La società negli ultimi anni purtroppo ha “prodotto” sempre più povertà; le persone che si avvicinano alla pensione, e gli stessi già pensionati, all’improvviso non valgono più niente, si ritrovano “parcheggiate” nel vuoto assoluto…questo ha causato loro uno schiacciamento inaspettato verso il basso sociale creando disagio diretto ed indiretto…e per indiretto mi riferisco anche alle loro famiglie.
Nel contempo sono nate lodevoli iniziative sociali private volte ad aiuto diretto verso appunto chi da “normale” si è ritrovato “socialmente disagiato”; sono nati ristoranti che offrono cibo, sono nate persone che invitano a collaborazioni straordinarie temporanee per arrotondare…piccole (grandi) cose, utili giustamente all’uomo a protezione della dignità di vita…però purtroppo inevitabilmente “fuori regola”.
Noi italiani siamo un popolo operativo a prima chiamata…cioè…a necessità ci “spendiamo” subito in favore del più debole; l’unica nostra pecca, però, è che non riusciamo a completare appieno l’azione.
Nel nostro modo di fare, perché facciamo, ci dimentichiamo talvolta che esistono delle regole…vero è che talvolta le stesse regole diventano tegole e frenano le iniziative emotive utili…ma le regole ci sono e fino a che non diventano “snelle e veloci”, si devono applicare così come sono.
Un ristoratore che “offre” cibo che una volta cotto farebbe ahimè una brutta fine: la pattumiera…ed è una vergogna…deve per il bene di chi riceve il bellissimo gesto d’aiuto, ed anche per se stesso, informarsi per creare una “filiera sociale” utile ai più deboli, e legale nel rispetto delle stesse regole.
Esiste una norma da applicare, soprattutto riguardo la donazione di cibo, cioè quella della cessione gratuita di derrate alimentari non più commerciabili, ad Onlus; ai sensi dell’art. 6, comma 15 legge 133/99”.
La Onlus a sua volta dovrà rilasciare una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, con la quale attesti i requisiti richiesti dall’art. 10, (numero 12) del DPR 633/72 e s.m.i. (cioè di essere ONLUS).
Detto ciò: operare in favore di chi non ha deve comunque essere fatto nella regola stessa per non incorrere in sanzioni che applicate ad un gesto caritatevole diventano alla nostra evidenza, anche immorali; ma visto che si tratta molto spesso di un pasto donato e non con valori superiori a 10.000 euro basta un semplice documento di trasporto con la dicitura: “prodotti non più commercializzabili per … (MOTIVAZIONE DELLA NON COMMERCIABILITA’) … ceduti gratuitamente a ONLUS ai sensi dell’art. 6, comma 15 legge 133/99”.
Anche riguardo l’impegno sociale per piccoli lavoretti, cercate personalmente le ONLUS: loro stesse provvederanno ad inserire nel contesto lavorativo proposto, le persone che necessitano di un sostentamento e di un coinvolgimento sociale, volto talvolta ad annullare un inevitabile isolamento dell’individuo.
In questo fiume di parole colgo l’occasione per presentare l’Associazione per i Diritti degli Anziani – ADA – che con le sue 125 sedi in Italia giornalmente si occupa delle necessità degli anziani. L’ADA è a disposizione di tutte quelle persone che vogliono dare una mano ai meno fortunati…andate a visitare il sito www.adanazionale.it e cercate la sede più vicina a voi, contribuirete così ad aiutare e proteggere gli anziani.
Inoltre, se vi sentite moralmente vicini, comunicate sulla vostra dichiarazione dei redditi il codice per il 5 per mille 03958751004, farete in modo che l’ADA prosegua il suo cammino a fianco degli anziani, consentendole di realizzare sempre più progetti in loro favore.
Aiutare il prossimo è anche aiutare noi stessi, e farlo in maniera certa e corretta è ancora più importante.
Non abbiate timore ad esporvi, siate da esempio anche per altri, vi sentirete certamente meglio.
Furio Morucci
Presidente Associazione per i diritti degli anziani per la provincia di Pistoia. www.adasedepistoia.it