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Anche per Matteo Renzi le regole sono opinioni

Matteo Renzi è lanciatissimo e intende candidarsi alle primarie del centrosinistra per il posto di Presidente del Consiglio. Dopo aver ricevuto la benedizione di Berlusconi è diventato un beniamino del Tg1 di Minzolini, che non perde occasione per tirargli la volata, come ben si può apprezzare nel video che segue. Ma Renzi non è tutta questa novità, è solo un demociristiano 2.0 riverniciato con una spruzzata di tecniche di vendita che lo rendono più appetibile di chi non sfodera perennemente un sorriso finto come quello di Berlusconi, il sorriso del venditore di pentole. Sotto la vernice è solo un politico di carriera, che ha sfondato nel PD fiorentino avendo ragione di funzionari troppo all'antica per avere appeal in un panorama politico ormai plasmato da anni di berlusconismo.

È semplicemente la versione meno anziana del tipico democristiano da sacrestia in carriera, non per niente lo stile si avvicina a quello paracool del mitico Formigoni, impegnato recentemente nell'aggiornamento alla versione 2.1 a forza d'abbigliamenti sgargianti e finto-giovani. Che sotto la vernice alla moda ci sia l'eterno paraculismo italico e il tipico disprezzo delle regole al quale ci ha abituato Berlusconi, lo ha dimostrato poche ore dopo aver annunciato la sua candidatura. Rispondendo a un rilievo di Rosy Bindi, che gli aveva fatto notare che lo statuto del PD, il suo partito, prevede che a candidarsi a premier sia il segretario. E che quindi se volesse candidarsi dovrebbe uscire dal partito. Renzi non ha risposto che farà così e nemmeno che si batterà per cambiare una regola che gli pare ingiusta, ma facendo notare a Rosy Bindi che nemmeno lei non è in regola con quanto prevede lo statuto del partito, essendo al sesto mandato parlamentare mentre lo statuto prevede un limite di due, pur con eccezioni. Per Renzi quindi le regole sono un orpello e quando gli fanno notare che non le rispetta sfodera la più classica e pietosa delle tattiche, si mette a parlare delle infrazioni degli altri. Renzi, ha rubato la marmellata, l'hanno visto tutti, ma per difendersi non ha trovato di meglio che l'accusare altri di aver rubato la cioccolata. Così fan tutti, da quello fermato per essere passato con il rosso che indica ai vigili gli altri automobilisti che passano correndo, fino al Presidente del Consiglio che ha elevato l'evasione dalle sue responsabilità ad arte. Un altro premier così, sarebbe meglio di no. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.91) 6 settembre 2011 00:23

    La descrizione di Renzi che ci dai , caro Mazzetta,calza a pennello .Il personaggio è veramente inquietante .

    Purtroppo la tragedia del PD (ex PDS ed ex PCI) è quella di aver dovuto scaricare la componente di sinistra massimalista ( alla Turigliatto per capirci)per imbarcare una quota democristiana che sgravasse il partito "dall’infamia" di essere l’erede del vecchio PCI , il "famigerato " partito comunista italiano . L’illusione era quella di sfondare al centro ,verso l’elettorato moderato e occupare gli spazi orfani dei partiti stracciati da Tangentopoli . 

    Una specie di rito purificatore che è servito anche per superare la barriera di diffidenza che lo separava da Santa Romana Chiesa che lo ha sempre visto come il fumo negli occhi .E senza la benevolenza di sua Santità in questo paese si fa poca strada .E cosi’ vai con la Bindi , Fioroni , Franceschini , Letta e via dicendo .

    Il risultato è quello che adesso abbiamo un partito che non è né carne né pesce , che non ha una identità propria ,una linea politica certa e che apre la strada a personaggi come il Matteo Renzi di turno e che di fatto è l’incarnazione della vecchia DC (con sommo dispetto di Casini ),tanto che ormai gli hanno appioppato il nome di " Partito Democristiano".E la sinistra dov’è ?che fine ha fatto?
    Bel risultato! Complimenti.
    ciao


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