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Alemanno, il terrorista, l’ATAC e la strategia del dirottamento emotivo

 

L’ex militante dei NAR Francesco Bianco, attualmente ineffabile dipendente dell’azienda municipalizzata ATAC, il giorno 22 dicembre si baloccava – tramite social network – in orario e con mezzi d’ufficio - evidentemente poco oberato di lavoro, postando commenti dal contenuto prevedibile all’indirizzo di, nell’ordine: studenti manifestanti contro la riforma Gelmini, cosiddetti comunisti, ebrei.

Pronta è arrivata la reazione di un contrito e indignato Gianni Alemanno, sindaco di Roma, il quale ha assicurato alla cittadinanza in primis una sua netta e precisa condanna morale riguardo i fatti verificatisi, nonché la sua perentoria, sentita e puntuale dissociazione.

Nessun dubbio sulla fermezza e sull’onestà del sentire di Alemanno, il quale potrebbe, paradossalmente, addirittura giovarsi della sortita infelice di questo suo incauto “conoscente”.

Con la ribalta di questo episodio, viene a crearsi un processo di sovrapposizione e mistificazione per cui un fatto di significato relativo quale gli insulti e minacce (modeste a dire il vero, il NAR impiegato vagheggiava versamenti d’olio bollente, in puro stile “post – medioevo virtuale”, probabilmente mutuati da qualche videogioco…) da parte di un ex eversore nero (quale stupore!) finisce per catalizzare l’indignazione generale, sgravando dalla pressione mediatica fatti di ben altra portata, quali la dubbia legittimità dell’assunzione del suddetto eversore, di moltissimi altri e delle sospette implicazioni politico – parentali che conosciamo. Si tratta della strategia dello spostamento dell’asse emotivo, per cui la tensione collettiva viene dirottata in modo funzionale su argomenti universalmente condivisi (la stigmatizzazione dei comportamenti razzistici evidentemente), per sviarla da fatti ben più spinosi e preoccupanti, quali il malcostume raccomandatorio imperante - questo sì invasivo e pernicioso per la società civile - assai più del tutto sommato innocuo fascista virtuale.

Ora non rimane che aspettare e vedere se l’inchiesta sulla parentopoli (o fascistopoli, ma non è questo il punto) romana proseguirà regolarmente o se si accontenterà dell’epurazione “emblematica” del Bianco e di altri consimili individui, provvidenziali capri espiatori bell’e impacchettati sotto l’albero di Natale di Alemanno.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.102) 29 dicembre 2010 11:41

    E invece io ho alcuni dubbi sull’onesta di Alemanno e , conseguentemente sulla sua volontà , di fare pulizia.

    Ho una sensazione, sia chiaro del tutto personale , che siamo in presenza di un simulatore molto abile a presentarsi con una faccia pulita e rassicurante . Qualcosa mi dice invece che il nostro sindaco della capitale ci nasconde qualcosa di poco limpido e che ha un sapore di antico ,di già visto. Aspettiamo pure gli esiti dell’inchiesta Parentopoli , ci mancherebbe altro , non voglio fare del belpietrofeltrismo , ma già il fatto che è rimasto nelle grazie di Silvio qualche dubbio è più che legittimo . 

    paolo

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