalisa Martinelli (---.---.---.24) 8 febbraio 2016 19:07
    Annalisa Martinelli

    Gentile Francesco, lascio a caldo un breve commento, ma mi riservo di rispondere con calma dopo aver letto e riletto attentamente il suo commento. Di pregiudizi non ne ho e nella mia vita ho sempre cercato (mi sono sforzata) di non averne. Sono sempre pronta a rimettere in discussione tutto. Ma una cosa è certa: 1) non si finisce mai di imparare e non si legge mai abbastanza (e questo vale anche per lei); 2) le assicuro che leggo molto. Io difendo la parte buona dell’Islam (e questo vale anche per i cattolici/cristiani che non sono dei santi), perché sono a contatto con questo mondo, lo conosco da vicino e ci sono vissuta. Lei lo conosce? O per sentito dire? Comunque ne riparliamo (ovviamente con calma e con educazione). Saluti.


  • Di Annalisa Martinelli (---.---.---.143) 16 luglio 2015 20:29
    Annalisa Martinelli

    In Risposta a Mirella.

    Trovo molto interessante il suo commento e la ringrazio. "Sul campo" ci sono, conosco molte persone di religione musulmana che frequento regolarmente e sto studiando il Corano per interesse personale, per cercare di capire "l’altro". Non penso di aver mai "fatto branco" in vita mia. Leggo il Corano come approfondisco la conoscenza della Bibbia, o la Torah, per cercare punti d’incontro. Le affermazioni sulla religione islamica che ho sentito, nel corso dell’incontro con Magdi Allam, le ho trovate assolutamente pericolose e distorte. Associare l’intero mondo islamico ai terroristi, in quanto veri osservatori del libro sacro, mi sembra un azzardo senza precedenti. Nel corso della mia lettura del Corano, che è ancora incompleta, ho travato sicuramente dei punti che non mi sono del tutto chiari, ma non ci vedo assolutamente l’odio e l’incitamento alla violenza di cui ha parlato Allam. Solo fermezza. Per quanto riguarda la violenza sulle donne sono d’accordo con lei che va condannata, ma non va associata alla religione. Lì si tratta, sempre a mio avviso, di un’interpretazione distorta da parte dell’uomo dei versetti. Tutte le religioni si basano su principi universali, che riconducono alla pace e al rispetto della vita. La violenza va combattuta e non ha colore, religione, genere o appartenenza politica. Di storie di violenza e molestie ne conosco, alcune le ho subite (fortunatamente non gravi - da italiani). Per quanto riguarda la mia diretta esperienza, ho osservato più rispetto nei confronti della donna nei Paesi musulmani che nell’Occidente. Violenze, ingiustizie, ci sono anche lì ovviamente, ma se dovessimo porre sulla bilancia tutto ciò che accade qui da noi (assassini, stupri nei confronti delle donne e dei minori, ecc. ecc.) mi sembra che ne abbiamo su cui ragionare. Le violenze estreme a cui fa riferimento feriscono e fanno inorridire anche me, però le attribuisco all’ignoranza e all’aggressività dell’uomo, non alla religione. Se vorrà continuare il discorso, mi farà piacere. Il mio è un tono assolutamente pacifico e aperto al dialogo. 


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