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Allarme TBC, denunce da parte del Codacons

Tubercolosi, tisi, TBC, nomi diversi che rappresentano la stessa cosa. Una malattia da noi considerata debellata da tanti anni. Invece, come a volte può capitare, di tubercolosi si è tornato a parlare.

Dapprima per una serie di contagi a neonati, avvenuti all’interno del reparto di neonatologia dell’Ospedale Agostino Gemelli di Roma. Le cause? Forse alla base, una infermiera ammalata di TBC che a quanto pare non aveva effettuato controlli sulla malattia (addirittura) da sei anni a questa parte.

Tornata sul posto di lavoro dopo aver scoperto di essere ammalata di TBC, per anni questa persona ha avuto contatti con un numero non individuabile di persone e di neonati, diffondendo a raggiera la temuta malattia.

Ma c’è da chiedersi: possibile che una sola persona, abbia negli anni contratto la TBC? E’ reale pensare che solo all’interno del reparto di neonatologia del Gemelli si sia riacceso il caso di contagio? Ne avevo già parlato in questo articolo, ponendo le stesse domande, gli stessi dubbi.

E se alcuni hanno pensato che potesse essere un atteggiamento allarmistico, purtroppo costoro ora dovranno ricredersi. E non è cosa che faccia piacere a nessuno.

Difatti, si sta scoprendo una situazione certamente non rasserenante per la salute degli italiani relativamente alla TBC, una malattia infettiva indotta da un bacillo chiamato bacillo di Koch, dal nome di colui che l’ha individuato. Un germe molto resistente che per questo si diffonde con facilità.

Ma come avviene il contagio di questa malattia? I bacilli della TBC possono essere trasmessi per via orale, intestinale o – in rarissimi casi - attraverso la cute. Basta un colpo di tosse e si trasmette - per via aerea dunque - a chi si trova nelle immediate vicinanze.

Il contatto con l’infezione della TBC, provoca una reazione infiammatoria che, a seconda della via di trasmissione, sarà localizzata nell’area respiratoria o in quella intestinale. Se non ci sono complicazioni, l’infezione crea un danno locale e regredisce, in seguito alle cure, formando una cicatrice nella zona interessata.

Il decorso della malattia varia molto a seconda del soggetto infettato e della reazione immunitaria. Spiegato come avviene il contagio, passiamo a ciò che sta accadendo cercando di comprendere i reali accadimenti al di là delle campagne informative istituzionali che stanno tentando – in qualche modo – di minimizzare il problema, almeno cercando di circoscriverlo a pochi e sporadici episodi.

E’ di queste ore, la notizia di una maestra elementare della capitale ammalata di TBC. Diversi suoi alunni, sottoposti ad analisi di controllo, hanno presentato positività alla malattia ed attualmente sono sottoposti alle cure antibiotiche.

Il Codacons, che aveva già avviato una class action contro l’Ospedale Gemelli da dove sembrava esser partito tutto, sta continuando ad indagare ed a cercare di comprendere la vera portata di questo fenomeno.

Per ciò che riguarda il caso della scuola di Roma Nord ad esempio, e secondo la ricostruzione fatta, l'insegnante in questione, di ruolo nella primaria dell' Istituto comprensivo Parco di Veio a Grottarossa, avvertiva da circa un anno sintomi sospetti per cui alla fine, si è decisa a sottoporsi ad accertamenti che hanno condotto alla diagnosi di Tbc attiva. Ha subito quindi un ricovero per le cure del caso presso l’Ospedale Spallanzani di Roma.

Elisamarzia Vitaliano, Preside dell' Istituto Parco di Veio dove l’insegnante presta servizio, ha specificato che "La maestra è stata trasferita da noi soltanto il primo settembre ma non ha mai preso servizio perché è in maternità. La sua malattia risale all' anno scolastico 2009-2010 quando l' insegnante lavorava all' Istituto Comprensivo Vibo Mariano".

Il Codacons ha quindi presentato un ulteriore esposto ai pm della Procura di Roma che indagano sul caso della Tbc al Gemelli, chiedendo di estendere i controlli a tutti gli studenti della scuola e a tutto il personale scolastico dell'istituto.

Inoltre, l'associazione ha denunciato l'ex Ministro della Salute Fazio per le ipotesi di abuso e ritardo di atti d'ufficio oltre alla richiesta di 3 milioni di euro di risarcimento in favore di ciascun bambino nato prima del gennaio 2011 e positivo ai test

Ma resta da chiedersi: in quale misura la TBC è oggi presente nel nostro Paese? Continuiamo a parlare dei casi di Roma, ma qual è la situazione nelle altre regioni?

Intanto c’è da dire una cosa importante: per quanto si pensasse debellata la malattia o in qualche modo relegata ad ambienti insalubri, la realtà è diversa perché "debellata" in questo caso non vuol dire "sparita del tutto" come testimonia una circolare emanata lo scorso 23 Agosto dal Ministero della Salute in cui si legge:

"Tuttavia negli ultimi anni sono emersi numerosi motivi di allarme: nelle grandi città metropolitane l’incidenza di TBC è fino a 4 volte maggiore rispetto alla media nazionale, la tubercolosi multiresistente è in lento ma progressivo aumento e la proporzione di persone che completa il trattamento antitubercolare è inferiore agli standard definiti dall’OMS"

Coloro che credono che malattie come la TBC siano state portate nel nostro Paese dalla grande affluenza di extracomunitari degli ultimi anni, possono rimanere tranquilli, se si considera che su 24.000 persone sbarcate a Lampedusa da marzo a settembre solo 7 sono risultate positive alla Tbc, reso noto nel corso del Congresso della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, Simit 

Ed ancora: secondo uno studio pubblicato sul British medical journal i fumatori hanno il doppio delle possibilità di contrarre l'infezione rispetto ai non fumatori polmonare e di morirci. E’stato calcolato che circa 40 milioni di fumatori potrebbero morire di TBC entro il 2050.

Dati e cifre che fanno paura, se consideriamo la tranquillità con la quale abbiamo vissuto fino ad oggi e se consideriamo come "debellata" una malattia che a tutti gli effetti era ed è presente nella nostra quotidianità.

A questo punto, forse, sarebbe il caso – autonomamente e senza troppa paura – di fare un controllo di laboratorio e togliersi il dubbio. Ed in caso di positività alla malattia, recarsi presso un centro ospedaliero e richiedere le cure per il caso. Magari poi, contattare il Codacons e cercare di capire se esiste ragione per inoltrare un esposto. La salute è un diritto sempre più spesso negato, motivo per cui molti Italiani non hanno più fiducia nel Sistema Sanitario Nazionale.

Agire non può che fare del bene, oltre che a noi stessi, all’intera comunità. Ed anche a coloro che dovrebbero garantirci servizi sanitari accessibili e garanzia di salute o cure appropriate.

Riappropriamoci del diritto di esistere degnamente, prima di ogni altra cosa. Il resto, arriverà di conseguenza.

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