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 Home page > Tribuna Libera > Alluvione a Lipari. Ma perché lo stato dovrebbe pagare?

Alluvione a Lipari. Ma perché lo stato dovrebbe pagare?

Si dice che non sia stata la pioggia a causare l’alluvione, bensì il comportamento umano. E allora che sia l’uomo ad assumersi le proprie responsabilità.

E’ vero, la recente alluvione a Lipari è stata causata da un evento eccezionale. Si è trattato infatti della ormai famosa “bomba d’acqua” che ciclicamente si abbatte qui e là sul nostro territorio un po’ per i cambiamenti climatici, un po’ per l’incuria dell’uomo. Ma a Lipari pare ci sia stata una variante non trascurabile che ha aggravato l’effetto della pioggia. Il pattume.

Dalle cronache dei giornali sembra infatti che montagne di detriti e rifiuti abbandonati da circa trent’anni nella discarica abusiva dell’Annunziata, abbiano costituto un’occlusione alle vie di fuga dell’acqua che, una volta vinta la resistenza, ha trascinato a valle di tutto, sommergendo strade, case, negozi. Vecchi elettrodomestici, sedie, motorini, biciclette e ogni ben di Dio si sono visti galleggiare a bella posta sulle acque torbide e limacciose per poi riversarsi in mare. E puntuale come la morte è partita la richiesta per il riconoscimento dello stato di “calamità naturale” per ricevere cioè i rimborsi dallo Stato, qualche decina di milioni di euro.

Rimane da chiedersi se a fronte di un fatto tanto grave quanto vergognoso non esistano precise responsabilità degli amministratori e della collettività intera. Rimane da chiedersi come sia possibile che degrado, incuria e saccheggio del territorio, pianificati da decenni, debbano adesso essere messi a carico dello Stato.

Perché insomma il contribuente debba pagare per la maleducazione e l’inciviltà di qualcuno. Dovrebbe essere semmai il contrario, dovrebbe essere lo Stato a chiedere i danni dal momento che il territorio è, guarda caso, un bene comune. Come cittadino e contribuente non solo sono indignato per l’accaduto, ma soprattutto per il fatto che coloro che in qualche modo dovrebbero essere responsabili, abbiano pure la faccia tosta di “rivoltare la frittata” come se loro fossero lì per caso. Perché passi il disboscamento, l’abbandono dei territori, passi pure la mancata manutenzione ma che anche il pattume sia l’inevitabile espressione dei nostri tempi e per giunta proprio in una zona turistica, proprio non lo accetto. Questo è il sintomo, semmai ce ne fosse bisogno, che la crisi del nostro paese è prima di tutto civile e morale e dopo, ma molto dopo, economica. Da qui bisogna ripartire, subito.

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